Economia

Proprietà fondiaria: «Con tassazioni inique e disoneste non si va da nessuna parte»

L’organizzazione della Proprietà fondiaria (che raccoglie e organizza, in città e provincia, più di 1500 proprietari e agricoltori) esprime «profondo disagio per il fatto che gli amministratori dei Comuni del piacentino non sentano il dovere morale e civico di rivedere le aliquote dell’imposta sulle aree fabbricabili, facendo presente che con imposte concettualmente disoneste ed immorali non si va da nessuna parte né si può pretendere che i cittadini siano poi, essi solo, onesti. Molte aree sono infatti state giudicate fabbricabili – al fine di tassarle – senza che esse abbiano nessuna vocazione al proposito e, spesse volte, contro la volontà della proprietà, imponendo contemporaneamente vincoli di edificazione a sola iniziativa pubblica e disattendendo istanze di derubricazione, specie in presenza di natalità calante. Tutto questo anche senza considerare – punto di per sé sufficiente – che nessuno oggi più costruisce, per la persistente grave crisi immobiliare, indotta e mantenuta proprio dalla grave tassazione comunale ed erariale. L’organizzazione esprime particolare sdegno a proposito del comportamento del Comune di Piacenza che ha di recente approvato un aggravio degli oneri di urbanizzazione al deliberato scopo di rendere assolutamente inedificabile ogni area fuori dal perimetro urbano, guardandosi peraltro bene dal rivedere le tasse e le previsioni di fabbricabilità delle aree interessate. Che si dica poi che l’imposta area fabbricabili non viene aumentata dal 2011 è un fuor d’opera: i prezzi non sono aumentati e se si ritoccassero dovrebbero essere abbassati. Sempre a proposito del Comune di Piacenza, la Proprietà fondiaria lamenta che esso abbia anche abolito la Commissione, sempre esistita, per l’accertamento dei valori, proprio per evitare di dovere diminuire l’imposta ed auspica che l’imposizione venga ricondotta a giustizia ed equità e del tutto cancellata, come per gran parte delle aree fabbricabili di Piacenza, ove l’edificabilità è totalmente da escludersi».