Cronaca

L'Aquila, le scosse e l'orrore della valigia sempre pronta

Nessuno fa più la spesa perché ci si nutre di pizza, focaccia e pollo allo spiedo, yogurt. Tutto rigorosamente in scatola, pronto all'uso, buono per essere consumato in strada, in auto, nel container. Una situazione paradossale difficile da immaginare

La terra è tornata a tremare a Montereale, 938 metri d'altezza, 350 abitanti più altri 1.300 sparsi per le 37 frazioni che visti dall'alto sembrano puntini persi in un mare di verde. 336 volte solo nel mese di agosto e altre 55 nei primi giorni di settembre. Gli esperti parlano di uno sciame sismico in corso, e Montereale ha la sfortuna di poggiare sulla faglia al confine tra le province di L'Aquila e Rieti.

Una situazione che ha capovolto la vita dei residenti di questo piccolo borgo abruzzese che preferiscono dormire nelle cucce dei propri cani in giardino piuttosto che fra le quattro mura domestiche. Qui le porte delle case sono tutte spalancate, come se fossero una via di fuga, e le finestre perennemente chiuse. Dove nessuno fa più la spesa perché ci si nutre di pizza, focaccia e pollo allo spiedo, yogurt. Tutto rigorosamente in scatola, pronto all'uso, buono per essere consumato in strada, in auto, nel container. Una situazione paradossale difficile da immaginare. Leggere di queste persone che indossano il pigiama sotto i vestiti per essere sempre pronte in caso di scossa o che guardano la televisione dal giardino non rende bene l'idea della tragicità e della desolazione della situazione.

Io per prima non mi rendevo conto della gravità del terremoto all'Aquila finchè l'anno scorso non mi sono recata nel capoluogo abruzzese per lavoro. Entrata nella zona rossa, solitamente vietata ai civili, mi sono trovata di fronte una città morta. Fantasma. Ancora evidenti, dopo 6 mesi, i segni della fuga dalle proprie case degli aquilani. Palazzi sventrati, negozi saccheggiati. Solo tre i bar aperti. Immagini che mi rimarranno per sempre impresse nella mente così come ricorderò per sempre i volti speranzosi dei bambini aquilani, ancora capaci d i sorridere e divertirsi. Credo sia importante non dimenticare gli abruzzesi anche quando le scosse smetteranno di far tremare la terra. Essere costretti a lasciare improvvisamente la propria casa, con tutto il bagaglio emotivo che contiene, deve essere un'esperienza devastante che lacera per sempre qualcosa dentro di noi.


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