Cronaca

Nel 2009 rapinò le Poste di via Colombo, incastrato da un paio di mutande

Incastrato dal Dna e da un un paio di mutande. E' così che è finito in carcere un 36enne calabrese, ma da qualche tempo residente nel Lodigiano, accusato di aver preso parte al colpo all'ufficio postale di via Colombo avvenuto il 3 luglio del 2009, quando due banditi avevano fatto irruzione armati di pistola e di cutter, riuscendo a scappare con 2mila euro in contanti

Le mutande che hanno incastrato l'uomo

Incastrato dal Dna e da un un paio di mutande. Un paio di boxer, per la precisione. E' cos' che è finito in carcere un 36enne calabrese, ma da qualche tempo residente nel Lodigiano, accusato di aver preso parte al colpo all'ufficio postale di via Colombo avvenuto il 3 luglio del 2009, quando due banditi avevano fatto irruzione armati di pistola e di cutter, riuscendo a scappare con 2mila euro in contanti. Uno dei rapinatori però all'epoca aveva perso il berretto durante la fuga, e lo avevano poi raccolto i carabinieri del Nucleo investigativo di Piacenza. Le tracce di sudore sul cappellino avevano permesso di estrarre il Dna del rapinatore.

Contemporaneamente però le indagini dei militari del capitano Rocco Papaleo hanno portato a individuare il 36enne come uno dei maggiori sospettati della rapina. Indagando sulla sua vita privata i militari hanno scoperto che negli ultimi giorni aveva convissuto con una donna in una stanza di un hotel della zona. Quando i carabinieri hanno fatto irruzione nella camera d'albergo non ha non trovato il 36enne, ma la ragazza da sola che spiegava di non sapere dove fosse sparito l'uomo. «Il quale però - spiega Papaleo - le aveva lasciato in ricordo, come una sorta di feticcio d'amore, un paio di boxer usati.

Quelle mutande sono state sequestrate dai carabinieri e inviate insieme al cappellino della rapina ai tecnici del Ris di Parma, che hanno accertato la perfetta compatibilità genetica delle tracce prelevate sul berretto e sui boxer. Un elemento fondamentale che, sommato ad altre indagini condotte nel frattempo dei carabinieri, ha permesso di ottenere dal gip di Piacenza un'ordinanza di custodia cautelare in carcere a carico del presunto rapinatore, che è stato rintracciato pochi giorni fa nell'abitazione dei genitori, a Cutro, mentre era al telefono proprio con la sua amante.


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