«Flop del click day: i rimborsi destinati alle aziende per i dpi finiti in un secondo»
La segnalazione arriva dalla vicepresidente Confapi industria Piacenza, Anna Paola Cavanna: «Spesi in media circa 10 mila euro per mascherine, gel disinfettanti, termoscanner e guanti»
Anna Paola Cavanna, titolare della Laminati Cavanna e vicepresidente di Confapi Industria Piacenza, è fra le 205.573 imprese escluse dall'operazione “Impresa sicura”, pensata dal governo per rimborsare le aziende per le spese sostenute per l'acquisto di mascherine, gel igienizzanti, guanti e termoscanner. Cinquanta milioni di euro era la cifra stanziata dal decreto legge “Cura Italia” e assegnata attraverso il meccanismo del “click day” fissato per l'11 maggio alle 9: «Peccato - si legge in una nota - che appena un secondo più tardi i soldi fossero già finiti. Ad accaparrarseli sono state 3150 aziende fortunate e velocissime nel far passare le prenotazioni dei contributi: le domande saranno successivamente valutate. Intanto però il risultato, simile più a una lotteria che a un bando, ha suscitato non poche proteste da parte degli esclusi». A farsene portavoce è appunto la vicepresidente di Confapi Industria Piacenza, Anna Paola Cavanna (in foto).
La Laminati Cavanna è una di queste: «In tre mesi ammonta a circa diecimila euro la spesa sobbarcata dall'azienda per l'acquisto di mascherine, gel igienizzanti per tutte le linee di produzione e i locali di lavoro, i termoscanner, i guanti e le operazioni di sanificazione ripetute tre volte».
«Abbiamo 50 dipendenti – spiega Cavanna – e abbiamo continuato a lavorare garantendo la massima sicurezza. Ci siamo preoccupati anche dello smaltimento dei dpi, attivando una convenzione con Iren per avere dei bidoni ad hoc. È deludente vedere che a fronte di tanto impegno e di tante spese non si riesca a ottenere nulla, neppure un rimborso che è legittimo».
Concorde anche il direttore di Confapi Industria Piacenza Andrea Paparo: «Tantissime nostre aziende hanno dovuto investire delle cifre consistenti per l'acquisto dei dpi e altrettante si sono informate sulla possibilità di ottenere dei rimborsi – spiega – non a caso come associazione abbiamo uno sportello dedicato a cui numerosi imprenditori si sono rivolti: il fatto che questo click day abbia lasciato fuori tante aziende è deludente e crea non poche difficoltà ai tanti imprenditori che fin dall'inizio hanno cercato di non fermare l'attività e di garantire la sicurezza dei dipendenti».