Cronaca

«Pronti a vendere carne scaduta da quattro anni». Maxi sequestro della Finanza

Carne scaduta da quattro anni - importata dall'Est Europa, dal Sud America ma proveniente anche dall'Italia - priva di qualsiasi tipo di etichettatura e tracciabilità. Nei guai una ditta di Castelvetro. Le fiamme gialle hanno sequestrato 140 tonnellate di prodotto

Parte della carne sequestrata

Carne scaduta da quattro anni - importata dall'Est Europa, dal Sud America ma proveniente anche dall'Italia - priva di qualsiasi tipo di etichettatura e tracciabilità. "Black Meat", la maxi operazione della Guardia di Finanza di Piacenza guidata dal colonnello Daniele Sanapo, che ha permesso il sequestro di 140 tonnellate  di prodotto a Castelvetro, ha scongiurato il rischio concreto che la carne venisse Illecitamente lavorata e rietichettata per la reimmissione in commercio. Il prodotto, potenzialmente dannoso per la salute umana avrebbe potuto  invadere vaste aree territoriali, raggiungendo migliaia di ignari consumatori, vista l'imminenza delle festività natalizie.  A spiegare i dettagli dell'operazione, oltre al colonnello Sanapo, il comandante del Gruppo, il tenente colonnello Luca Elidoro, il tenente Francesco Giglio e Marco Delledonne, direttore del dipartimento di Sanità Pubblica dell'Ausl. 

I militari del gruppo di Piacenza, richiesto ed ottenuto l’ausilio di personale dell'Asl, che ha posto a disposizone le proprie specifiche competenze in materia, hanno rilevato che gran parte della carne aveva una data di scadenza superata (2013-2015) ed era sprovvista di qualsivoglia etichettatura utile a tracciarne provenienza e destinazione. All’accesso nelle celle congelanti dello stabilimento di stoccaggio  e trasformazione delle carni a Castelvetro, le Fiamme Gialle si sono trovate di fronte ad una situazione che avrebbe potuto provocare gravi ripercussioni sulla salute e sul mercato alimentare se non fosse stata stroncata prima dell’immissione in consumo del prodotto. Ciò, unito alle carenze igieniche riscontrate ed al mancato rispetto delle procedure di autocontrollo e di un corretto mantenimento della catena del freddo (la carne era stata ricongelata dopo aver subito un fortuito decongelamento), hanno determinato il sequestro di tutto il prodotto custodito in modo non conforme alle norme e l’applicazione, nei confronti della società, proprietaria, di una serie di sanzioni  che vanno dai 2mila agli 8 mila euro. «Le indagini nonsono ancora terminate, anzi, l'azienda è sotto la nostra attenta osservazione», hanno spiegato i militari. 

L’operazione delle fiamme gialle ha consentito, al servizio veterinario della Ausl, l’emanazione di un provvedimento di sospensione temporanea dell’attività di stoccaggio e deposito del prodotto congelato, che verrà in seguito interamente distrutto. Parte della carne rinvenuta, pur correttamente conservata, era posizionata all’interno delle celle in modo da nascondere a prima vista i bancali di prodotto non in regola. In tutto sono stati sequestrati 139mila chimi di prodotto non destinabile al consumo umano, nello specifico 88.740 mila chili privi di qualsiasi indicazione e tracciabilità e 50.289mila chili di prodotto scaduto. I risultati ottenuti si inquadrano nell’ambito delle attività istituzionali orientate prioritariamente alla tutela del mercato e della concorrenza, oltreché della saluta pubblica e testimoniano l’elevato e costante impegno profuso dal corpo a presidio della sicurezza economico finanziaria del paese, hanno spiegato al comando provinciale. L’attività svolta è un monito per tutti i consumatori e operatori del settore, affinché - spiegano gli ufficiali - pongano massima attenzione, soprattutto durante le prossime festività, sulla provenienza e sulla scadenza dei prodotti alimentari, spesso commercializzabili a prezzi maggiormente concorrenziali. Sono tuttora in corso ulteriori accertamenti finalizzati a ricostruire la reale provenienza della carne ed a verificare il rispetto della normativa fiscale dell'azienda.


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