Piacenza, una storia per volta

La storia della “Rdb” di Pontenure, dal mattone al laterizio

La vita della Rdb inizia nel 1906, ma diventa operativa nel 1908 quando Aride Breviglieri si associò a Daniele Donelli e ai fratelli Prospero, Desiderio e Leonardo Rizzi e Federico Cottignoli, per riattivare una fornace per la produzione di mattoni in località Caminata di Ciriano, a Carpaneto

La mensa della Rdb a Pontenure negli anni '30

Dopo gli articoli dedicati alla Cementirossi nei quali abbiamo tratteggiato la straordinaria figura di Giovanni Rossi, “gigante” dell’imprenditorialità” come del filantropismo e della sensibilità sociale, mai osteggiata, ma sempre concessa con immutata convinzione, è ora la volta di trattare dell’Rdb, altra azienda di cui non ci occuperemo delle più recenti vicissitudini societarie, ma solo della sua fondazione ed evoluzione storica, collegata alla precedente dal fatto che insieme hanno garantito migliaia di posti di lavoro, unitamente alla consapevolezza di essere stati modelli di avanzata tecnologia settoriale, producendo frutti benefici per la collettività.

La storia dell’Rdb inizia nel 1906, ma diventa operativa nel 1908 quando Aride Breviglieri si associò a Daniele Donelli e ai fratelli Prospero, Desiderio e Leonardo Rizzi e Federico Cottignoli, per riattivare una fornace per la produzione di mattoni in località Caminata di Ciriano, a Carpaneto Piacentino, acquisendo nel frattempo una fornace di assetto ancora rudimentale insediata a Lugagnano che venne ristrutturata e potenziata. Al ventisettenne Aride Breviglieri già contraddistinto da un magistrale talento imprenditoriale, venne affidato il compito di direttore tecnico. Nel 1910 fu perfezionata la fabbricazione dei tavelloni retti e curvi per solai con travi metalliche (poutrelles) e l’anno dopo fu acquistata la fornace di Pontenure (ex Raggio).

Dall’inizio alle fine del primo conflitto mondiale, la struttura produttiva dell’azienda, alzò le quote del proprio prestigio anche all’estero, grazie alla eccellente qualità dei manufatti. La congiuntura bellica ne ridusse e condizionò l’attività a causa dell’andamento sfavorevole delle operazioni sul fronte militare. Con l’esito vittorioso del primo conflitto mondiale, alla fine del 1918, con il rapido ripristino degli impianti, la ripresa ed il rilancio dell’attività produttiva avvenne a tempi di primato e la Rizzi, Donelli, Breviglieri & C. fu in grado di acquisire la fornace centenaria di Cortemaggiore, radicalmente ristrutturata e resa più funzionale.

Dal 1921 al 1927, la fornace di Pontenure assunse il ruolo di impianto-pilota proseguendo a ritmo serrato speciali sperimentazioni in merito ai nuovi impieghi del laterizio (tra cui le travi prefabbricate in laterizio e cemento, i solai a travi prefabbricati, le travi di laterizio armato, altri manufatti in laterizi speciali con funzioni resistenti nelle strutture inflesse). Nel 1928 fu iniziata la costruzione della fornace di Salsomaggiore. Gli esiti più qualificanti dei sistemi produttivi vennero raggiunti nell’arco degli anni Trenta quando le applicazioni pratiche delle travi in laterizio SAP, definitivamente collaudate, s’imposero all’attenzione dei costruttori italiani ed esteri, compresi quelli dei paesi medio ed alto-orientali. Alle Fiere di Milano e Bari (1935) le strutture in cemento armato SAP trovarono un risolutivo lancio, rivoluzionando larghi settori della tecnica edilizia italiana. Alla Fiera di Milano del 1936 si impose pure il lancio della volta in laterizio armato SAP, mentre il centro aziendale di Pontenure attrasse fin d’allora nella propria orbita di interesse, studiosi, tecnici, studenti di ingegneria edilizia.

 

Il ritmo di espansione non conobbe soste. Nel 1938 furono acquisite e rammodernate le fornaci di Caorso, Castelvetro e Brescia. L’azienda estese i suoi gangli produttivi in molte regioni del territorio nazionale, ma poi ecco di nuovo una guerra, la seconda mondiale, con effetti disastrosi perché vennero colpite dai bombardamenti numerose fornaci costringendo ai minimi termini il tasso produttivo e quindi occupazionale.

Poi riparati i gravi danni si riprese con straordinario fervore e crescente intensità produttiva, complice la ricostruzione. Già nel 1946 si iniziò la prefabbricazione in stabilimento, di manufatti leggeri in laterizio armato che figurarono con successo alla Mostra Internazionale dell’edilizia a Torino e la realizzazione di travetti in laterizio armato precompresso.

Altra data importante è quella del 1952 quando entrarono in funzione i nuovi impianti a metano per la cottura dei mattoni negli stabilimenti di Cortemaggiore e Pontenure; alla Fiera di Milano nel 1955 fu lanciato con successo il solaio pre- compresso Celersap, altro fiore all’occhiello del complesso-pilota di Pontenure e l’anno seguente la Società s’insediò nella sede di via S. Siro, mentre a Pontenure entrarono in esercizio i nuovi impianti di avanzata tecnologia per la produzione dei pannelli in laterizio armato precompresso cui seguirono altre iniziative di espansione aziendale in estese fasce del territorio nazionale.

Nel 1960, sempre a Pontenure, iniziò la produzione di travi in cemento armato precompresso per ponti, viadotti e capannoni, nel ’61 partì il piano quinquennale di ammodernamento degli stabilimenti, con la costruzione dell’imponente complesso di Lugagnano ed infine lo stabilimento di Valmontana per manufatti di coperture a shade per edifici rurali, con particolare attinenza alle stalle. Insomma sempre alla ricerca di nuovi mercati, un bene per l’economia del territorio. Quello che è stato il successivo destino dell’Rdb (ovvero l’acquisizione di un’altra importante azienda nazionale), non riguarda la nostra panoramica, ma andava sottolineata l’importanza che questa azienda piacentina ha avuto nel panorama economico locale e nazionale.


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