Cultura

Premio “Camillo Galba” agli alunni di Conselice che imparano la legalità con Falcone e Borsellino

Nella città ravennate ricordato l’XI anniversario del monumento alla libertà di stampa. Contributo in denaro per l’attività didattica donato dall’Aser in memoria del giornalista piacentino

I bambini della scuola di Conselice leggono i pensierini su Falcone e Borsellino

Premio Camillo Galba-Aser anno secondo. E’ stato consegnato domenica 1 ottobre a Conselice (Ravenna), in memoria del giornalista piacentino - già presidente dell’Associazione stampa Emilia Romagna per due mandati e componente della giunta nazionale della Fnsi (Federazione nazionale stampa italiana) - scomparso tre anni fa a soli 57 anni. Ed è stata proprio la presidente dell’Aser, Serena Bersani a consegnare, affiancato dal fratello di Galba, Emanuele, il riconoscimento (un assegno da mille euro da utilizzare per l’attività didattica) agli studenti dell’Istituto comprensivo “F. Foresti” che hanno realizzato un progetto avente per tema la legalità. Il tutto si è svolto nell’ambito delle celebrazioni dell’undicesimo anniversario del monumento alla stampa clandestina e alla libertà di stampa (una pedalina che serviva ai partigiani per stampare fogli clandestini durante la lotta di Liberazione), inaugurato da Camillo nel 2006. «Grazie a Conselice - ha affermato Serena Bersani - dove c’è l’unico monumento alla libertà di stampa presente in Italia. Come sindacato dei giornalisti siamo qui a consegnare un premio per ricordare chi undici anni fa al posto mio in quanto mio predecessore, insieme all’allora sindaco Filipucci, inaugurò questo monumento che avevano fortemente voluto unitamente a Gian Pietro Salviotti, che vi saluta: questa pedalina che ricorda l’importanza della stampa nel vigilare sulla legalità, che è il tema scelto quest’anno per questa celebrazione».

«Come sindacato - ha proseguito la presidente Aser - ci siamo costituiti parte civile nel processo Aemilia in corso a Reggio Emilia che ha scoperchiato un verminaio riguardo le infiltrazioni mafiose nel Nord Italia che non pensavamo così gravi. Siamo stati al fianco di due colleghi pesantemente minacciati. Oltre alla scorta vera e propria, i giornalisti coraggiosi hanno bisogno anche di una scorta mediatica, meritano cioè l’attenzione dei colleghi e dei cittadini per non sentirsi mai soli». Serena Bersani ha poi sottolineato l’importanza della legalità «che ci rende liberi» e ha voluto dar merito e onore al coraggio delle donne («oggi qui ce ne sono tante, sindaci e assessori») facendo cenno a una grande collega: «Nello stand della libreria Coop ho visto esposto “Intervista con la storia” di Oriana Fallaci; l’ho letto quando avevo 13 anni e fu la scintilla che mi convinse che dovevo fare la giornalista». 

I ragazzi della scuola di Conselice, prima di ricevere il premio “Camillo Galba”, hanno letto alcune loro riflessioni maturate dopo una ricerca sul sacrificio di Falcone e Borsellino (i foglietti con i pensierini dei bambini sono stati incollati a una pianta che si trova alle spalle del monumento alla libertà di stampa, andando a formare quello che è stato battezzato “Albero della legalità”). La manifestazione - organizzata da Comune di Conselice, Provincia di Ravenna, Unione dei Comuni della Bassa Romagna, Federazione nazionale della stampa italiana, Ordine dei giornalisti Emilia Romagna, Aser, Anpi, Uisp, Istituto scolastico comprensivo - era stata aperta dall’intervento del sindaco di Conselice Paola Pula che ha ringraziato tutte le associazioni che hanno collaborato all’iniziativa che tra sabato e domenica ha visto un ricco susseguirsi di appuntamenti aventi come tema la libertà di stampa e la legalità. «Conselice - ha sottolineato il primo cittadino - è una comunità resistente e resiliente alle disuguaglianze, alle mafie, alla criminalità comune. Qui non c’è spazio per l’omertà; democrazia, rispetto, senso civico e sociale sono valori che ci appartengono e in cui bisogna credere per rispettare chi, per questi valori, ha sacrificato la vita». 

Il sindaco Paola Pula ha avuto parole anche per Camillo Galba: «Un prestigioso giornalista che ha creduto nel nostro progetto del monumento alla libertà di stampa, un messaggio alle giovani generazioni che devono comprendere che solo con più informazione e più legalità si superano le crisi culturali e sociali per punture a un mondo migliore».

Concetti ripresi anche da Fabrizio Matteucci di Anpi Emilia Romagna: «La libera informazione è un pilastro irrinunciabile della nostra giovane e fragile democrazia - ha spiegato - ma questa è insidiata in due modi: da un potere politico autoritario che impone una stampa di regime o dalla mancanza di pluralismo. E la buona informazione - ha concluso Matteucci - la si garantisce con un buon giornalismo professionale».

Il Comune di Conselice ha poi consegnato alla giornalista di “Repubblica”, Federica Angeli il riconoscimento “Libertà di stampa” per l’inchiesta sul racket degli stabilimenti balneari del litorale di Ostia. La cronista vive sotto scorta, perché più volte minacciata di morte dalla mafia. «L’inchiesta sui tre clan di Ostia risale al 2013 - ha raccontato la Angeli, presente con due dei tre figli -; andai a “casa loro”, in uno degli stabilimenti balneari; fui sequestrata per più di un’ora: mi dissero che se avessi scritto sarei morta con i miei figli, che allora erano ancora più piccoli. Ricordo che uscii da quello stabilimento che mi tremavano le gambe. Paura? Sì, ce l’ho. Per avere coraggio bisogna sapere cos’è la paura. Decisi di scrivere, con nomi e cognomi, perché ritengo la stampa silente una stampa complice. Sono stata anche l’unica testimone oculare di un agguato mafioso con duplice omicidio: potevo far finta di nulla, invece ho deciso di testimoniare perché solo così si resta sulla strada della legalità. Purtroppo in Italia la giustizia arriva un po’ lenta ma bisogna resistere a queste lungaggini». 

«Io ho perso la mia libertà - ha proseguito la giornalista di “Repubblica” - e sto facendo pagare ai miei figli un prezzo molto alto. I carabinieri, che qui voglio ringraziare, mi proteggono 24 ore su 24. All’inizio per non sconvolgere i miei figli trasformai la cosa in un gioco: la mamma ha scritto un articolo talmente bello - dissi loro - che hanno regalato due autisti alla mamma. Uno dei miei figli, il secondo, mi rispose: quanti articoli dovrai scrivere perché ti diano una villa?». «La comunità - ha concluso Federica Angeli – faccia quello che sto facendo io. E’ una battaglia che vale la pena combattere per sentirsi diversi da chi vive nell’illegalità».


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