Piacenza, finti poliziotti in azione: denunciata banda torinese
Hanno giocato a fare i poliziotti, i tre torinesi che si sono introdotti con questo stratagemma in casa di due viados a Piacenza. Poi, dopo la finta perquisizione, sono scappati con un bottino di 800euro. Per la banda però è andata male: i viados, regolari, hanno denunciato tutto alla polizia. I dettagli
tessa tecnica usata dalla polizia, ma con finale a sorpresa. E' lo stratagemma messo in atto da una banda di tre torinesi che con questo sistema rapinava i viados che esercitano attività di prostituzione in casa. E hanno colpito anche a Piacenza. A farne le spese, due brasiliani di 51 e 36 anni che ricevono i clienti nel loro appartamento in zona ospedale.
I due erano stati contattati da un uomo attraverso gli annunci a tema pubblicati sui settimanali locali. Appena arrivato in appartamento, però, l'uomo ha lasciato la porta socchiusa, permettendo così a due complici di introdursi all'interno. Insieme, i tre si sono spacciati per poliziotti, mostrando anche dei distintivi contraffatti e dicendo di dover fare una perquisizione.
I tre hanno finto una perquisizione e poi sono scappati con un bottino di 800 euro |
Hanno usato tecniche simili a quelle della polizia, solo che il denaro trovato – circa 800 euro – se lo sono portato via. Appena i viados hanno compreso che si trattava di una rapina, si sono subito rivolti in Questura. La loro fortuna, che ha permesso di incastrare anche i malviventi, è stata quella di essere in regola con il permesso di soggiorno e poter quindi denunciare l'accaduto.
La Mobile ha fatto partire le indagini e grazie all'analisi dei tabulati telefonici è stato possibile risalire al luogo e alla identità dei tre truffatori. I brasiliani li hanno riconosciuti sull'album fotografico sottoposto loro dalla polizia.
Le vittime irregolari non denunciano mail le rapine subite |
Hanno precedenti specifici per aver compiuto fatti analoghi in altre zone d'Italia. La banda – ha spiegato il commissario Stefano Vernelli che ha coordinato le indagini – gioca sul fatto che molto spesso le prostitute non hanno i documenti di soggiorno e quindi non vanno a denunciare le rapine subite. Però, ha concluso il commissario, quando le vittime denunciano, è molto semplice risalire agli autori.
E i tre autori in questione sono torinesi: M.C. classe '73, D.P. classe '64 e A.M. classe '75. Piuttosto lunga la sfilza degli illeciti che la polizia ha contestato loro: furto aggravato, violazione di domicilio, usurpazione di titoli e possesso di segni distintivi contraffatti.