La cultura piacentina dice addio al giornalista e scrittore Pier Luigi Peccorini Maggi
I funerali si svolgeranno sabato mattina alle ore 10 nella chiesa parrocchiale Sant’Alessio di Mottaziana di Borgonovo
Si è spento nella mattinata a 83 anni , "penna" piacentina intrisa in un calamaio colmo di ironia, pulita quanto sottile, intrigante quanto pungente, scrittore "gentiluomo di campagna" che sapeva deliziare i lettori con incursioni sulla società umana rilevandone le diffuse contraddizioni, evitando però saccenti affermazioni o arroganti opinioni, per offrire una serie di stimolanti opportunità di riflessione. I funerali si svolgeranno sabato mattina alle ore 10 nella chiesa parrocchiale Sant’Alessio di Mottaziana (Borgonovo)
L’avvocato Antonino Coppollino, presidente dell’Associazione Liberali Piacentini “Luigi Einaudi” con il consiglio direttivo, partecipa al lutto per la improvvisa scomparsa del dott. Pier Luigi Peccorini Maggi, giornalista, scrittore e intellettuale di rango, d'animo sinceramente liberale, estimatore della storia, dell’ambiente naturale e della cultura piacentina.
La nostra redazione ricorda Pier Luigi con queste righe firmate dal compianto Vito Neri:
... su «La Voce», l’amico ritrovato Pier Luigi Peccorini Maggi, che se ne sta in vigile isolamento nella sua bella casa di Mottaziana; ha dato il via alla rubrica «In punta di penna» che, nel suo primo capitoletto, mette alla berlina le frasi fatte, ma soprattutto le forzature e gli svarioni linguistici in cui un po’ tutti cadiamo per pigrizia o per scarsa attenzione (diciamo pur così) alle parole che usiamo.
Mi inserisco, come clandestino a bordo, solo perché l’argomento trattato è un po’ il mio pallino ed anche per ricordare un altro amico piacentino, Franco Molinari, che in dialetto (lui che, come Peccorini, non sbagliava una virgola in italiano) riassumeva così la situazione: «A gh’è dil fàsi ad tolla chi fan so sappa e badil e i’s tegnan anch’ad bon». Con che don Franco, qui insolitamente severo, liquidava quelle facce di bronzo che scambiano una parola per l’altra (la zappa e il badile, appunto), le mettono assieme senza ordine e senso e poi si danno anche delle arie. Ben venga, dunque, l’elegante censore Peccorini Maggi.