Economia

«Senza acqua muore l’agricoltura», i trattori invadono la città per protestare

La protesta degli agricoltori per lo stralcio della traversa di Sant’Agata dalle opere. I trattori della manifestazione pacifica sono arrivati anche a Piacenza

I trattori

«Senza acqua muore l’agricoltura». Il condominio Rivo Villano con il supporto delle tre associazioni di categoria – Coldiretti, Confagricoltura e Cia - ha organizzato una manifestazione di civile protesta per sensibilizzare le istituzioni sul blocco dell’autorizzazione a realizzare opere irrigue fondamentali per il territorio, con particolare riferimento alla traversa di Sant’Agata strategica per una superficie di circa mille ettari coltivati. La manifestazione ha visto gli agricoltori partire da Rivergaro e arrivare nel parcheggio dello stadio cittadino “Leonardo Garilli”. Nel ritorno a Rivergaro sono stati scortati dalla polizia. 

COLDIRETTI: «ACQUA, BASTA LAVORARE IN EMERGENZA»

Precipitazioni scarsissime e strutture inadeguate al trattenimento e alla conservazione dell’acqua per gli usi irrigui. Allo stato attuale nel Nord Italia la situazione è peggiore di quella del 2017. E’ lo scenario fotografato da Coldiretti Piacenza che questa mattina ha aderito in sostegno alla manifestazione “Senza acqua muore l’agricoltura” organizzata dal “Condominio Rivo Villano” e finalizzata a sensibilizzare le istituzioni e la popolazione sull’importanza di opere per creare delle riserve idriche nel Piacentino. Una protesta che nasce soprattutto dai recenti sviluppi della vicenda legata alla realizzazione della traversa di Sant’Agata, opera ritenuta necessaria e strategica per una superficie di circa mille ettari coltivati. «E’ evidente quanto l’acqua sia indispensabile all’agricoltura – ribadisce il presidente provinciale di Coldiretti Piacenza Marco Crotti – ma è opportuno evidenziare quanto le produzioni agricole siano significative per la nostra economia. Basti pensare che la Produzione lorda vendibile dell’agricoltura piacentina supera i 400 milioni di euro con un indotto economico generato dall’agroalimentare che è di cinque volte superiore. La scarsità d’acqua è un problema di tutti, anche civile, e come tale va affrontato. La nostra è innanzitutto una battaglia di sensibilizzazione: l’agricoltore non è colui che spreca l’acqua, perché l’acqua ha un costo e gli agricoltori non amano gli sprechi. Non solo. Il reticolo idrico minore funzionale all’irrigazione è un patrimonio storico e culturale del territorio e contribuisce a garantire la biodiversità in maniera diffusa. Servono opere concrete, non approcci ideologici. Quello che chiediamo – conclude Crotti – è un approccio condiviso, serio e responsabile delle problematiche che riguardano l’acqua, dalla questione del deflusso minimo vitale ai rilasci del Brugneto, per non continuare a gestire in emergenza tutte le situazioni, sia che si tratti di siccità sia nel caso del problema opposto, ovvero allagamenti e inondazioni».

 I LIBERALI: «QUESTO E’ IL RISULTATO DELL’AVER AFFIDATO L’OPERA AL CONSORZIO DI BONIFICA»

«L’associazione dei Liberali – interviene in una nota - si stupisce che gli agricoltori si stupiscano della bocciatura della Traversa di S. Agata. Come potevano pensare che affidando la realizzazione di un’opera loro necessaria al Consorzio di bonifica, e cioè ad uno degli Enti più discussi della nostra provincia nonostante sia gestito da agricoltori e coltivatori diretti, quest’opera da loro auspicata potesse essere realizzata? L’esperienza di quanto capitato per la cassa di espansione del Comune di Piacenza è magistrale ed insegna che quando il Consorzio di bonifica esegue una qualsiasi opera, addirittura anche quando la esegue con soldi della Regione, immancabilmente poi tassa i terreni vicini. Aver affidato la costruzione dell’opera prevista al Consorzio di bonifica ha immediatamente portato al coalizzarsi in senso contrario una miriade di realtà economiche e non (per il timore di un aggravamento, appunto, della contribuzione coatta di bonifica) e ha fatto massa insieme alle proteste degli ambientalisti. Ora il Consorzio sembra volersi appropriare di un’altra soluzione che non comporterebbe la spendita di 4 mln di euro che quindi meno evidentemente interessa allo stesso costruire. Ma, sia pure in termini meno di massa, si coalizzeranno le stesse paure a proposito del Consorzio che si sono coalizzate per la Traversa. Coltivatori diretti e agricoltori dovrebbero comprendere che nulla ricavano - per quanto almeno ufficialmente se ne sa - dalla condivisione della politica contributiva di un Consorzio che si qualifica per il suo negativo attivismo e per la fornitura di acqua d’irrigazione a costi perlomeno raddoppiati rispetto a quella fornita dai privati condomini, che - come stabilito da una recente sentenza della Cassazione - sono per di più esonerati in toto dalla tassazione di bonifica».

 

TRAVERSA SANT’AGATA, RANCAN: «REGIONE INDIFFERENTE ALLE ESIGENZE DEGLI AGRICOLTORI»

«Lo stop della Regione Emilia Romagna alla realizzazione della traversa Sant’Agata a Rivergaro è l’ennesimo esempio della riluttanza dell’ente a prendersi a cuore le necessità più sentite nel Piacentino. Il presidente regionale Stefano Bonaccini e l’assessore all’Ambiente Paola Gazzolo, come da prassi consolidata da parte degli amministratori del Partito Democratico, si sono ancora una volta dimostrati lontani dalle esigenze dei nostri cittadini». Così il consigliere regionale della Lega Matteo Rancan a seguito della protesta degli agricoltori, organizzata dal Consorzio Rivo Villano con il sostegno di Coldiretti, Confagricoltura e Cia, che si è svolta a Piacenza per sensibilizzare la popolazione sul tema delle opere irrigue. «Il sit-in andato in scena in mattinata» afferma l’esponente leghista, che si dichiara «completamente dalla parte dei dimostranti», «è la risposta all’incapacità di ascoltare il territorio». «Una categoria – insiste Rancan – ha fatto sentire la propria voce perché è inammissibile rischiare di restare senz’acqua ad uso irriguo nei mesi estivi: bloccare un’opera tanto importante significa infatti compromettere il lavoro di tante persone ed imprese agricole. E se l’amministrazione regionale è insensibile alle richieste degli agricoltori, la Lega non farà mai mancare il proprio appoggio a battaglie di questo tipo».

IL COMMENTO DEI PARLAMENTARI DELLA LEGA ELENA MURELLI E PIETRO PISANI

Sulla protesta degli agricoltori, per la mancata realizzazione della traversa di Sant’Agata, intervengono i parlamentari della Lega, Elena Murelli e Pietro Pisani. I parlamentari hanno espresso «grande disappunto, soprattutto in questo momento dopo che il Governo aveva anche assegnato delle risorse. E’ un peccato che non si riesca a raggiungere un accordo su come fare la derivazione, tanto utile agli agricoltori che lavorano sulla sponda destra del Trebbia. Se gli agricoltori non potessero irrigare, infatti, avrebbero problemi con le coltivazioni e sarebbero costretti a prelevare l’acqua dai pozzi artesiani. E questo andrebbe a discapito della falda sotterranea. Il prelievo dai pozzi, inoltre, in alcuni casi è motivo di grave inquinamento dovuto al fumo e alle polveri sottili emesse dai motori diesel utilizzati per sollevare l’acqua. Invitiamo, pertanto, tutti a sedersi attorno a un tavolo e discutere. La politica dia la disponibilità a far sì che le parti si incontrino e trovino soluzioni eque».

L'INTERVENTO DEL COSIL

«Il Consorzio Infrastrutture e Logistica Piacenza – informa il sui presidente Federico Scarpa -Co.Sil., che da tempo segue le vicissitudini riguardanti l’ipotesi di realizzazione di invasi in Val Nure, Val Trebbia, ha partecipato con entusiasmo a questa iniziativa pensando però di trovare una adesione attiva anche da parte delle categorie economiche. Ma, come al solito, il concetto di “fare squadra” sembra essere fuori dalla portata dei piacentini. Infatti oltre al Consorzio hanno aderito ufficialmente la Libera Associazione Commercianti, l’Associazione Promotori d’Impresa e il Centro Studi Piacenza i quali ritengono che il problema sollevato non sia di pertinenza soltanto delle categorie agricole, ben rappresentate nell’occasione, o degli ambientalisti, ma riguarda il complesso della società civile. Dichiarare, come ha fatto qualcuno, che le esigenze idropotabili del mondo agricolo siano posizioni pretestuose, non ha riscontro nella realtà che, invece, dimostra l’urgente necessità di un invaso - o Diga, come dir si voglia - che garantisca l’approvvigionamento del prezioso elemento all’intero territorio. Ci scusiamo anticipatamente se questo suonerà “fuori dalle righe”, ma ci appelliamo al prefetto di Piacenza, per far presente che le limitazioni prescritte all’iniziativa avevano, a nostro parere, carattere eccessivamente limitativo ed erano sproporzionate sia rispetto alla dimensione della manifestazione in oggetto sia alla qualità dei partecipanti. Talché si è svolta con grande ordine e correttezza a dispetto, appunto delle restrizioni. A questo punto vorremmo ricordare a tutti che dal momento in cui la “guerra dell’acqua”, come qualcuno l’ha definita, assumerà aspetti più “caldi”, non sarà certo sufficiente andare sul piazzale di Via Gorra, ma serviranno iniziative più stringenti a sostegno della gestione delle acque del territorio e occorrerà tenersi pronti a sbloccare situazioni di ostruzionismo che, di volta in volta, potranno presentarsi. Ci auguriamo sinceramente che le categorie economiche della provincia si sentiranno più coinvolte ed avranno il buon gusto di aderire alle future iniziative sull’argomento».


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