Caritas, il presidente nazionale: «La testimonianza della carità è il volto bello della Chiesa»
Annuale convegno delle Caritas parrocchiali. I lavori sono stati aperti dal direttore Giuseppe Chiodaroli e proseguiti con l'intervento "Misericordiosi come il Padre" del vescovo che ha esortato gli operatori ad essere sentinelle capaci di scorgere e individuare i tanti volti della povertà
La Caritas non deve avere solo il compito di distribuire borse viveri, tutto ciò che inventa e produce sul fronte della testimonianza della carità deve avere una funzione pedagogica e animare la comunità. Nel Dna della Caritas non vi è la solidarietà ridotta a un a gesto pietistico, ma la condivisione delle risorse, senza la parrocchia manca di un pilastro su cui reggersi. La testimonianza della carità è infatti il volto bello della Chiesa. Oggi c’è una povertà culturale: quando prendiamo in considerazione l'emergenza profughi, generalmente siamo chiamati a giocare la nostra azione e la nostra sensibilità in funzione dell’accoglienza.
Ma bisogna andare oltre: alle ragioni che determinano i movimenti migratori. Papa Francesco ci ricorda che le opere di misericordia sono lo
In Diocesi - è scritto nel Dossier 2015 della Caritas diocesana curato da Massimo Magnaschi - sono presenti varie iniziative per rispondere alle povertà alimentari organizzate dalle Caritas parrocchiali, Gruppi Vincenziani, gruppi caritativi e altri organismi della società civile. Sono stimate intorno a 50.000 le borse viveri erogate all'anno dalla Chiesa piacentina-bobbiese di cui circa 6.000 dalla Caritas Diocesana. Ci sono poi importanti azioni realizzate in rete con la società civile e le istituzioni: il progetto "Piacenza solidale" (82.357 Kg) per la raccolta di cibo fresco dai supermercati e consegnato alle mense del territorio; il progetto "Da dono nasce dono" (maggio 12.500 kg circa) e la "Colletta alimentare" (novembre) per la raccolta del secco; il "Carrello solidale" di Castelsangiovanni, l'Emporio alimentare di Borgotaro; il progetto "AGEA" per la distribuzione del cibo proveniente dalla Comunità Europea. Il Comune di Piacenza, in rete con la Caritas Diocesana, la Croce Rossa ed altre realtà, sta progettando l'apertura di un Emporio alimentare in città per le nuove povertà temporanee legate alla disoccupazione. La Diocesi attraverso le parrocchie sta quindi rispondendo all'emergenza alimentare per le persone nullatenenti o persone che sacrificano il cibo per poter soddisfare altri beni di prima necessità (affitto, utenze, ecc). Il problema alimentare tuttavia ha in sé molteplici aspetti da non trascurare; occorre infatti intervenire là dove l'emergenza si origina, intervenire per un cambiamento di mentalità sui nostri modi di vivere, ma soprattutto offrire un accompagnamento alle persone: dobbiamo offrire cibo e presenza, con nutrimento e relazione, condividendo, donando e facendo giustizia.