Scontro nella comunità islamica, i dissidenti: «Se passa il nuovo statuto non si potranno più vedere i bilanci»
I dissidenti: «Se verrà approvato i soci non potranno più prendere visione dei bilanci e della documentazione finanziaria del centro. Durante il sermone di venerdì l'imam e il direttore hanno invitato i fedeli a non prendere le nostre parti. E intanto piovono diffide»
Non si fanno attendere le reazioni del Centro Islamico di via Caorsana dopo la conferenza stampa in cui un gruppo di dissidenti ha informato i giornalisti sulla presunta "gestione economica poco chiara - hanno sostenuto nella mattinata del 14 aprile - dell'associazione e della volontà di cambiare lo statuto in modo tale che i soci non possano più richiedere i bilanci". «Poche ore dopo, infatti, durante il sermone del venerdì - raccontano i fuoriusciti del centro - l'imam e il direttore generale hanno detto ai fedeli che noi vogliamo screditare l'immagine e le attività del centro fornendo il fianco a chi da anni sostiene che vada chiuso e hanno invitato chiaramente la gente a non prendere le nostre parti».
«Domenica pomeriggio l'assemblea si riunirà per votare il nuovo statuto che secondo noi è peggiore di quello già in atto: se verrà approvato i soci non potranno più prendere visione dei bilanci e della documentazione finanziaria del centro, come invece è avvenuto fino ad ora. Questo a discapito della trasparenza che invece professano di avere. Per questo motivo il 17 aprile saremo in via Caorsana per dimostrare il nostro dissenso. Infine a poche ore dall'incontro con i giornalisti, sono state notificate a due persone del nostro gruppo, una presente anche alla conferenza stampa, due diffide che le invitano a non presentarsi più al centro. La Guardia di Finanza ha sì fatto alcuni controlli e stilato due verbali ma non ha ancora redatto un rapporto definitivo sulla correttezza o meno di quanto acquisito». Concludono.