Attualità

«A Rivergaro il Comune indennizza un privato e poi abbatte il muro di un altro»

La minoranza: «Siamo increduli di fronte ai comportamenti dell’Amministrazione, che fa partire i lavori senza accertarsi della realtà. Vicenda ridicola»

«A Rivergaro succede – interviene nuovamente la minoranza di “Noi per Rivergaro” - che l’Amministrazione decida di allargare una strada. Ben venga, dicono tutti, anche perché si tratta del tratto che dai pressi della chiesa di Pieve Dugliara congiunge alla strada statale 45, tratto “strozzato” dai resti di un vecchio muro di pietra che lo rende, di fatto, un senso unico alternato. L’amministrazione stanzia 40mila euro, poi ridotti a 30mila, e acquista una striscia di 40 mq per portare la larghezza della strada a circa 6 metri. Durante l’approvazione in Consiglio comunale, il gruppo “Noi per Rivergaro” fa notare che, dal progetto, emergono alcune incongruenze, che ci sono voci di spesa nel capitolato ma non ci sono i corrispondenti lavori nel progetto e soprattutto che resta ancora una pericolosa sporgenza».

«Ma le osservazioni – incalza ancora il gruppo d’opposizione - non si fermano al Consiglio, il rivoluzionario ed ostinato gruppo consiliare contatta il proprietario della casa adiacente per approfondire l’argomento. Questo strabuzza gli occhi, è all’oscuro di tutto e dopo il comprensibile sgomento basta un sopralluogo per capire che il muro che il Comune vuole abbattere non appartiene a chi è stato indennizzato, ma ad un altro soggetto, ovvero al privato cittadino ignaro. Il sovversivo gruppo consiliare “Noi per Rivergaro” convoca quindi una commissione specifica per far notare che si rischia di abbattere un muro e asfaltare un tratto di verde senza nemmeno avere avvisato il proprietario. Il tecnico comunale, progettista, non la prende bene e dopo aver minacciato di tutelarsi legalmente, abbandona l’aula. A nulla serve avvisare Sindaco, Giunta e consiglieri. I lavori partono subito (non è la tribuna del campo sportivo, questa). Ma il vicino non ci sta, per cui il muro non si tocca e i lavori vengono sospesi. Ora pare che l’Amministrazione si sia mossa per trovare un accordo e dare a Cesare quel che è di Cesare. Rimane l’incredulità e lo sdegno per una vicenda tra l’intollerabile e il ridicolo».


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