Cronaca

Operazione "Leone": un arresto a Piacenza per traffico di clandestini

E' stato arrestato questa mattina all'alba anche un indiano di 36 anni, Jila Singh, residente nel Piacentino, nella maxi operazione coordinata dalla Dda di Reggio Calabria contro un'organizzazione criminale che gestiva un traffico di immigrati clandestini. L'uomo, trovato a Vigolzone ma residente a Polignano, procurava permessi di soggiorno e lavoro

Gli uomini della mobile che hanno effettuato l'arresto
C'

è anche un indiano residente nel Piacentino tra le persone arrestate nell'ambito dell'operazione "Leone" coordinata dalla Dda di Reggio Calabria contro un'organizzazione criminale che gestiva un traffico di immigrati clandestini. Si chiama Jila Singh, ha 36 anni, è residente a Polignano di San Pietro in Cerro ma è stato trovato presso alcuni amici a Vigolzone. L'arresto, con gli uomini della mobile piacentina coordinati da Stefano Vernelli è avvenuto questa mattina all'alba.

LO SFRUTTAMENTO - Le indagini condotte dalla squadra mobile reggina hanno accertato che alla gestione del traffico di immigrati clandestini avrebbero partecipato due cosche della 'ndrangheta, quelle dei Cordi' di Locri e degli Iamonte di Melito Porto Salvo. L'organizzazione utilizzava i contratti di assunzione fittizi richiesti da imprenditori compiacenti a favore degli immigrati, che avevano così la possibilità di chiedere il visto d'ingresso per l'Italia. Contrariamente al solito, la criminalità non si è limitata allo sfruttamento dell'immigrazione, ma ha assunto un ruolo preminente nella gestione del traffico di immigrati. Le richieste di denaro che ognuno degli immigrati doveva soddisfare variavano dai 10imila ai 18mila euro, con un introito complessivo per l'organizzazione di oltre sei milioni di euro.

L'INIZIO DELL'INDAGINE - Le indagini erano state avviate nel 2007 dopo la denuncia presentata da un imprenditore agricolo della provincia di Reggio Calabria, costretto da affiliati alla cosca Iamonte, secondo quanto riferito dagli investigatori, a cedere alcune sue aziende ed a presentare documentazione di assunzione per legittimare l'ingresso in Italia di immigrati indiani e pachistani. I cittadini indiani, dopo avere reclutato nel loro Paese centinaia di immigrati, li facevano giungere in Italia dietro consistente esborso di denaro.

L'INDIANO "PIACENTINO" - Singh, dal Piacentino, coordinava l'attività malavitosa con le province limitrofe. Come ha sottolinea il capo di gabinetto Girolamo Lacquaniti, l'indiano «ha partecipato, in diretto contatto con i promotori, con il compito di mediatore, al procacciamento di altri connazionali, provvedendo alla falsificazione e contraffazione di documenti, acquistando e vendendo nullaosta già rilasciati». Singh di mestiere fa l'autista, ed è in Italia regolarmente, incensurato. I vicini ne parlano come una persona tranquilla, riservata. Probabilmente "fiutando" qualcosa, venerdì scorso si era licenziato dal lavoro e aveva svuotato l'appartamento a Polignano. Una volta in manette, si è dichiarato innocente.


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