Maltempo, Confagri: «Numerose segnalazioni di allagamenti, preoccupazione nelle campagne»
Enrico Chiesa, presidente di Confagricoltura Piacenza: «Arda, Ongina, Chiavenna, Chero e Nure sono particolarmente ingrossati e diversi canali hanno già invaso i campi nelle zone di Villanova e Monticelli. Preoccupa anche il Trebbia»
«Piove da due giorni e la nostra provincia è di nuovo in ginocchio. Lo stato di allerta diramato per il fine settimana è diventato, per alcune zone, di allarme. In queste ore la mente corre all'alluvione di settembre e la preoccupazione cresce».
Queste le parole di Confagricoltura Piacenza sulla situazione che si è venuta a creare in seguito al maltempo che ha colpito il nostro territorio nel fine settimana.
Stamattina alle 8 la Prefettura di Piacenza ha alzato il livello di attenzione: da preallarme ad allarme per criticità idraulica del fiume Arda e del fiume Chiavenna, che infatti è straripato a Chiavenna Landi costringendo la chiusura della provinciale per Cortemaggiore.
Numerose sono stete le telefonate degli associati di Confagricoltura Piacenza che segnalano rivi e canali oltre la soglia di sicurezza, allagamenti nelle campagne, interruzione di strade e acqua nelle corti.
«Arda, Ongina, Chiavenna, Chero e Nure – spiega Enrico Chiesa, presidente di Confagricoltura Piacenza – sono particolarmente ingrossati e diversi canali hanno già invaso i campi nelle zone di Villanova e Monticelli. Preoccupa anche il Trebbia. Da Rivergaro sono arrivate fotografie di campi allagati a Pieve Dugliara. Il Tidone è in piena ed uscito dall'alveo a Rottofreno mandando sott’acqua le semine. Stessa sorte per il torrente Loggia, che ha allagato cantine a Gragnano in località Vallarsa. Ora siamo di nuovo in emergenza e gli forzi dovranno essere concentrati a ridurre i pericoli, a porre in essere le procedure predisposte, ma ciò che da sempre chiediamo è una presa di coscienza che impone un piano idrico integrato che tenga conto anche della mutata situazione, sia essa imputabile alla gestione dei fiumi o ai cambiamenti climatici. Ancora una volta siamo a contare i danni, enormemente superiori al costo delle opere di manutenzione e di prevenzione che sono tuttora avversate dall’ideologia pseudoambientalista dominante».