Cgil: «Cresce l’export piacentino, in crisi soprattutto l’edilizia»
Presentati nella sede della Cgil i dati dell'osservatorio sull'economia e il lavoro in provincia di Piacenza. Cala la popolazione dello 0,1%, mentre edilizia e commercio si dimostrano ancora i settori più colpiti dalla crisi economica. L'export sale del 18%
Lo studio presentato il 5 maggio nella sede della Cgil, redatto dal professor Valerio Vanelli dell’Università di Bologna per conto dell’Ires (istituto ricerche economiche sociali), ha messo in luce alcuni punti critici della situazione piacentina. Dopo tanti anni cala per la prima volta la popolazione: nel 2012 c’è stata una flessione dello 0,1% rispetto all’anno precedente, dato in netta controtendenza rispetto al resto province emiliane portando così il territorio a 290mila abitanti. Mentre pianura e collina vedono aumentare i propri abitanti, la montagna si sta spopolando. Nel 1991 18.600 persone (il 7% del totale) vivevano sui nostri Appennini, mentre nel 2012 i residenti si fermano a 13.900 unità (il 4,8%). Per quanto riguarda l’economia, il mondo dell’edilizia e del commercio stanno soffrendo maggiormante la crisi in corso. L’edilizia presenta dal terzo trimeste del 2009 segni negativi nel campo della produzione e del fatturato. L’industria, dopo vi erano stati timidi segnali di ripresa a metà 2012, con l’avvio del 2013 è precipitata di nuovo ai livelli negativi del 2009. Piacenza ha esportato nel 2012 un valore di 3,160 miliardi di euro, segno in netta crescita (+18%) rispetto ai 2,665 miliardi del 2011.
«Presentiamo i dati relativi alla nostra provincia – esordisce nella sua relazione il segretario provinciale Cgil Gianluca Zilocchi – proprio alla vigilia del congresso nazionale del nostro sindacato che avverrà nei prossimi giorni. Il comune di Piacenza sta avanzando proposte e siamo contenti di essere coinvolti nella concertazione: inoltre l’onorevole Paola De Micheli vorrebbe organizzare gli Stati generali dell’economia piacentina per discutere di questi temi per il futuro. Stiamo tutti insieme cercando di dare segnali per fare squadra e dare un’idea di sviluppo del territorio».
«Non siamo più in grado – ha commentato il segretario - di ospitare insediamenti di questo genere, il commercio si è evoluto troppo e questo discorso vale anche per la provincia. Dovremmo piuttosto migliorare la rete viaria intorno al polo logistico che è fortemente cresciuto: dovremmo garantire ai lavoratori del polo piacentino, non solo una qualità del lavoro alta, ma anche servizi adeguati. Usciamo da una stagione di destrutturazione del mercato del lavoro, vittima di precariato e flessibilità: bisogna dare una nuova politica per l’economia e per il lavoro. Qua a Piacenza si stanno facendo proposte e la Cgil è una struttura in grado di comprendere la realtà piacentina».