Eventi

Amici dell'Arte, mostra “Abramo: la nascita dell’io”

Dal 16 al 30 marzo sarà allestita alla Sala Amici dell’Arte di Piacenza, via S. Siro 13, la mostra “Abramo: la nascita dell’io”, realizzata dal Meeting di Rimini e organizzata dall’Associazione Culturale “Ingenua Baldanza” con il contributo della Fondazione di Parma e Vigevano.

La mostra sarà aperta dal lunedì al venerdì dalle 16 alle 19, il sabato e la domenica dalle 10.30 alle 12.30 e dalle 16 alle 19 (esclusa Pasqua e il lunedì dell’Angelo).

La presentazione ufficiale della mostra avverrà, sempre nella Sala degli Amici dell’Arte, venerdì 18 marzo alle ore 21.00 con gli interventi di don Paolo Mascilongo, biblista, docente di Sacra Scrittura al Collegio Alberoni e p.Erminio Antonello,  docente di Antropologia Teologica al Collegio Alberoni.

La mostra si propone di accompagnare il visitatore nella riscoperta della figura di Abramo, sia dal punto di vista storico che da quello culturale; non mancano i brucianti riferimenti all’attualità perché risalire all’origine è sempre un buon modo per capire il presente ed in particolare gli avvenimenti drammatici che stanno accadendo in quelle terre (Siria, Iraq, Israele) in cui Abramo ha abitato e tra quelle popolazioni che di Abramo  si dicono discendenti .

Un grande protagonista della archeologia contemporanea, Giorgio Buccellati, ha curato l'allestimento della prima parte della mostra, proponendo una tesi originale sull'origine delle tribù nomadi mesopotamiche entro cui si colloca tradizionalmente la figura di Abramo. Tali tribù non sarebbero, secondo Buccellati, la permanenza arcaica di un modo primitivo di intendere la vita e la religione accanto al fiorire delle prime civiltà urbane, ma, al contrario, una reazione di ritorno al deserto per fuggire dagli elementi disumanizzanti e spersonalizzanti delle prime  civiltà urbane. É in questo contesto di rifiuto della novità urbana che si collocherebbe la nascita del monoteismo e quindi della prima radice di ebraismo, cristianesimo e Islam.

Con la figura di Abramo, i curatori della mostra identificano e documentano la nascita di un’idea moderna di persona e la mostra documenta i tratti della figura di Abramo così come sorgono nel racconto biblico: la concezione dell’io come rapporto con un Tu che chiama nella storia, la percezione dunque della vita come vocazione e del lavoro come compito assegnato da un Altro, la categoria di storia lineare e non più ciclica.

Le sezioni successive della mostra, in parallelo all’avvenimento di Abramo, conducono a ripercorrere la figura di  Cristo come vero discendente di Abramo e poi ad esaminare la crisi moderna di quell’idea di persona, in un mondo dominato dal crollo delle evidenze e dell’oscuramento della natura dell’uomo, unitamente  ad un accenno finale al metodo per uscire da tale oscuramento, recuperando valore e significato all’azione della persona mobilitata da un compito.


Si parla di