Cronaca

Gli avvocati in sciopero: «Misure di contrasto non adeguate»

Emergenza virus, dal 6 al 20 marzo. Le toghe chiedono in tutta Italia la sospensione dei termini - non solo nelle zone rosse - e una decisione unica, ma finora il ministero della Giustizia non ha risposto

Giovanni Giuffrida

Gli avvocati chiedono una maggiore tutela contro l’emergenza Covid19 e ritengono che le misure adottate siano «assolutamente non adeguate a ridurre ragionevolmente il rischio di contagio in relazione alle specifiche modalità di interazione che connotano le attività giudiziarie». Per questo le toghe scendono in sciopero, in tutta Italia, e si asterranno da tutte le attività giudiziarie dal 6 al 20 marzo (salvo le udienze con persone private della libertà personale).

Lo ha stabilito l’Organismo congressuale forense (Ocf, organo di vertice di rappresentanza politica dell'Avvocatura italiana). Giovanni Giuffrida, presidente dell’Ordine degli avvocati, è uno dei membri regionali dell’Ocf, teme che in particolare a Piacenza il rischio di contagio sia molto alto - almeno 5 gli avvocati risultati positivi al Coronavirus - e che la sospensione dei termini debba essere attuata anche nelle zone gialle e non solo in quelle rosse. Già oggi, quando un’udienza viene rinviata dal giudice - tutti i processi sono sospesi, tranne quelli dove c’è la presenza di un detenuto - in aula c’è un consigliere dell’Ordine che registra i rinvii e li comunica poi ai colleghi. «A Piacenza - afferma Giuffrida - ad esempio i termini non sono sospesi, ma l’accesso a Tribunale e Procura è interdetto al pubblico per le pratiche normali mentre si smaltiscono solo i provvedimenti di urgenza».

Il documento dell’Ocf nazionale sottolinea come negli «uffici giudiziari è inoltre molto arduo, se non impossibile, effettuare i dovuti controlli preventivi circa gli ambiti di rispettiva provenienza delle persone» e che lo stato degli edifici «la loro inadeguatezza strutturale e la loro dislocazione, non consentono un pur minimo controllo igienico-sanitario». Secondo Giuffrida sono positivi i provvedimenti presi a Piacenza. Purtroppo, a Milano sono stati contagiati anche alcuni magistrati e diversi avvocati. La richiesta è quella di una decisione univoca e non lasciata alla discrezione dei singoli Uffici, come è già stato segnalato al ministro della Giustizia anche se «tali richieste sono rimaste tutte prive di alcun riscontro». Una situazione che determina l’ipotesi di “gravi eventi lesivi dell'incolumità e della sicurezza dei lavoratori”.


 


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