Attualità

Il dispositivo anti-cellulare protagonista su Rai Uno: «Liceo San Benedetto esempio per tutte le scuole»

La vicepreside Ilaria Tiberio ospite a Uno Mattina, oltre 40 scuole italiane hanno chiesto informazioni. Intanto la Prefettura di Piacenza si congratula: eccellenza per prevenire il cyberbullismo, dovrebbe essere presa ad esempio da tutta la città

Un momento della trasmissione su Rai Uno

Il successo del progetto phone-free del Liceo piacentino San Benedetto, prima scuola in Italia a introdurre un dispositivo per evitare l'uso del cellulare in classe, è approdato anche su Rai Uno: Ilaria Tiberio, vicepreside della scuola, è stata ospite a Uno Mattina in Famiglia, la nota trasmissione in diretta durante la mattinata di Rai Uno condotta da Luca Rosini e Ingrid Muccitelli.
Non solo: la stessa Prefettura di Piacenza, da sempre molto attenta nell'attuare e coordinare attività volte alla salvaguardia dei più giovani - soprattutto quando si parla di cyberbullismo - si è complimentata direttamente con i vertici del liceo piacentino, sottolineando l'eccellenza assoluta in campo di prevenzione al cyberbullismo, che dovrebbe essere presa ad esempio da tutta la città.

«Il progetto "#phonefree" del liceo piacentino - spiega la professoressa Tiberio - si colloca dunque realmente in primo piano per aver per primo accettato questa sfida educativa. Siamo stati già contattati da oltre quaranta scuole di tutta Italia che sarebbero interessate ad adottare lo stesso sistema».

All'interno del seguitissimo format di Rai Uno che tratta di eventi che hanno attirato l’attenzione degli italiani, e in cui si parla in studio tra ospiti e un piccolo pubblico selezionato, è stato scelto il ”caso” dell’Istituto San Benedetto che tanto sta dividendo le opinioni per l'iniziativa, adottata dal primo giorno del nuovo anno scolastico, di “rinchiudere” gli smartphone dei propri alunni durante tutte le ore della mattinata. Un sistema efficace, oltre che per favorire la socialità dei ragazzi, anche per arginare in maniera efficace il cyberbullismo che, come noto, passa proprio attraverso gli smartphone a scuola. 
In studio, a fare da contraddittorio alla professoressa Tiberio, sono stati invitati uno psichiatra che si occupa di dipendenze giovanili ed uno psicologo/pedagogista; inoltre è stato dato spazio ad alcuni liceali di un noto istituto romano che hanno espresso le proprie rimostranze nel sentirsi “a rischio” di perdere una sicurezza come quella del telefonino, strumento a loro dire imprescindibile nella loro giornata. 

Durante il corso della trasmissione tuttavia i ragazzi sono stati i primi ad ammettere di passare oltre il 70 per cento del proprio tempo davanti al display, e infine a chiedere essi stessi un aiuto volto soprattutto all’educazione all’uso della tecnologia, piuttosto che al divieto. 


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