Cronaca

«Il commercialista ci avvertiva in anticipo delle verifiche fiscali»

Processo Bazzoni, due testimoni. Una donna: pagai 12mila euro perché mi disse che avrebbe limitato i danni con il Fisco. La difesa: nessun comportamento estorsivo, né minacce

Il tribunale di Piacenza

Verifiche fiscali conosciute in anteprima e dichiarazioni di poter “intervenire” sulle funzionarie dell’Agenzia delle Entrate per limitare i danni dovuti ai controlli. E’ quanto emerso dalle dichiarazioni di due testimoni, ascoltati in Tribunale nel corso di una udienza per il processo in cui è imputato il commercialista Carlo Bazzoni, accusato di estorsione e millantato credito. Per i difensori del commercialista, però dalle testimonianze non sarebbe uscito un comportamento di chi vuole estorcere denaro. Davanti al presidente Italo Ghitti (a latere Maurizio Boselli ed Elena Stoppini) ha deposto per primo Roberto Santagostino, titolare di un’azienda di distribuzione giornali, sentito come testimone. Nel 2005, l’imprenditore ha detto di aver avuto una telefonata da Bazzoni, suo consulente, che gli preannunciava una verifica fiscale. La notizia al commercialista sarebbe provenuta da un conoscente.

La verifica delle Entrate, disposta da Bologna, si concluse con una pesante sanzione contro la quale Santagostino ricorse. Fu quella, ha sottolineato Paolo Fiori, uno dei legali di Bazzoni (l’altro è Luigi Stortoni, di Bologna) l’unica volta in cui ricevette una telefonata dal commercialista, anche considerando che i due si conoscevano perché frequentavano lo stesso Rotary. Più articolata e movimentata la testimonianza di Alessandra Castruccio, responsabile amministrativa di una ditta di distributori automatici. La donna, nel maggio del 2008, ricevette una verifica fiscale e anche in questo caso a informarla in anticipo fu il suo commercialista. La donna ha detto di aver pagato 12mila euro.

Il pm Antonio Colonna le ha ricordato di aver detto, durante un interrogatorio, che Bazzoni le disse che i soldi servivano per “limitare i danni”, “per non inguaiarti” e che avrebbe potuto intervenire sulle due funzionarie (entrambe sono già state processate).  Poi cominciarono le richieste di pagamento dei 12mila euro - la donna ha anche detto che Bazzoni le propose 20mila con fattura o 12mila senza. Colonna ha poi chiesto se lei fosse stata minacciata. La donna ha risposto di aver avuto richieste “con insistenza da parte di chi deve avere il denaro, nella normalità. Io non avevo disponibilità in quel momento e il pagamento fu rateizzato”. Anche in questo processo, accusa e difesa hanno incrociato le lame. In particolare, Fiori e Stortoni hanno rimarcato come Colonna ripetesse più volte la stessa domanda, mentre il pm ha sostenuto che si riferiva a fatti diversi. Un duello che si è concluso quando il presidente Ghitti, dopo averli invitati a smettere, inutilmente, è intervenuto con decisione sospendendo per alcuni minuti il processo. Una udienza soddisfacente per la difesa, hanno sostenuto i legali, perché non sono emersi comportamenti estorsivi di Bazzoni né tanto meno minacce.  

Secondo le accuse della procura, Bazzoni avrebbe lasciato intendere ad alcuni clienti di poter intervenire, all'interno dell'Agenzia delle Entrate, per far evitare controlli che avrebbero potuto comportare sanzioni fiscali. Alcune persone, però, avevano già pagato in anticipo due funzionarie del Fisco (già condannate) per lo stesso motivo. Da qui, è partita l'inchiesta sfociata poi nel processo. Il processo è stato rinviato a metà novembre, quando saranno sentiti altri testimoni.


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