“Littorina”, rimpianto valnurese: «Proviamo almeno a riportare a casa “Giuditta”»
Da servizio lungimirante allo stop del 1967: la “littorina” trasportava passeggeri e merci da Piacenza a Bettola. La Valtrebbia disse no a una sua linea ferroviaria. Il sogno dell’associazione “Culture per lo sviluppo locale”: riportare a Vigolzone “Giuditta”, la locomotiva del tramvai conservata da un rottamaio del reggiano
L’inaugurazione della pista ciclopedonale che collega Vigolzone con la sua frazione Villò è stata l’occasione per riportare a galla i fasti
LA TRAMVIA A VAPORE
In principio la Valnure – da Piacenza a Bettola - era servita dalla tramvia a vapore dal 1880, costruita dalla società “The Piacenza Bettola and Cremona Tramway Company Ltd”. «Venne inaugurato il tratto – hanno ricordato Pizzamiglio e Rossi - fino a Pontedellolio il 16 maggio 1881, mentre quello da Ponte a Bettola l’8 luglio 1882. La velocità era di 12 chilometri all’ora in città e 20 in campagna: il tempo di percorrenza era di circa due ore e le corse giornaliere tre. Nel 1886 venne aggiunta una diramazione per Rivergaro, con partenza da Grazzano. Da Ponte a Bettola veniva sganciato un vagone per alleggerire il “tramvai”, vista la pendenza della linea». «Piacenza – è il commento dei due - aveva una intricata rete di trasporti tramviari, molto avanti per l’epoca. Era un esempio a livello nazionale per i trasporti su rotaia. A metà ‘800, addirittura, venne delineato il progetto di una linea Piacenza-Monte Penna per sfruttare le miniere di rame. Queste si rilevarono in poco tempo molto povere e perciò non se ne fece nulla».
In questa mappa del 1905 è possibile capire quante e quali linee erano in servizio (Piacenza-Bettola, Piacenza-Castelsangiovanni-Nibbiano, Piacenza-Cremona-Lugagnano) e quante in fase di progettazione all'epoca:
DAL TRAM A VAPORE ALLA FERROVIA
Di tutta la rete tramviaria della provincia la linea Piacenza-Bettola (detta “La Littorina”, da “littorio”, eravamo in epoca fascista), fu l’unica
«Giancarlo Anselmi, testimone pontolliese scomparso di recente, ricordò invece che la vendita dei biglietti a Pontedellolio fu affidata alla madre di Tullio Solenghi, noto personaggio televisivo del trio comico con Anna Marchesini e Massimo Lopez», precisano i due ricercatori. «Grazzano Visconti – continuano il racconto sempre Pizzamiglio e Rossi - aveva ben tre stazioni: davanti all’accesso attuale del parco del Castello, dalla tabaccheria che si affaccia sulla Provinciale e la terza passava al centro del paese, ma di questa non c'è rimasto neanche un piccolo segno». «A Bettola la stazione-capolinea era nell’area dell’ex Consorzio Agrario (oggi sede Coldiretti), poco prima del ponte (in città si partiva da Borgo Faxhall-rimessa Berzolla). Nel tragitto si fermava ad Albarola nelle cave per caricare e scaricare materiali. Anche tra Pontedellolio e Biana, il convoglio si fermava in una galleria e caricava materiali da una miniera». Questo servizio però ebbe una fine. Il 30 aprile 1967 è il giorno dell’ultima corsa e della morte del trasporto sui binari in Valnure, collegamento da molti rimpianto.
IL RIMPIANTO E UN SOGNO: «RIPORTARE QUI LA “GIUDITTA”»
Perché la ferrovia venne smantellata? Gli ultimi bilanci Sift relativi a questa linea erano "in rosso". Alcune testimonianze dell’epoca sembrano però suggerire che dietro questa scelta ci fu la spinta della “Fiat”. La più importante azienda italiana premeva sulle istituzioni e sui Governi per favorire il trasporto su gomma e su strada. La politica italiana ha dato molto ascolto a questa esigenza “protezionistica” e la Piacenza-Bettola è stata smantellata. «La protesta piacentina – ricordano i due ricercatori, Pizzamiglio e Rossi - arrivò anche in Parlamento, senza successo. E oggi, purtroppo, non c’è rimasto quasi niente di quell’opera». Dov’è finì la littorina? «Una parte in Calabria, alcune vetture a Benevento. Ma oggi là non vi è più nulla». L’associazione “Culture per lo sviluppo locale”, però, culla un sogno. «A Reggio Emilia, da un rottamaio, è rimasta l’ultima locomotiva del “tramvai” ancora esistente. È un vero rottame, però sarebbe bella riportarla a Vigolzone e posizionarla da qualche parte e creare un piccolo museo dei trasporti su rotaia. I tramvieri e ferrovieri amavano dare i nomi delle proprie mogli ai mezzi: quella ritrovata dovrebbe essere - anche se manca l'assoluta certezza - proprio “Giuditta”, la locomotiva valnurese».
L'ALBUM FOTOGRAFICO DELLA "LITTORINA"
San Bonico e Podenzano
Grazzano Visconti
Vigolzone, Villò e Albarola
Pontedellolio, Riva e Biana
Bettola