Recuperate dai carabinieri quattro statue rubate nel 1996 nella chiesa di San Lazzaro
Il bilancio 2019 dei Carabinieri del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale di Bologna. Tra i ritrovamenti più importanti anche quello del ritratto di Signora di Klimt in un anfratto della galleria Ricci Oddi
Nel 2019, i Carabinieri del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale (TPC) di Bologna hanno impresso maggiore impulso all’attività preventiva, incrementando, rispetto all’anno precedente, le verifiche sulla sicurezza anticrimine di musei – biblioteche e archivi (+ 25%), i controlli e la vigilanza in particolare alle aree archeologiche (+84,6 %), a quelle tutelate da vincoli paesaggistici e monumentali (+101%), nonché a mercati e fiere antiquariali (+8,3%) dell’intera regione. Oltre 1478 sono stati i beni controllati nella Banca dati dei beni culturali illecitamente sottratti, gestita dal Comando TPC di Roma: si tratta, principalmente, di opere d'arte poste in vendita da privati attraverso case d'aste o siti internet e collezioni di reperti di interesse archeologico. L’aggressione speculativa alle aree sottoposte a tutela paesaggistica o vincolo archeologico è un fenomeno di crescente attualità che viene contrastato in sinergia con l’Arma territoriale e il supporto del Raggruppamento Aeromobili Carabinieri.
Anche nel 2019 sono stati eseguiti monitoraggi aerei a bordo di elicottero del 13° Nucleo Elicotteri Carabinieri di Forlì nell’intero territorio regionale con l’imbarco a bordo del velivolo anche di funzionari specializzati delle tre Soprintendenze Archeologia Belle Arti e Paesaggio di Bologna, Parma e Ravenna, per il necessario contributo tecnico. Sul piano repressivo, i Carabinieri del Nucleo TPC di Bologna hanno incrementato l’attività rispetto all’anno precedente, arrestando 3 persone e denunciando all’Autorità Giudiziaria altre 51, poiché responsabili di aver violato le norme del Codice Penale e quelle che tutelano il patrimonio culturale nazionale (Codice dei beni culturali e del paesaggio D.Lgs 22 gennaio 2014, n. 42): nella maggior parte dei casi si tratta di reati di furto, ricettazione, contraffazione di opere d’arte ed in danno del paesaggio. Le attività di polizia giudiziaria hanno consentito di recuperare e sequestrare 2341 beni, di cui 821 di tipo antiquariale, archivistico e librario, 2 reperti paleontologici e 1.518 reperti archeologici, nonché 113 opere d’arte contraffatte, per un valore economico stimato in € 3.241.000 per i primi e € 13.891.000 per i secondi. Il costante impegno profuso dai militari del Nucleo TPC di Bologna, validamente supportato dall'Arma territoriale e dagli altri reparti speciali dei Carabinieri, ha permesso di esprimere una efficace e coordinata azione preventiva sull'intera regione. Nello scorso anno, il numero di furti di beni culturali a livello regionale ha visto una netta diminuzione rispetto a quelli dell’anno precedente (da 73 nel 2018 a 48 nel 2019): in particolare, i luoghi di culto continuano a risultare i più colpiti con 24 casi.
A seguito degli accertamenti effettuati nella Banca Dati dei Beni culturali illecitamente sottratti gestita dal Comando Carabinieri TPC e le conseguenti indagini condotte dal Nucleo TPC di Bologna, coordinate dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Piacenza, emergeva che le quattro statue presentate all’Ufficio Esportazione della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio di Firenze, per il rilascio dell’attestato di libera circolazione, risultavano parziale provento del furto (facenti parte di un complesso di ben sei sculture) consumato da ignoti ai danni del suindicato luogo di culto ben 23 anni prima. Secondo quanto è stato possibile riscontrare, tali importanti opere scultoree furono realizzate nel 1753 da Don Giovanni Antonio Cybei, scultore carrarese che a metà del ‘700 fu attivo anche per la corte borbonica di Parma. L’originale gruppo scultoreo, posto ad ornamento del Mausoleo del Cardinale Giulio Alberoni, comprendeva le statue allegoriche della Fortezza, della Prudenza, della Fede e della Carità, nonché due angeli reggi fiaccola, lo stemma ed il ritratto del defunto. Nei prossimi mesi i beni saranno restituiti alla pubblica fruizione con la loro ricollocazione all’interno della struttura ecclesiastica.
Infine, tra la fine del 2019 e l’inizio di quest’anno, il Nucleo TPC di Bologna, delegato dalla Procura della Repubblica piacentina, è stato impegnato, unitamente alla Squadra Mobile della Questura di Piacenza, nella complessa attività di indagine finalizzata ad acclarare le circostanze connesse al rinvenimento del dipinto “Ritratto di Signora” di Gustav KLIMT, avvenuto a Piacenza il 10 dicembre 2019, e provento del furto commesso nel mese di febbraio 1997 ai danni della Galleria RICCI ODDI di Piacenza. L’esito della consulenza disposta dal P.M. sull’autenticità del bene recuperato è stato reso noto in occasione della conferenza stampa del 17 gennaio 2020. Sono poi proseguite ulteriori attività tecniche con l’ausilio di personale specializzato del Reparto Carabinieri Investigazione Scientifiche di Parma.