«Raccontai a Papaleo perché è onesto, Montella era intoccabile. In tanti mancano ancora all'appello»
Scandalo Carabinieri Levante. Parla Hamza Lyamani che con le sue dichiarazioni al maggiore dell'Arma Rocco Papaleo ha dato il via alle indagini che hanno portato alla maxi operazione Odysséus: «In tanti mancano all'appello, questo è solo l'inizio. In giro c'è ancora molta gente che spacciava per loro»
«Mi sono rivolto al maggiore Rocco Papaleo perché so che è onesto e non mi fidavo di altre persone. Quelli mi hanno spaccato il naso due volte, non volevo più collaborare con Montella e ho denunciato». A dirlo Hamza Lyamani, il giovane 26enne marocchino che ha raccontato all'ufficiale, comandante della compagnia carabinieri di Cremona (per dieci anni alla guida del Nucleo Investigativo di Piacenza), cosa gli era successo dopo aver conosciuto Giuseppe Montella, appuntato scelto in forza fino alla settimana scorsa alla stazione di Piacenza Levante e che ora è alle Novate con altri colleghi con accuse pesantissime. Hamza in sostanza con le sue rivelazioni alla sezione investigativa della Polizia Locale - alla quale è stato indirizzato dal maggiore - ritenute poi attendibili e verificate dagli inquirenti (procura e guardia di finanza) ha dato il via alla maxi indagine Odysséus. Il suo legale, l'avvocato Andrea Bazzani, ha presentato istanza in procura per essere sentito. «Sono pulito, - dice - vado al Sert e cerco lavoro: ho fatto l'alberghiero e voglio cambiare vita».
«Inoltre il militare, come dice anche il gip nell'ordinanza, mi diceva che avrei potuto stare tranquillo e nel caso di eventuali
«Mi sono anche messo in ginocchio e dicevo loro "basta, fatemi andare al Sert, non voglio più fare questa vita" ma non volevano: ero prezioso. Prima fumavo hascisc ma con loro sono diventato un tossicodipendente perché ho iniziato con la cocaina, più passava il tempo e più mi facevo schifo. Montella era intoccabile e aveva ganci ovunque: voi non lo conoscete come lo conosco io». «Ad un certo punto - prosegue - volevo smetterla e ho cominciato a ribellarmi e mi hanno spaccato il naso due volte, in caserma. Lì in via Caccialupo c'era un via vai di gente come se fosse un negozio. Un giorno mi dissero "se vai a dire ancora cose in giro (parlavo con gli altri informatori ai quali dicevo le mie perplessità) o ti mettiamo la droga in tasca e vai in carcere o ti buttiamo nel Po in una valigia". «Ho capito - spiega - che facevano sul serio, mi sono rivolto a Papaleo e sono andato via da Piacenza: qualcuno mi ha anche minacciato di morte». Alla domanda "che tu sappia tutte le persone coinvolte sono state arrestate?" Hamza risponde: «In tanti mancano all'appello, questo è solo l'inizio. In giro c'è ancora molta gente che spacciava per loro».