Cronaca

«Se aspetti a intervenire finisce male»

Parla la madre di uno dei ragazzi malmenati e presi di mira dall'"aguzzino" 16enne: «Vedevo che c'era qualcosa che non andava, ma pensavo fossero cose tra ragazzi. Quando mio figlio è tornato a casa con l'occhio gonfio e il labbro spaccato ho capito cosa aveva dovuto sopportare»

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arla a voce lenta, flebile d'emozione, Maria (il nome è di fantasia), la madre di uno dei ragazzi picchiati e taglieggiati dal bullo 16enne ora nel carcere minorile di Bologna con le accuse di lesioni colpose ed estorsione. E' in questura, questa mattina, dove accetta di raccontare ai cronisti le sensazioni di quei momenti terribili. «Agli inizi - dice - vedevo che mio figlio andava a scuola svogliato, era triste, impaurito. Non ci avevo dato molto peso. Pensavo fossero cose tra ragazzi, che si dovessero aggiustare da sole».

«Gli dicevo di lasciar stare chi gli dava fastidio - continua -, che loro, a loro volta, l'avrebbero piantata. Non è stato così. Un giorno torna a casa con un occhio gonfio, la faccia tumefatta. Ho capito tutto. E' stato terribile». Le parole sono incrinate dal pianto. «Loro non mollano - prosegue -. Ad aspettare a fare la denuncia, finisce solo male. Bisogna intervenire subito, immediatamente. Noi abbiamo aspettato troppo». «Prima ti aggrediscono da soli - conclude -, poi si raggruppano, ed è peggio. Non bisogna avere paura e chiamare la polizia al primo episodio».


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