Nasce il brand "Destinazione Emilia" per Piacenza, Parma e Reggio
Arte e cultura, buona tavola, wellness e natura, nasce "Destinazione Emilia": unico brand per i territori di Piacenza, Parma e Reggio Emilia. Coordinamento, promozione e calendario condiviso: insieme per attrarre sempre più visitatori
Il fascino dei castelli del Ducato di Parma e Piacenza e, nel reggiano, di Matilde di Canossa, la musica di Giuseppe Verdi e Arturo Toscanini, l’esperienza unica della Via Francigena, le piste innevate del Cerreto Laghi e le architetture contemporanee di Renzo Piano (auditorium di Parma) e di Santiago Calatrava (i ponti e la stazione Mediopadana di Reggio Emilia). E ancora, gli scenari naturali sulla sponda destra del Po, le eccellenze della Food Valley - Pancetta, Coppa e Salame piacentini, Prosciutto di Parma e Culatello di Zibello, Parmigiano Reggiano, Aceto balsamico tradizionale di Reggio Emilia, solo per citarne alcune -, il benessere termale di Salsomaggiore, gli itinerari delle città d’arte tra le statue di Piazza dei Cavalli a Piacenza, il Battistero di Parma e la Basilica di San Prospero a Reggio Emilia. C’è davvero l’imbarazzo della scelta fra le proposte della nuova meta turistica, “Destinazione Emilia”, che riunisce sotto un unico marchio le province di Piacenza, Parma e Reggio Emilia e che oggi a Bologna ha presentato la strategia di marketing comune ai tre territori e il nuovo logo. Alla conferenza stampa in Regione, con la presidente di ‘Destinazione Emilia’, Natalia Maramotti, assessore al Comune di Reggio Emilia, sono intervenuti fra gli altri anche i sindaci di Piacenza, Patrizia Barbieri, di Parma, Federico Pizzarotti, e di Reggio Emilia, Luca Vecchi, oltre ai i presidenti delle Province.
“Destinazione Emilia” è un distretto da oltre 1,2 milioni di arrivi (circa il 12% di quelle registrate in regione nel 2016, ultimo anno di cui è disponibile il consuntivo completo) e 3,7 milioni di presenze (8%) con una disponibilità complessiva di 150 mila posti letto. Vanno poi aggiunte le mete ricomprese nella nuova categoria “Altre località”, censita dall’Osservatorio sul turismo regionale solo da quest’anno, che ricomprende Comuni al di fuori dei circuiti tradizionali (Costa, Appennino, Città d’arte) come Collecchio, Colorno, Noceto, Correggio e Rubiera che sempre nel 2016 fecero registrare da un minimo di 40mila e fino a 100mila presenze turistiche.
“Il nuovo soggetto pubblico di promozione e commercializzazione turistica- ha sottolineato l’assessore regionale al Turismo, Andrea Corsini- mette in campo una regia di marketing a 360 gradi per i territori di Piacenza, Parma e Reggio Emilia ed è l’espressione del nuovo sistema di governance turistica previsto dalla legge regionale 4/2016. Si affianca alla ‘Destinazione Romagna’, presentata di recente a Rimini, e alla Città metropolitana. In ‘Destinazione Emilia’ 99 Comuni e tre Province sono riuniti in un unico brand: molto più che una questione d’immagine, bensì un significativo segnale di crescita e cambiamento nel modo di fare turismo. Agire coesi, oggi, è determinante per accrescere la competitività del sistema nel suo complesso. È quindi strategica- ha chiuso l’assessore- la sinergia per la valorizzazione dei territori sui mercati, funzionale anche al sostegno delle attività realizzate dagli operatori a vantaggio e beneficio dell’intera Destinazione”.
“Destinazione Emilia” contempla arte e cultura, passando per la natura e il turismo fluviale lungo il Po, senza dimenticare l’offerta enogastronomica unica, associata a vini come Gutturnio e Malvasia. Il tutto ‘legato’ da un calendario di appuntamenti lungo tutto l’anno che va dai festival musicali e culturali alle mostre, passando per sagre enogastronomiche ed eventi sportivi.
“Un’area vasta a vocazione turistica - ha commentato la presidente Maramotti, presentando il progetto -. È la grande sfida che si pone alle amministrazioni e ai privati che operano in questo territorio. Richiede coordinamento e capacità di costruire prodotti turistici competitivi a partire dalla nostra massima distintività: quella di essere la Food Valley riconosciuta anche a livello internazionale”