Cronaca

Minacciato alla consegna dell'auto in vendita on line: «Siamo amici dei Casamonica». Tre denunce

Operazione della Guardia di Finanza di Castelsangiovanni, tre nomadi friulani denunciati per ricettazione ed estorsione. La vittima un giovane di Castello che aveva messo in vendita una Mercedes cabrio su Internet

L'auto finita nel mirino dei truffatori

Si è conclusa fortunatamente bene la vicenda accaduta a un giovane di Castelsangiovanni che aveva messo in vendita on line la sua fiammante Mercedes, ma che al momento della consegna si è imbattuto in un gruppo di nomadi che, minacciandolo, gli avevano portato via l'auto senza pagare. I militari della Guardia di Finanza della tenenza di Castello sono infatti risaliti all'identità dei malviventi e lui hanno denunciati. Si tratta di tre nomadi friulani, con abbondanti precedenti penali, che ora dovranno rispondere anche di estorsione aggravata e ricettazione.

LA VICENDA - All’inizio del 2020 il giovane piacentino sperava di vendere la sua super car per avviare, con il ricavato, una piccola attività commerciale, senza però considerare che il suo annuncio su internet potesse attirare l’attenzione di una coppia di malviventi. Aveva messo in vendita, tramite un sito specializzato, la sua Mercedes cabrio, e dopo poche ore è stato contattato telefonicamente da un signore dai modi gentili, residente nel Padovano, interessato all’acquisto.

All’incontro, fissato nella zona di Venezia per concludere la compravendita, si sono presentati invece un uomo e una donna di 26 e 27 anni. Quest’ultima - spiegano le Fiamme gialle di Piacenza - affermava di essere titolare di una concessionaria di auto in Verona. All'improvviso però la vicenda ha iniziato a prendere una brutta piega: alla richiesta del giovane piacentino di ricevere il pagamento convenuto prima della firma del passaggio di proprietà, l’acquirente ha cambiato atteggiamento ed i suoi modi di fare sono diventati sempre più intimidatori fino alle esplicite minacce, forti, a loro dire, della vicinanza alla nota famiglia Casamonica di Roma. A questo punto, temendo per la propria incolumità, il venditore piacentino ha firmato il passaggio di proprietà senza ricevere alcuna somma di denaro.

Sempre sotto minaccia - spiega la Finanza - è stato addirittura costretto ad inviare tramite WhatsApp, sul telefono del disonesto acquirente, un messaggio nel quale ha dovuto falsamente dichiarare che l’autovettura era stata venduta al prezzo di soli 3.600 euro in quanto presentava problemi al cambio ed al motore. In realtà, l’autoveicolo era perfettamente funzionante, così come del resto appurato successivamente da una perizia eseguita da un tecnico della casa madre. Nei giorni a seguire tutte le telefonate ed i messaggi che il giovane ha inviato all’acquirente, sollecitandolo a saldare il dovuto, non hanno sortito alcun effetto.

A questo punto, rendendosi conto che non sarebbe stato più in grado di gestire la situazione da solo, ha deciso di denunciare l’accaduto ai finanzieri della Tenenza di Castelsangiovanni che hanno iniziato a indagare sull’intera faccenda. I militari hanno così scoperto che i due giovani acquirenti, nei quali si era imbattuto il piacentino, erano nomadi e avevano diversi precedenti penali specifici e che, pochi giorni dopo, avevano già rivenduto l’auto a un altro soggetto della stessa etnia, residente ad Udine, ad un prezzo apparente di 3.900 euro.
Sotto la direzione della Procura della Repubblica di Venezia le Fiamme Gialle piacentine sono riuscite a rintracciare a Udine l’autovettura e, in collaborazione con i colleghi friulani, l’hanno sottoposta a sequestro. Al termine di accurate indagini per accertare se vi fosse stata complicità tra la coppia ed il nuovo proprietario, l’auto è stata affidata in custodia giudiziale al piacentino che, in questi giorni, è riuscito finalmente a portarla a casa, in attesa del dissequestro definitivo.
Tutti e tre i soggetti sono stati denunciati per estorsione e ricettazione ed ora rischiano una condanna fino a 6 anni di reclusione per il reato di ricettazione e fino a 10 anni per quello di estorsione. Gli stessi sono risultati tutti nullafacenti e completamente sconosciuti al fisco, compresa l’attività commerciale della donna che pure, come è stato accertato, ha movimentato negli ultimi 5 anni più di un milione e mezzo di euro in compravendite di auto, senza mai dichiarare alcunché al fisco.

«L’operazione - sottolinea il comando provinciale di Piacenza - testimonia la costante attenzione della Guardia di Finanza nel contrasto dei reati contro la persona e il patrimonio, a tutela dei cittadini contro le più insidiose forme di truffa e di estorsione, perpetrate anche attraverso la rete internet».


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