Eventi

Galleria Alberoni, "Attraverso il mondo"

Domenica 15 ottobre 2017 presso la Galleria Alberoni è programmato Attraverso il mondo, quarto evento collaterale alla mostra “Attraverso. La Croce di Lampedusa racconta Piacenza attraverso lo sguardo di nove fotografi”.

L’iniziativa prevede, alle ore 16, una visita guidata al patrimonio artistico e scientifico del Collegio e della Galleria Alberoni e alla mostra fotografica in corso, con ingresso ridotto €. 4,50.

La visita svelerà ai presenti tutti gli oggetti da viaggio presenti nella collezione del Cardinale Alberoni: bauli, forzieri, scrittoi, la bussola con meridiana, etc. 

Alle ore 17.30 nella Sala degli Arazzi, si terrà una conversazione intitolata I viaggi del Cardinale Alberoni, a cura di Maria Rosa Pezza, che presenterà la biografia di Giulio Alberoni proprio a partire dai viaggi da lui sostenuti nel corso della sua vita e della sua carriera ecclesiastica e politica.

In occasione della mostra Attraverso che mette a tema il drammatico viaggio in cerca di futuro dei migranti, evocato dalla Croce di Lampedusa, raffigurata nelle 50 suggestive fotografie esposte, viene offerta a tutti gli interessati un’occasione per conoscere e approfondire l’attraverso di uno dei più importanti piacentini che, nel corso della sua vita ha dovuto conoscere molteplici terre e alternare numerose residenze. La vita di Alberoni infatti traccia un itinerario europeo che congiunge Ravenna, la Francia, le Fiandre, la Spagna, la Liguria, Roma e poi Bologna e San Marino.

La mostra è visitabile venerdì, sabato e domenica dalle ore 15.00 alle ore 18.00

Percorsi accompagnati alla mostra, alla Galleria e al Collegio (Ecce Homo, Appartamento del Cardinale e Biblioteca monumentale)
venerdì e sabato, alle ore 16.00 e alle ore 17.00

Visita guidata alla mostra, alla Galleria e al Collegio (Ecce Homo, Appartamento del Cardinale e Biblioteca monumentale) domenica, ore 16.00

ATTRAVERSO IL MONDO - I viaggi del Cardinale Giulio Alberoni

Giulio Alberoni viaggiatore

La vita del Cardinale Giulio Alberoni è stata senza dubbio avventurosa. Le vicende politiche del tempo (nacque nel 1664 e morì nel 1752) sono caratterizzate da guerre che coinvolsero i principali paesi d'Europa e da transazioni diplomatiche laboriose e complicate da carteggi ufficiali e segreti.

Giulio Alberoni, di origini umilissime, seppe muoversi nel mondo dei “decisori” delle sorti di uomini e paesi con estrema destrezza. Tanto è stato scritto sulle sue abilità diplomatiche e la sua competenza nell'ambito del diritto, ma poco sui suoi spostamenti sul territorio europeo.

Di certo Alberoni viaggiò parecchio e dei suoi spostamenti si parla nei documenti del tempo, anche se è difficile trovarne una descrizione dettagliata: mezzi di trasposto, bagagli, durata dei viaggi, ritenute notizie non rilevanti.

Scorrendo la biografia del cardinale si evidenziano alcuni spostamenti importanti.

Il viaggio a Ravenna del 1681

All'epoca Giulio Alberoni era soltanto diciassettenne ed era studente presso il Collegio dei Gesuiti di San Pietro. Lo storico Cristoforo Poggiali riferisce del suo viaggio a Ravenna al seguito dell'Uditore Criminale Ignazio Gardini, ravennate di origine, ma residente a Piacenza e frequentante l'ambiente del Collegio dei Gesuiti. Giulio Alberoni frequentava lo studio del Gardini quando questi venne allontanato dalla nostra città a causa di uno scandalo che lo stesso Poggiali non chiarisce. Nulla si conosce di concreto su questo primo viaggio, ma si sa che Giulio Alberoni si trattenne a Ravenna per circa tre mesi e che là fece la conoscenza del Vice-Legato Pontificio Mons Giorgio Barni che sette anni dopo farà il suo ingresso a Piacenza come capo della Diocesi e conferirà incarichi importanti all'Alberoni, nel frattempo divenuto Notaio Apostolico e Giudice Ordinario, nonché presbitero

I viaggi come istitutore del nipote di Mons. Barni

Di questi viaggi che furono sul territorio Italiano non si conosce nulla.

I Viaggi internazionali

Tra questi il primo viaggio in Francia del febbraio 1706, quando fu introdotto dal Generale Vendome alla corte francese, allora dimorante a Versailles, e presentato al Re Luigi XIV.

Un secondo incontro con il Re Sole avvenne qualche mese dopo quando divenne “lo strumento e il canale per il quale sarebbero camminati gli affari più segreti che dovevano passare fra S. M. e il Duca di Vendome” (Rossi, 1978).

Segue il viaggio in Fiandra a seguito del Vendome.

Nel 1712 Alberoni seguì il Duca e Generale in Spagna. Restò a Madrid dopo la morte del Vendome come Residente dei Farnese presso la corte di Filippo V, guadagnandosi il benvolere e la fiducia dei Reali spagnoli.

Il Viaggio di ritorno in Italia

Molti racconti sono nati sul viaggio più avventuroso del Cardinale. Nel dicembre 1719 venne allontanato dalla corte di Madrid. Ampi resoconti riguardano il suo viaggio nel sud della Spagna e della Francia fino al suo approdo nel territorio genovese e precisamente a Finale Ligure, dove rimase per alcuni mesi prima di spostarsi al di fuori dei confini del genovesato.

I suoi spostamenti lo portarono a Roma nel 1721: aveva avuto un lasciapassare per partecipare al Conclave dopo la morte di Clemente XI il 19 marzo 1721.

Il ritorno in Emilia e a Piacenza

Questo è forse il periodo meno burrascoso (se escludiamo la guerra del 1746 e la vicenda di San Marino). Si tratta degli ultimi vent'anni della sua vita e i suoi spostamenti si svolsero tra Roma, Piacenza, Bologna, territorio bolognese e le Marche.

Tra questi forse un viaggio di piacere, l'unico che sembra aver compiuto per diporto, riposare, incontrare amici: la visita alle terre di Medicina, patria di don Galeazzo Giovannelli suo procuratore a Piacenza nonché rettore della chiesa di San Lazzaro e luogo dal quale per un certo tempo lui stesso venne considerato originario.

L'ultimo viaggio

L'ultimo spostamento fu quello più breve: dal palazzo nella vicinia di San Savino alla chiesa di San Lazzaro dove dal 29 giugno 1752 riposa la sua salma. Interessante per la descrizione nei documenti del tempo.

La conversazione di domenica 15 ottobre 2017 intende essere un racconto che tratta con semplicità le vicende di uno dei nostri concittadini più importanti.

DENTRO LA MOSTRA

ATTRAVERSO è una emozionante mostra fotografica evento, che presenta circa 50 immagini, stampate in alta qualità, in un viaggio attraverso la Croce di Lampedusa e la città di Piacenza, suddiviso in tre sezioni.

La mostra si propone di collegare Piacenza e il mondo. Se da un lato infatti ogni fotografia ritraendo la Croce di Lampedusa evoca la situazione attuale del mondo, nella quale oltre 65 milioni di persone, un numero senza precedenti, sono state costrette a fuggire dal proprio Paese, dall’altro ogni immagine svela un luogo importante della nostra città, carico di storia, di cultura, di spiritualità e di impegno nella cura e nel riscatto dell’uomo e delle sue fragilità.

Il percorso di mostra si presenta come un viaggio nel dramma dei migranti raccontato dai legni consunti della Croce di Lampedusa, ma anche come un cammino attraverso la storia e l’attualità di Piacenza.

L’itinerario vuole infatti raccontare Piacenza attraverso la Croce di Lampedusa.

La mostra, oltre alle fotografie esposte, propone anche ingrandimenti di alcune foto ritenute particolarmente simboliche.

  1. SEZIONE
    Attraverso il sacro

Monastero delle Carmelitane Scalze di San Lazzaro

Situato a Piacenza, in Via Spinazzi, è intitolato a "San Giuseppe e Santa Teresa" e in esso la comunità si è trasferita il 22 aprile 1964, da un precedente monastero che si trovava sullo stradone Farnese.

Il complesso è disposto a quadrilatero attorno a un chiostro che, seppure con linee moderne, richiama la tradizionale struttura monastica. Al fianco dell'ingresso si trova la chiesa improntata a una estrema semplicità, ma con alcune importanti opere, come i dipinti del Solimena raffiguranti la Madonna e santa Teresa d'Avila e un crocifisso di un anonimo scultore del Seicento.  Le suore vivono in clausura secondo la regola di Santa Teresa di Gesù, ma la chiesa è aperta al culto e il monastero ospita incontri di preghiera.

Uno di questi incontri spirituali ha visto la Croce di Lampedusa entrare con il suo carico di dolore e speranza tra le mura del Monastero, abbracciata da una comunità orante, fotografata da Angelo Bardini.

La Chiesa di San Donnino

Fu fondata nel IX secolo, in una zona a forte concentrazione di parrocchie, a contatto con la Francigena e nei pressi della via che conduceva alla Val Trebbia. Come testimonia una lapide conservata nella stessa, è stata consacrata nel 1236 dal cardinale piacentino Jacopo da Pecorara, maestro di Tedaldo Visconti, il futuro papa Gregorio X. L’impianto planimetrico è a tre navate ma ben poco resta delle murature originali. L’attuale facciata, realizzata in stile lombardo da Camillo Guidotti, risale al 1889, il portale è ornato con le scene del martirio di S. Donnino, titolare della cattedrale di Fidenza. La chiesa ospita l'adorazione eucaristica continua del Santissimo Sacramento. La Croce di Lampedusa ha sostato in essa dialogando con lo splendido crocifisso in bronzo realizzato dallo scultore piacentino Giorgio Groppi nel 1982, ritratta da Roberto Ricci ed Ezio Molinari.

Basilica di Sant’Antonino

Quale che fosse il suo ruolo originario, cattedrale o chiesa cimiteriale, è indubbio che la chiesa di Sant’Antonino abbia giocato un ruolo fondamentale nella storia della città. In essa venne firmata la pace di Costanza, tra Federico Barbarossa e i comuni della Lega Lombarda, dal suo capitolo proveniva Tedaldo Visconti, unico papa piacentino con nome di Gregorio X.

Fondata alla fine del IV secolo dal vescovo Vittore, tramanda le memorie e le reliquie di S. Antonino e del vescovo Savino. La sua forma “occidentata” cioè a croce latina orientata ad ovest è stata interpretata tanto come frutto di campagne costruttive successive che di un unico cantiere risalente al 1014; al XII secolo risale il portale scolpito con le immagini di Adamo ed Eva che enfatizza l'ingresso verso la francigena, a cui fu aggiunto, nel 1350, un pronao gotico.

La Croce di Lampedusa, anch’essa carica di storia, seppur recente, e del destino degli uomini del nostro tempo, è stata ritratta da Massimo Mazzoni in silenzioso dialogo sia con la facciata esterna, che con i volumi e i dipinti che adornano l’interno della basilica.

La Cattedrale di Piacenza

Costruita agli inizi del XII secolo, fu voluta dai piacentini di dimensioni e architettura maestosa e solenne, con la facciata ornata di sculture ricche di significato teologico. Poiché tutti coloro che partecipavano alla sua costruzione dovevano trovare in essa rappresentanza, furono realizzate le formelle delle sette corporazioni maggiori e l'affresco di San Cristoforo, il santo protettore dei traghettatori. Ogni generazione ha aggiunto qualcosa, gli affreschi devozionali del XIII e XIV secolo, il polittico del 1447, sfolgorante di guglie dorate, le cappelle e gli altari laterali e infine i grandi cicli affrescati che ornano presbiterio e cupola per i quali vennero scelti i maestri migliori: Procaccini e Ludovico Carracci, per raccontare il Nuovo Testamento, le storie della Vergine e la certezza della salvezza, il Morazzone e il Guercino per narrare l'antico, i profeti, le sibille che preconizzarono la venuta di Cristo e la redenzione. Ogni tempo ebbe il suo stile, ogni generazione la sua testimonianza di fede, e ancora oggi la cattedrale è testimone dei sentimenti della comunità piacentina.

La Croce di Lampedusa fotografata da Massimo Mazzoni sul sagrato e tra le decorazioni geometriche della pavimentazione interna, in dialogo con i grandi volumi architettonici e il gioco di luci e ombre del tempio, ha portato in essa, la storia, gli interrogativi dell’uomo contemporaneo.

L’Ecce Homo di Antonello da Messina e la Croce di Lampedusa

Se all’inizio della storia del Cristianesimo la croce ha rappresentato la gloria di Cristo raffigurato come un sovrano in trono, a partire dal XIII secolo, è apparso nella rappresentazione il dolore del Figlio di Dio. Custodito al centro del Collegio Alberoni l’Ecce Homo di Antonello da Messina (1430-1479 ca) rivoluziona l’iconografia del dipinto di soggetto sacro e il sentire religioso del suo tempo. Il Cristo rivolge gli occhi allo spettatore, esprime intensamente i suoi sentimenti; la ripresa ravvicinata conferisce alla rappresentazione una forte carica drammatica, provocando in chi osserva un forte coinvolgimento emotivo.

Angelo Bardini e Anna Maria Belloni hanno fotografato la Croce di Lampedusa affiancata al volto di Cristo dipinto da Antonello. La Croce costruita con i legni consunti delle barche dei profughi e il suo silenzioso carico del dolore dell’uomo e il volto di Cristo “il cui sguardo si fa dura provocazione e struggente domanda: ho faticato invano?”

La Casa delle Suore Missionarie di S. Carlo Scalabriniane

La Congregazione fu fondata a Piacenza il 25 ottobre 1895, da Giovanni Battista Scalabrini, per la cura del migrante. Il carisma scalabriniano nacque infatti nel momento della grande emigrazione degli italiani verso le Americhe alla fine del secolo XIX.

A Piacenza le Suore dirigono e animano un prezioso centro di ascolto nel quale sono state accolte, fino a oggi, persone di 47 nazionalità differenti. Il centro propone una vera e propria scuola di lingua e cultura italiana, composta attualmente da otto classi per oltre 200 alunni, corsi di cucito per le donne e di giardinaggio per gli uomini; il centro inoltre gestisce un guardaroba a disposizione delle persone bisognose e sostiene, con derrate alimentari, circa 200 famiglie bisognose, italiane e straniere, presenti sul territorio. Nella notte del 1 marzo 2017 la Croce di Lampedusa carica della storia di tanti migranti è stata accolta nella casa madre delle Suore Scalabriniane in piazzetta San Savino dove è stata fotografata da Sergio Ferri.

  1. SEZIONE
    Attraverso l’uomo

In questa sezione sono presentate le fotografie degli incontri della Croce di Lampedusa con i luoghi, i volti e le esperienze, attive nella nostra città, di cura dell’uomo e delle sue fragilità.

La Caritas Diocesana

La promozione dell'uomo e l'animazione alla carità passa soprattutto attraverso i servizi e le opere che la Caritas diocesana promuove a favore dei più poveri. Si tratta di quei segni concreti nei quali si rende visibile l'impegno cristiano nella carità e la "scelta preferenziale dei poveri".

Tutte le attività hanno come obiettivo incoraggiare le persone ad essere prime protagoniste della propria storia, consapevoli che ognuno è portatore di risorse che talvolta appaiono latenti, soprattutto nei momenti di solitudine, di abbandono e di sofferenza.

Il Samaritano è una piccola cittadella della carità, della cura e promozione dell’uomo dedicata al recupero di cose (mobili, vestiti e cibo invenduto), di saperi (mediante la collaborazione con sarte, artigiani, restauratori, ecc.), di persone, inserendo al lavoro soggetti svantaggiati (grazie ai laboratori di restauro e di sartoria), di stili di vita orientati alla sostenibilità e al riuso.

La Croce di Lampedusa, fotografata da Sergio Ferri, è entrata nella vita del Centro il Samaritano, incontrando numerosi operatori e volontari impegnati nella promozione dell’uomo, sostando nel guardaroba, che raccoglie e distribuisce gli abiti, e nel magazzino alimentare.

La Casa di Iris

Inaugurata nel 2011 la Casa di Iris è una struttura moderna dotata di tutti gli accorgimenti per poter accogliere, prendersi cura e assistere con la massima attenzione persone con malattie in fase avanzata a rapida evoluzione, per le quali ogni terapia finalizzata alla guarigione non è più possibile. E’ un luogo ad alta specializzazione per quanto attiene la gestione dei sintomi fisici e psicologici e dove si considera il malato primariamente come una persona, dove si tutelano i bisogni psicologici di sicurezza e di appartenenza al proprio nucleo familiare e amicale, garantendo elevata qualità dell'assistenza e relazioni umane autentiche, indispensabili per favorire il mantenimento di una dignitosa qualità di vita. Il paziente viene non solo curato, ma preso in carico nella sua globalità di persona.
La Croce di Lampedusa, portando sui suoi legni tutta la fragilità dell’uomo, è entrata nella Casa di Iris, sostando per qualche ora nella sala polivalente insieme ai medici, al personale infermieristico, ai volontari, ai familiari e ai malati che hanno potuto stringersi a lei in riflessione e in preghiera.

Le foto di Angelo Bardini ci restituiscono l’intensità di questo incontro.

“Attraverso di lei non passeranno eserciti, ma solo chi ha bisogno di amore e che amore saprà dare”

L’Associazione “La Ricerca”

Tutti hanno diritto a non essere lasciati soli. E’ la profonda convinzione che da più di 35 anni guida ogni azione dell’associazione “La Ricerca” di Piacenza, e che oggi le fa tendere la mano anche ai nuovi poveri tra i più poveri: i profughi che hanno lasciato il loro Paese per disperazione.

Nata per rispondere all’emergenza-droga, nel tempo questa onlus si è specializzata per aiutare le persone in difficoltà in tutti i cicli e periodi critici della loro vita (dall’infanzia e prima adolescenza alla costituzione di una famiglia, dalla maternità - paternità ai delicati anni della vecchiaia), in situazioni dolorose dovute alle diverse forme di dipendenza (non solo da sostanze, ma anche da alcol, psicofarmaci, gioco d’azzardo, social…) così come nella malattia (anche le più emarginanti come l’aids o la disabilità di natura psichiatrica) e nel dolore del lutto.

Ad oggi “La Ricerca” dispone di 4 strutture di accoglienza e cura, interviene sul territorio offrendoprogetti educativi e percorsi di recupero, sportelli dell’ascolto, gruppi di auto-mutuo-aiuto, che possono contare su professionisti altamente qualificati e su un nutrito gruppo di volontari. E una fede comune: l’attenzione all’Uomo nella sua interezza, certi della possibilità di riscatto di ognuno.

Carlo Pagani ha ritratto la Croce tra le persone che si sono strette intorno a lei presso la sede dell’Associazione.

La Casa “Don Venturini” (La Pellegrina)

Nei primi anni Novanta anche a Piacenza si manifesta il drammatico fenomeno dell’aids. Diocesi di Piacenza-Bobbio, Caritas e “La Ricerca” intervengono prontamente dando accoglienza alle persone ammalate e a rischio emarginazione. Nel 1992 viene inaugurata la Casa Accoglienza Don Venturini, Opera Segno del Sinodo Piacentino, aperta in collaborazione con Caritas diocesana per l’ospitalità a persone malate di Aids. La casa accoglie 10 ospiti grazie al lavoro di un equipe di operatori e di un gruppo di volontari. La struttura è impegnata in progetti di formazione, sensibilizzazione e prevenzione dell’aids rivolti a scuole, operatori sociali e sanitari, parrocchie, associazioni, gruppi informali di giovani e di adulti. Annamaria Belloni e Angelo Bardini hanno fotografato l’incontro tra la Croce e le comunità che vivono alla Pellegrina.

  1. SEZIONE

Attraverso la strada

La Via e il quartiere Roma

L'attuale via Roma, è il principale asse stradale della città in direzione est-ovest; la sua parte iniziale costituisce l'originario decumano del castrum di Placentia, mentre, a partire dall'incrocio con via Trebbiola, oltrepassate le mura romane, ricalca il tracciato della via Emilia. Una direttrice obbligata dunque, progressivamente assorbita all'interno della fascia urbanizzata, fino all'attuale piazzale Roma.

Il Quartiere Roma è da sempre zona di transito, di intensi contatti con l'esterno, punteggiato da strutture religiose, parrocchiali, monastiche, sedi di confraternite, ma anche locande e stazioni di posta. La sua natura di porta sul mondo è confermata dalla realizzazione della stazione ferroviaria, negli anni immediatamente successivi all'unità d'Italia, e dal tentativo di realizzare un sistema di giardini, come i Margherita, viali, che collegassero l’approdo ferroviario, con via Roma e con il cuore della città.

La Croce di Lampedusa è stata ritratta da Sergio Ferri per le vie e i giardini e nelle sedi delle esperienze di solidarietà e accoglienza attive nel quartiere Roma, oggi certamente il più multiculturale di Piacenza; qui si è fatta testimone delle fatiche e delle potenzialità nel cammino di costruzione di una nuova fratellanza.

Giuseppe Vommaro, il madonnaro

Non usa tele e pennelli, ma la strada e gessetti colorati.

A 23 anni ha maturato la scelta di diventare artista capace di dare vita, sui marciapiedi e nelle piazze d’Italia, a ingrandimenti di noti dipinti e sculture, soprattutto Madonne.

Giuseppe Vommaro è un madonnaro nomade: ha scelto infatti di fare del viaggio la sua casa e di appartenere a una tradizione artistica che affonda le sue radici nel Medioevo, ma che trova interpreti ancor oggi. Quando risiede a Piacenza, la sua abituale “tela” è Largo Battisti, nei pressi della Chiesa di San Donnino. Proprio su questo selciato, nella giornata di mercoledì 1 marzo, ha dato forma, figura e colore alla Croce di Lampedusa. Quella stessa sera la Croce lo ha raggiunto, stazionando a fianco della sua stessa raffigurazione, avvicinando idealmente la biografia dell’artista viaggiatore alle innumerevoli storie di viaggio appese ai suoi legni. La sua opera, come quella di tutti i madonnari, non può resistere che pochi giorni per poi svanire, ma la “sua Croce di Lampedusa” è stata catturata dagli scatti fotografici di Roberto Ricci e Filippo Tambresoni.

Metteglia, Cerignale e la montagna piacentina

Ogni estate centinaia di ragazzi scout trovano accoglienza nella parrocchia di Metteglia e nelle frazioni del paese, situato alle falde del Monte Zuccaro. Si tratta di borghi che conoscono da vicino il dramma delle migrazioni poiché la gran parte della loro popolazione è stata costretta ad abbandonare la terra natia, verso le grandi città della pianura, o anche in direzione di paesi stranieri, alla ricerca di un lavoro e di un possibile futuro per i propri figli.

Quest’estate la piccola Croce di Lampedusa, donata da Arnoldo Mosca Mondadori al Collegio Alberoni, ha raggiunto il borgo di Metteglia per sostare con la piccola comunità di residenti e con i numerosi ragazzi scout giunti nel borgo, testimone suggestivo e drammatico della delicata fase storica che stiamo attraversando, delle speranze e dei dolori delle migrazioni in corso e dei tanti che il mare ha inghiottito. Giovanni Milani ed Ezio Molinari la hanno fotografata durante una processione di paese, tra i ragazzi scout, nella luce e nei notturni della montagna piacentina.

Anna Maria Belloni l’ha ritratta tra le case in pietra, oggi vuote, del borgo di Cerignale, suggestivo paese appoggiato alla dorsale che divide il fiume Trebbia dal torrente Aveto, dal quale numerosi suoi figli sono partiti facendosi emigranti in cerca di futuro

PERCORSI ACCOMPAGNATI E VISITE GUIDATE

In occasione della mostra ATTRAVERSO. La Croce di Lampedusa racconta Piacenza attraverso lo sguardo di nove fotografi, è programmata una nuova apertura straordinaria della Galleria e del Collegio Alberoni, che saranno pertanto visitabili dal 24 settembre al 5 novembre il venerdì, il sabato e la domenica pomeriggio.

(La mostra non sarà visitabile il 26 e 27 ottobre)

Si potrà accedere alla mostra alla Galleria e al Collegio con le seguenti modalità:

La mostra è visitabile venerdì, sabato e domenica dalle ore 15.00 alle ore 18.00

Percorsi accompagnati alla mostra, alla Galleria e al Collegio (Ecce Homo, Appartamento del Cardinale e Biblioteca monumentale)

venerdì e sabato, alle ore 16.00 e alle ore 17.00

Visita guidata alla mostra, alla Galleria e al Collegio (Ecce Homo, Appartamento del Cardinale e Biblioteca monumentale) domenica, ore 16.00

Biglietti

La sola mostra in Galleria: € 2,50

Percorsi accompagnati e visite guidate: € 6,00

Visite guidate negli eventi collaterali: € 4,50

Istituti Scolastici costo classe €. 50,00

Informazioni
Galleria Alberoni, Via Emilia Parmense, 67
0523 322635 - 349 4575709 - 392 1530734
www.collegioalberoni.it


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