Piacenza, una storia per volta

I pionieri dell’industria piacentina: Giovanni Rossi fa grande la Cementirossi

Una figura davvero straordinaria fu il cavaliere del lavoro Giovanni Rossi, fondatore del gruppo Cementirossi, nato nel 1882 a Vigolzone, divenne anche sindaco di Pontedellolio

Giovanni Rossi

Proseguiamo la nostra carrellata dedicata ai coraggiosi e lungimiranti industriali che nei primi del ‘900 hanno contribuito alla crescita economico-sociale di Piacenza, con una figura davvero straordinaria che assommò in sé sagacia e fermezza imprenditoriale, unendola ad uno spirito filantropico di matrice socialista autenticamente vissuta, ovvero il cavaliere del lavoro Giovanni Rossi, fondatore del gruppo Cementirossi. Anche nel settore dell’industria dei materiali e dei manufatti per l’edilizia, (come in quelli di altre iniziative pionieristiche quali le tecniche colturali e di trasformazione agro-alimentari, meccaniche, bottoniere ecc), Piacenza può accampare primati che rappresentano vere e proprie pietre miliari nel suo operoso processo storico-economico, non solo nell’ambito provinciale, ma in quello nazionale e perfino estero.

Malgrado le secolari contraddizioni che ancora costituiscono il persistente “male oscuro” dell’economia e della finanza nazionale, tutt’ora frenata da un’opprimente burocrazia statalista, nell’epoca giolittiana il più diffuso benessere, anche fra i ceti operai, stimolò fervore di iniziative nelle imprese di dimensioni artigianali, piccole “unità produttive” che nel primo decennio del ‘900 diedero prova di capacità professionale, talento, spirito di intrapresa e organizzazione aziendale quasi “patriarcale” (non paternalistica…), ispirate alle regole perenni della saggezza pragmatica ed improntate ai valori concreti della tradizione. E’ in questa chiave che vanno lette ed interpretate le sorti originarie ed evolutive di due grandi complessi aziendali, Cementirossi ed Rdb (di cui tratteremo), entrambi di elettiva schiatta popolare, sorti agli inizi del ‘900 ed il cui sviluppo, malgrado le bufere catastrofiche di due guerre mondiali, i travagli economico-sociali, le stesse lotte di classe, proseguì poi per decenni nella linea della tradizione, sotto il segnacolo illuminato dei fondatori.

Complessi che garantirono migliaia di posti di lavoro, modelli di avanzata tecnologia settoriale e per manager, tecnici e dirigenti di analoghi campi produttivi italiani ed esteri. Solchi tracciati nell’insopprimibile fattore-uomo, un humus di qualità etiche, unite a virtù civili, intrise di filantropismo di antico stampo sociale.

Giovanni Rossi nacque nel dicembre 1882 a Vigolzone, iniziando a lavorare, appena sedicenne, nella piccola industria che produceva calce, gestita dal padre Emilio a Pontedellolio.  Le fornaci furono realizzate nel paese a partire dal 1890 dall'Azienda Calce Val Nure per la produzione di calce viva da costruzione. Risale infatti a quest'epoca la prima fornace a pianta circolare con quattro camere da fuoco, costruita dall'impresa di Emilio, padre di Giovanni. Fu sempre Emilio Rossi a decidere il successivo ampliamento dell'impianto, che fu periodicamente rivisto fino agli anni venti, quando si completarono altre fornaci per un totale di cinque fusti complessivi.

 

Il complesso all'epoca ospitava anche un forno da pane a disposizione dei dipendenti dell'azienda. Le fornaci producevano calce viva a ciclo continuo mediante la cottura del carbonato di calcio che proveniva in decauville (vagone ribaltabile) via binario e teleferica dalle cave di Cà Dario e Teglio. Si produceva calce da costruzione di ottima qualità che veniva venduta soprattutto in Piemonte.

Nel 1900, compiuti diciotto anni, Giovanni si trovò nella necessità di dirigere il complesso che già aveva compiuto significativi passi in avanti tecnologici. Il giovanissimo dirigente raccolse con saggio pragmatismo il retaggio paterno, il patrimonio di intelligente operatività che il genitore gli aveva trasmesso. Nel volgere di pochi anni, in piena fioritura dell’età giolittiana, egli riuscì a quintuplicare l'impianto, ponendo le basi per il futuro sviluppo dell'impresa Cementi Rossi, fondata nel 1932. Ristrutturò nel contempo la vecchia fornace per la fabbricazione dei laterizi, modellandola sui nuovi sistemi di produzione manifatturiera anche nel settore dei “forati”.

Ma come era sottolineato in una sobria monografia stampata per il trentennio di fondazione della CementiRossi, “l’esigenza della solidarietà sociale fu subito avvertita dal giovane dirigente, il quale organizzò i primi spacci aziendali e favorì la costruzione di case per i suoi lavoratori”. Si era agli arbori del secolo, il crescente sviluppo industriale creava nuovi problemi, i rapporti fra imprese e maestranze non potevano non risentire delle difficoltà, degli scompensi e dei fenomeni accidentali di un mercato che aumentava le sue dimensioni ancora in modo sperimentale. Era l’epoca delle grandi agitazioni di categoria e proprio in quel periodo egli manifestò il suo talento e l’ascendente esercitato sui suoi collaboratori, aumentando gradualmente la produzione e la potenzialità della sua azienda, ispirando nei dipendenti la serenità del lavoro equamente distribuito, la certezza che non sarebbe mancata, in qualsiasi circostanza, la sua solidarietà.

“L’affermazione e la fortuna di Giovanni Rossi- si poteva leggere in quella scarna rievocazione biografica- hanno origine in quegli anni lontani, allorché nella sua fabbrica si stabilì, come per germinazione spontanea- un armonioso parallelismo fra progresso strumentale produttivo e assistenza sociale”. Se la storia si fa sui fatti e non sulle astrazioni ideologico- politiche, sovente comode per una volgare demagogia, non a caso la gente di Pontedellolio lo elesse sindaco a stragrande maggioranza, perché stimava il giovane Giovanni Rossi per le doti di illuminata socialità, di filantropismo e per il suo socialismo umanitario. Quando fu chiamato al fronte nella prima guerra mondiale cui partecipò con un buon numero dei suoi dipendenti e collaboratori, Rossi, da buon imprenditore illuminato, dispose che le famiglie delle sue maestranze fossero assistite, nei casi di nuclei più numerosi, intervenendo personalmente con congrui sostegni economici.

(prosegue)


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