Pomodoro, Confagricoltura: «Per salvare il comparto serve dare managerialità alle Op»
Confagricoltura Piacenza convoca le sezione di Prodotto: al tavolo due milioni di quintali
La Sezione di Prodotto Pomodoro da Industria di Confagricoltura Piacenza ha tenuto, questa mattina, un incontro allargato ai produttori associati componenti di Consiglio delle Op di settore. Ordine del giorno: ragionare su prospettive e strategie per la prossima campagna in vista dell’imminente trattativa.
“Le premesse non sono incoraggianti – ha esordito il presidente della Sezione di Prodotto e vicepresidente di Confagricoltura Piacenza, Giovanni Lambertini -, anche se è ancora necessario valutare meglio le intenzioni delle industrie e determinare il potenziale di trasformazione conseguente. Gli auspici sono comunque quelli di non trascinare la campagna produttiva oltre certi limiti: uno sforzo inutile e non remunerativo. Il sentore generale – ha riferito Lambertini – è che si voglia ridurre gli investimenti e quantitativi”. Diverse le problematiche, purtroppo non nuove, affrontate nella mattinata dai numerosi intervenuti.
“Le Op erogano servizi molto utili – ha sottolineato Lambertini – ma chiediamo che mostrino la vera natura per la quale sono state pensate: riuscire a governare la produzione e aggregare l’offerta per confrontarsi in trasparenza con la domanda. Senza trasparenza, ogni tentativo di mantenere tonico il mercato, oggi prerequisito per garantire che l’anno prossimo esista ancora questo comparto, è inutile”. “Serve – ha rimarcato Filippo Gasparini, presidente di Confagricoltura Piacenza, presente all’incontro – che all’interno delle Op si affronti la campagna con l’impostazione commerciale e manageriale che i tempi del mercato globale richiedono per provare a tenere di più in tensione il mercato”. La sezione di prodotto ha poi chiuso la discussione con un moto d’orgoglio. “Teniamo alla crescita delle Op esistenti affinché diventino strumenti di governo vero del mercato e lavoreremo per assecondare questa crescita – hanno detto gli intervenuti - ma a questo tavolo ci sono due milioni di quintali di pomodoro, di quello, come dicono i dati, della miglior qualità al mondo, prima di rinunciare a produrlo, se non riusciremo a commercializzarlo con le strutture di oggi, potremmo anche dotarci di strumenti diversi”.