Economia

Impatto guerra sull’economia di Piacenza, la stima di crescita perde l’1,3% (100 milioni di euro)

Al PalabancaEventi la presentazione del Rapporto 2022 del sistema economico piacentino, «Dati 2021 molto buoni, adesso però rientriamo in piena incertezza»

La presentazione del Rapporto 2022 del sistema economico piacentino

«Il 2021 è stato un anno di forte crescita, parliamo di oltre il 6% del Pil del valore aggiunto di Piacenza, che è andata anche oltre alle previsioni. Abbiamo le stime relative al 2022, che tengono anche conto dell'impatto della guerra e parlano per Piacenza di una crescita attorno al 2,2%. Si tratta di una stima fatta ad aprile; la stessa stima fatta a gennaio parlava di una crescita del 3,5%. L'impatto della guerra vale quindi 1,3 punti percentuali, che equivale più o meno a 100 milioni di euro». Una fotografia scattata dal “Rapporto 2022 del sistema economico piacentino” e illustrata da Guido Caselli, direttore dell’Ufficio Studi di Unioncamere Emilia-Romagna, uno dei relatori presenti nel pomeriggio al PalabancaEventi di via Mazzini, sede della presentazione. Coinvolti Banca di Piacenza, Università Cattolica e Camera di Commercio, autore del report il gruppo di ricerca - coordinato dal professor Paolo Rizzi e dal professor Enrico Ciciotti dell’Università Cattolica - costituito da Davide Marchettini e Lorenzo Turci del Laboratorio di Economia locale, con la collaborazione scientifica di Caselli e di Mauro Guaitoli, sempre di Unioncamere. Al tavolo dei relatori anche il professor Rainer Masera, ordinario di Politica economica e preside della Facoltà di Economia dell’Università Guglielmo Marconi di Roma.

«Un report importante, non solo perché riporta tutti i dati, ma perché finalmente riusciamo anche a far chiarezza in questi dati» sottolinea Pietro Coppelli, condirettore della Banca di Piacenza. «In questi ultimi tempi chi aveva necessità di reperire i dati sull'andamento dell'economia faceva fatica, doveva saltellare da una parte dall'altra per ricercarli e per ricomporre poi un insieme. Proponendo questo report riusciamo a dare a chi è interessato ad analizzare i dati dell'economia un documento completo, uniforme direi anche chiaro, perché raggruppa in capitoli i vari settori dell'economia del territorio piacentino e quindi aiuterà moltissimo gli studiosi, gli studenti e gli addetti al mestiere a fare delle analisi anche prospettiche sull'andamento dell'economia».

                              

Un’analisi dello stato dell’economia locale, divisa tra due scenari: da un lato l’andamento positivo registrato nel 2021, dall’altro gli effetti della guerra in Ucraina con cui fa già i conti l’anno in corso. «Dal punto di vista settoriale il 2021 ha visto una forte crescita delle costruzioni come era facile immaginare - spiega Caselli - molto bene anche l'industria, che sarà quella che accuserà di più il colpo nel 2022: lì probabilmente andremo verso una crescita zero, questa a causa del nuovo scenario, della difficoltà di approvvigionamento delle materie prime, dell'energia e dell’inflazione che a Piacenza sta crescendo molto forte. L'ultimo dato di aprile parla di una crescita del 7,1 che è superiore sia a quella regionale che è quella nazionale».  

«Cambiano completamente i settori a rischio – sottolinea il professor Rizzi - nella pandemia hanno sofferto il commercio, il turismo, la ristorazione eccetera., adesso invece non hanno nessun impatto diretto con il conflitto e con le tensioni. I settori che invece vanno molto bene nel 2021, che sono poi i settori più importanti dell'economia di Piacenza, come la meccanica, l’agroalimentare, e un po' anche la logistica dal lato dei trasporti più che la logistica in senso stretto, subiranno i costi in aumento, la scarsità di materie prime, della ghisa, del ferro, dell’acciaio. Così anche l'alimentare, «non tanto per il grano, ma anche per i fertilizzanti, penso anche al latte che ha subito degli aumenti. «Anche i prezzi dei prodotti agricoli in salita - conclude - si trasferiranno alle nostre produzioni, che sono ottime, esportano molto, e quindi anche sui consumatori. Abbiamo tutti i dati 2021 molto buoni, però adesso rientriamo in piena incertezza».


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