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Gabriele Finotti con "Una seconda vita" ai Mercoledì coi grilli per la testa

Ritornano in via Roma al 163 i mercoledì coi grilli per la testa di Fabbrica&Nuvole dopo la pausa della settimana dedicata alla memoria delle vittime nei campi di concentramento nazisti. Mercoledì 1 febbraio alle 18 sarà ospite della rassegna letteraria dedicata a narratori e poeti piacentini Gabriele Finotti, naturalmente nato nella nostra città assisa sulle rive del Grande Placido Fiume. Farmacista a tempo ridotto, musicista hard rock, chitarrista e compositore, già fondatore della storica band Misfatto (con la quale dal 1987 ha prodotto ben 9 album), unico fondatore rimasto operativo dalla primissima edizione del Festival Orzorock, attualmente dal 2022 impegnato con la nuova band Desert Twelve nel genere hard rock, si segnala infine come scrittore e poeta. 

Sono quattro i libri prodotti finora. “La chiesa senza tetto. Trentacinque sogni a Lisbona”, racconto e poesie ispirate da un lungo sogno psichedelico dell’imprenditore riminese Giorgio Casotti vissuto nella camera d’albergo nella bellissima Lisbona. A seguire “Orzorock” ovvero il racconto delle 20 edizioni di musica in Trebbia nella suggestiva location della riva del fiume. 

Altra avventura letteraria, in realtà la prima, nel 2008, con “Caosduemila” dove la visione di una dimensione onirica si fonde con la musica dei Misfatto e un ricco repertorio poetico che viene definito una sintesi delirante di questo delirante inizio di Millennio e sarebbe questa la prima vita. Mercoledì invece Gabriele, in dialogo con Valeria Laffeni, presenterà in anteprima a Piacenza il suo nuovo libro, “Una seconda vita”, ovvero il viaggio finale, la seconda possibilità, la continuità appunto con Caosduemila. 96 poesie narrate con poetica libera che rappresentano rivoluzione e amore incondizionato, una dedica alla propria anima dormiente. Un punto di vista, afferma l’autore, quasi sciamanico, intuitivo e un po' visionario su una seconda possibilità, ovvero rivivere realmente, provando a non ricommettere gli stessi errori, e poi puntualmente rifarli, come succede ciclicamente nella storia dell’umanità.


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