«Se non siamo più un paese normale è solo colpa nostra»
Il giornalista Davide Giacalone a Palazzo Galli ospite della Banca di Piacenza ha presentato il suo ultimo libro "Arrivano i barbari"
«Può essere normale un Paese dove non si fanno più figli e nel passeggino si portano i cani e che spende 2 miliardi di euro per gli animali domestici a fronte degli 835 milioni utilizzati per sfamare e vestire i bebè?». La risposta di Davide Giacalone, ospite della Banca di Piacenza a Palazzo Galli per la presentazione del suo libro “Arrivano i barbari” (Rubbettino editore), è netta: «No».
Sala Panini ha tributato all’illustre ospite - presentato dal vicedirettore generale dell’Istituto di credito di via Mazzini, Pietro Boselli - un lunghissimo applauso finale, segno dell’apprezzamento del numeroso pubblico intervenuto per l’efficacia e la chiarezza dell’analisi - a tratti impietosa - della situazione socio-economica italiana, fatta dal giornalista e scrittore. Il quale è partito mostrando la prima pagina del Financial Times, che ci dedica un titolo come “Malato d’Europa”: siamo, infatti, l’unico Paese dell’area euro che è riuscito a perdere; gli altri - chi più, chi meno - sono cresciuti. «Com’è possibile - si è domandato Giacalone - che la seconda potenza industriale europea e uno dei cinque Paesi al mondo ad avere la Bilancia commerciale in attivo, non abbia ancora recuperato la posizione, rispetto al Pil, che aveva nel 2008, prima della crisi?». Sulla risposta da dare «è bene che ci siano opinioni diverse, ma sui dati e sulla realtà dei fatti non dobbiamo prenderci in giro».
Davide Giacalone ha quindi fatto un salto indietro nel tempo, al secondo dopoguerra, quando il debito pubblico era altissimo, ma fu repentinamente abbattuto («Governatore della Banca d’Italia era un certo Luigi Einaudi, diventato poi Presidente della Repubblica»). Tra il 1950 e il 1970 l’Italia conobbe il boom economico, diventando una potenza industriale: il debito pubblico era il 35 per cento del Pil, oggi siamo al 132 per cento. «In quei vent’anni - ha sostenuto il relatore - la lira non fu mai svalutata. Quindi non è vero, come tutti dicono, che senza deficit e senza elasticità della moneta non si può crescere. La formula magica per ottenere i risultati del boom economico era semplice: la mattina ci si alzava e si andava a lavorare. Oggi gli occupati non raggiungono il 59 per cento della popolazione attiva. L’Ue ha posto l’obiettivo di arrivare al 70 per cento entro il 2020, soglia che la Germania ha già superato. Invece di guardare agli anni Sessanta, quando lo spread era negativo, ci preoccupiamo di come andare in pensione prima e di dare un reddito a chi non lavora. Dimenticando che se consumi ciò che non produci, generi debito».