Attualità

Ex manifattura tabacchi, a fine maggio arrivano le ruspe: «Ringiovaniamo il quartiere»

Il sopralluogo dell’assessore Opizzi, in vista della bonifica e demolizione dell’area nel quartiere Infrangibile. Il cantiere per la costruzione partirà in estate. L’ingegner Corso: «I 263 appartamenti in parte in affitto, in parte in vendita. C’è spazio anche per un asilo»

uno dei capannoni che verrà abbattuto

Dove si stoccava e conservava il tabacco arriveranno presto le ruspe. Tra un mese dovrebbero infatti partire i lavori di demolizione dell’ex manifattura tabacchi, l’area del quartiere Infrangibile tra via Montebello e via Raffalda, oggetto di un’importante opera di riqualificazione. Se tutto andrà bene, il cantiere dei lavori partirà in estate, tra luglio e agosto, e la sua fine è prevista per il 2021. L’iter è stato molto lungo e ha attraversato le Giunte Reggi, Dosi e Barbieri. Nell’area da 58mila metri quadrati - attualmente è occupata per 30mila metri quadrati di capannoni in disuso e in degrado – verranno realizzati appartamenti, un supermercato e un parco pubblico. Il progetto di recupero da 45 milioni di euro, denominato “Le Case nel Parco”, sarà realizzato dal Fondo Estia Social Housing, istituito e gestito da Prelios Sgr e partecipato all’80% da Cassa depositi e prestiti (attraverso il Fia, Fondo investimenti per l’abitare, gestito da Cdp Investimenti Sgr).

LA DEMOLIZIONE PARTE A MAGGIO

Nei giorni scorsi l’assessore all’urbanistica Erika Opizzi ha effettuato un sopralluogo nell’area insieme all’ingegner Benedetta Corso, referente di “Prelios Sgr” sul territorio piacentino. Opizzi, durante la visita all’ex manifattura Tabacchi, ha ricordato l’impegno della bonifica e demolizione dell’area, che dovrebbe partire verso la fine di maggio, con un piccolo ritardo sulla tabella di marcia che dava già a marzo-aprile la partenza della smantellazione. D’altronde tutta l’operazione ha vissuto colpi di scena e ritardi cronici, se si pensa che il progetto era fermo dal 2009-2010 e ha vissuto una lunga fase di gestazione.

UN’AREA IN DEGRADO DA TEMPO

Dopo la creazione dell’Ente Tabacchi Italiani nel 1998, iniziò il processo di dismissione di tutti gli impianti destinati alla produzione e allo stoccaggio dei tabacchi in Italia e la manifattura piacentina aveva seguito lo stesso destino. Questi opifici e magazzini erano stati ceduti alla fine del 2003 alla Fintecna, società finanziaria pubblica incaricata di collocare sul mercato i beni statali. L’ex manifattura tabacchi di Piacenza era stata abbandonata al suo destino: uno dei più importanti “buchi neri” all’interno del perimetro cittadino.

IN MEZZO IL PARCO

All’ingresso da via Montebello – su cui verrà realizzata una rotonda - la prima cosa che si vedrà sulla destra sarà il supermercato Conad (da 3600 metri quadrati, con magazzino e parcheggi), al posto dei primi due capannoni. Un’altra rotonda in ingresso verrà realizzata su via Raffalda. «Non solo il Conad – aggiunge l’ingegner Corso -. L’idea è di trovare commercianti per insediare qui negozi di vicinato. Sarebbe importante che i commercianti facciano parte di questo progetto sociale, di ausilio anche al vicino asilo nido». Già, perché nelle intenzioni dei proponenti c’è anche quello di realizzare un asilo. In mezzo, dove si passa attualmente per accedere a tutti i capannoni, verrà realizzato il parco da 25mila metri. In fondo all’area, sulla sinistra (sempre dall’ingresso di via Montebello), l’asilo nido. Sul sedime della vecchia ferrovia sorgerà una pista ciclabile.

 

«RINGIOVANIRE IL QUARTIERE DELL’INFRANGIBILE»

Gli appartamenti realizzati saranno 263, l’80% avrà anche un box auto. Le abitazioni vanno dai 50 metri quadrati di un monolocale ad appartamenti di 100-110metri quadrati. La vendita degli alloggi avverrà in due fasi, in modo da vedere una prima risposta del mercato a questa nuova offerta. «Immaginiamo anche un turn over, soprattutto sulle abitazioni di medio taglio – riflette l’ingegner - dedicate maggiormente alle giovani coppie. Anzi, l’idea è proprio di ringiovanire questo quartiere, che ha un’età media abbastanza alta. L’ultimo capannone alla sinistra – partendo dall’ingresso di via Montebello - verrà abbattuto per ospitare un orto. «Le abitazioni saranno all’altezza delle case del quartiere, partendo però da un livello più basso nel terreno». Due anni di lavori per il primo lotto, poi, in seguito, verrà costruito il secondo lotto».

NO CASE POPOLARI, MA SOCIAL HOUSING

Social housing e alloggi popolari sono due cose diverse? «Il social housing – risponde Corso - è proprio una missione di “Cassa deposito e prestiti”, visto che ha costituito un fondo d’investimento ad hoc. Il social housing serve come risposta alla crisi economica che ha colpito la fascia media della popolazione, che si è impoverita. Stiamo parlando di coloro che hanno un reddito troppo alto per accedere alle case popolari e non ne hanno i requisiti, ma che faticano ad accedere al libero mercato per acquistare un appartamento. Quindi vengono realizzate case per questa fascia grigia: non sono né alloggi popolari, né “caseggiati per immigrati”. L’Infrangibile è un quartiere anziano, c’è la volontà di compensare l’età media e far interagire gli abitanti di questa nuova area».

C’E’ IL RISCHIO CHE RIMANGANO VUOTE?

Si sa, a Piacenza sono migliaia gli appartamenti sfitti o invenduti. C’è il rischio di trovarsi sul groppone molte di queste abitazioni? «Il prezzo è molto competitivo – risponde sempre l’ingegner Corso - perché interviene in aiuto Cassa Deposito e prestiti: il rendimento del fondo è intorno al 4%, non è speculativo, serve da volano. E le case che verranno costruite sono a due passi dal centro storico, in un quartiere tranquillo e al centro del progetto c’è un parco, per questo pensiamo che ci sarà una buona risposta». Le persone che verranno ad abitare qui firmeranno un patto, una convenzione concordata con i servizi sociali del Comune di Piacenza. L’obiettivo è costruire una comunità. «Non vogliamo vendere singoli appartamenti e basta. Ci saranno aree pubbliche di condivisione, di svago, per creare relazioni tra i nuovi residenti». Qui, a breve, arriveranno le ruspe a smantellare una delle aree abbandonate più note della nostra città.


Si parla di