Salute e medicina on line

La pandemia più grave del terzo millennio avanza tra dubbi e poche certezze

Con i numeri dei contagi che tornano a salire anche in Italia, si aprono scenari preoccupanti per il prossimo futuro

Con i numeri dei contagi che tornano a salire anche in Italia, si aprono scenari preoccupanti per il prossimo futuro. Recenti considerazioni di alcuni autorevoli esperti avevano supposto come l'attuale pandemia abbia comportamenti analoghi alla "Influenza Spagnola" che diminuì la sua contagiosità in estate per poi ripresentarsi in maniera preponderante all'inizio dell'autunno.

Secondo alcuni di loro, il virus si è attenuato e presenta una ridotta o assente capacità infettiva, per cui non è più pericoloso, per altri, invece, si tratta solo di una tregua legata alle attuali condizioni climatiche. Studi recenti hanno dimostrato che i raggi ultravioletti del Sole inattivano rapidamente il virus, impedendogli di essere contagioso e, in autunno, con l'arrivo della stagione fredda, l'infezione, potrebbe riprendere vigore. Per altri ancora, il virus non si è rabbonito, ma è sempre lo stesso, inibito dai nostri comportamenti virtuosi e comunque, il  quadro è  confuso, con dubbi ed incertezze e  non vede d'accordo tutti gli opinionisti di settore, tra: virologi, infettivologi, epidemiologi, microbiologi, farmacologi e clinici,  sostenendo anche tesi opposte e contrastanti. Servirebbero invece azioni di coordinamento globali, a livello mondiale. Non bisogna allarmare, nè drammatizzare, ma neppure minimizzare o sottovalutare l'azione di un virus, negando la gravità degli eventi e la sua letalità. Tutti sono però concordi nel raccomandare di non abbassare la guardia e mantenere le misure di prevenzione e sorveglianza dettati dalle Autorità istituzionali di Governo.

Una analisi storica sulla epidemiologia che evidenzi le somiglianze con epidemie e pandemie del passato, anche la Spagnola, appunto, sarebbe importante per tentare di evitare il ripetersi di errori.

La "Spagnola" è stata una epidemia causata da una variante del virus influenzale A/H1N1 che ha interessato tutto il mondo, tra il 1918 ed il 1919 coinvolgendo più di mezzo miliardo di persone, con una mortalità totale stimata tra i 50 e gli 80 milioni di persone. Di recente è stata ricostruita in laboratorio la sua ricombinazione genetica. E' stato individuato esattamente lo scambio di geni avvenuto tra il virus di origine aviaria e quello della influenza stagionale allora in circolazione. Le mutazioni che hanno reso così aggressivo il virus della Spagnola sono descritte nella rivista dell'Accademia delle Scienze degli USA, PNAS (Proceeding  of  the National Academy of Sciences of the United  States of America).

Le ha individuate un gruppo di ricerca dei Centri Statunitensi per il Controllo delle Malattie infettive e della Mount Sinai School of Medicine di New York. I ricercatori hanno isolato i geni che hanno subito le mutazioni, grazie ad una serie di esperimenti condotti sui topi e come il virus aviario sia diventato capace di legarsi alle cellule del tratto respiratorio superiore dell'uomo.

Il suo esordio non è chiaro, ma il nome "Spagnola" deriva dal fatto che i giornali di quella nazione che non era coinvolta nel conflitto bellico in atto, furono gli unici che dettero visibilità a questa "strana febbre" molto diffusa nel Paese e che aveva colpito anche il Re.

 Alla prima serie di infezioni, tra il mese di marzo e quello di aprile, seguì una seconda fase, tra il mese di settembre ed ottobre, molto più devastante e letale della prima. Secondo alcuni esperti, i due episodi pandemici quello avvenuto nel 1918, causato dalla influenza Spagnola e l'attuale da Sars - CoV- 2 avrebbero caratteristiche simili, cioè diffusione estesa e mortalità variabile, ma anche differenze importanti (malati prevalentemente giovani, progressione più lenta del contagio per la Spagnola, virus diversi: influenzali e coronavirus), anche se il modello di riferimento epidemiologico potrebbe essere lo stesso.

A differenza del passato, oggi la situazione sanitaria consente diagnosi precise, sperimentazione di farmaci e di vaccini e di adottare semplici accorgimenti per contenere la pandemia ed evitare recidive devastanti sulla salute, la vita delle persone ed un ingente danno alla economia reale globale.

Le strategie adottate utilizzate allora sono ancora valide: isolamento dei malati, distanza fisica tra il portatore del contagio e le persone sane, utilizzo delle mascherine, il lavaggio frequente delle mani e poi "zone rosse" e "brevi lockdown mirati" per isolare e spegnere rapidamente i possibili focolai, evitando in tal modo la diffusione del contagio.

Negli ultimi decenni, l'avvento di nuove malattie infettive, sostenute da virus animali, dopo "il salto di specie" sta determinando una situazione epidemiologica di focolai epidemici e possibili pandemie.

Ogni epidemia ha comunque la sua storia, una sua evoluzione naturale: la "Spagnola" scomparve improvvisamente dopo circa 18 mesi durante i quali aveva devastato il mondo. Forse, per una ulteriore mutazione del virus che lo ricondusse ad essere meno letale o perchè il grado di immunizzazione della popolazione era aumentato ed aveva impedito al virus di circolare di nuovo.

Altre novità arrivano da un’intervista rilasciata alla stampa dal professor Giorgio Palù, Emerito all'Università di Padova e già Presidente della Società Europea di Virologia, descritte in un suo libro, in pubblicazione. "Il coronavirus Sars - CoV- 2, la cui origine è ancora incerta, potrebbe convivere con l'uomo fino alla scoperta di un vaccino o di un farmaco specifico che riesca a vincerlo.  Come nei fenomeni fisici - ha spiegato il professore - la pandemia si sparge da Est ad Ovest e da Nord a Sud, attenuandosi con il caldo e riemergendo con il freddo. E' un Coronavirus che infetta la specie umana destinato a durare per generazioni, forse, senza diventare più virulento".


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