Ultracentenari, 115 nel Piacentino. Quasi mille gli over 95
I segreti per invecchiare bene? Uno stile di vita salutare e mantenere attive le funzioni cerebrali creative
Dai dati statistici demografici di Piacenza e provincia relativi la dinamica demografica 2018, raccolti ed elaborati nei servizi firmati su questo quotidiano da Renato Passerini, emergono informazioni interessanti sull'età della popolazione, che oltre a dimostrare un innalzamento dell'età media, in linea con i dati nazionali, evidenziano, al 1 gennaio dello scorso anno, l’esistenza di 115 ultracentenari, di cui 37 a Piacenza, e nella fascia tra 95 e 100 anni, di 922 persone, di cui 348 in città. Ma quali sono i segreti di una così lunga vita? Qualcosa abbiamo percepito, gli studi di settore ce lo dimostrano e le ricerche scientifiche proseguono. Gianni Pes, Michel Poulain e Dan Buettner hanno identficato zone "blù" di maggiore longevità nel mondo: isola di Okinawa (Giappone), Sardegna, prevalentemente i paesi montani della Ogliastra e della Barbagia, Penisola di Nicoya (Costa Rica), Isola di Icaria (Grecia) e la comunità di Loma Linda in California.
Uno studio sulla longevità dell'Università di Palermo, coordinato da Calogero Caruso, professore ordinario di Patologia generale, ha rilevato che in Sicilia vi sono zone di bassa mortalità, in piccoli villaggi non inquinati, nei Monti Sicani, nelle Madonie e nei Nebrodi. A Isnello, un paesino, in provincia di Palermo hanno vissuto due donne ed un uomo che hanno raggiunto rispettivamente 110, 106 e 109 anni. La spiegazione di una così lunga vita è quella che accomuna tutte le zone blù del mondo, uno stile di vita sano, attività fisica ed anche una fede religiosa. L'esercizio fisico, alza il livello dell'umore ed aiuta a tenere allenate le capacità mentali. I maggiori rischi per la salute nascono dagli eccessi alimentari, lo conferma anche la dieta abituale nelle zone blù, in cui la vita media è più lunga e si registra una maggiore concentrazione di centenari. Queste popolazioni longeve sono caratterizzate da un’alimentazione a basso apporto calorico, basato soprattutto su: frutta, noci, mandorle, legumi, verdura, olio di oliva e pesce, svolgono una attività fisica moderata, ma costante ed hanno la percezione di essere socialmente utili.
Secondo i dati della Organizzazione Mondiale della Sanità, gli italiani, sono tra i popoli che, nel mondo, hanno la probabilità di vivere più a lungo, l'Italia, infatti, è al secondo posto per l'aspettativa di vita con S. Marino, Spagna, Svizzera e Singapore; al primo posto il Giappone. La relazione “World Health Statistics” dell'Oms, rappresenta la fonte ufficiale delle informazioni sullo stato di salute della popolazione mondiale. Contiene i dati provenienti da 194 Paesi relativi ad una serie di indicatori: mortalità, malattia, speranza di vita, cause di morte e sui maggiori fattori di rischio per la salute, tra i quali prevalgono: l'obesità, l'abuso di alcol ed il fumo di sigaretta. Oggi l'attenzione dei ricercatori è posta sull'enzima telomerasi, scoperto nel 1985 dalla Universtà di Berkeley (California) che impedisce l'accorciamento dei telomeri perché duplica alcuni segmenti di Dna e li aggiunge alla fine dei cromosomi. Ma la predisposizione genetica alla longevità si annulla se non vengono adottati comportamenti salutari. Se i nostri nonni o i genitori hanno vissuto 100 anni, vuol dire che nel nostro Dna è iscritta questa possibilità, che si realizzerà soltanto insieme ad uno stile di vita sano. Fumo, alcol, sedentarietà, stress, esposizione agli inquinanti chimici, radiazioni, vanificano gli influssi positivi dei geni ed accorciano la vita. Secondo gli scienziati le possibilità di una lunga vita in buona salute è per il 70% affidata a noi stessi e non deriva dal nostro patrimonio genetico.