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Festival L'altra Scena, “In fondo agli occhi"

Cambio di programma venerdì 28 ottobre al Teatro Comunale Filodrammatici di Piacenza per l’ultimo appuntamento del Festival di teatro contemporaneo “L’altra scena” 2016.

In scena alle ore 21 la Compagnia Berardi Casolari con “In fondo agli occhi”, regia di César Brie. Lo spettacolo scritto e interpretato da Gianfranco Berardi e Gabriella Casolari, che affronta le tematiche della crisi e della malattia da questa prodotta e derivata, sostituisce nel cartellone del Festival di Piacenza “MDLSX” dei Motus, che non potrà essere rappresentato per indisposizione dell’attrice protagonista Silvia Calderoni.

Si chiude così l’edizione 2016 del Festival di teatro contemporaneo “L’altra scena”, organizzato da Teatro Gioco Vita con Fondazione Teatri di Piacenza e Comune di Piacenza, il sostegno di Fondazione di Piacenza e Vigevano e di Iren Emilia e la collaborazione dell’Associazione Amici del Teatro Gioco Vita, programma curato da Jacopo Maj.

Nel 2001 Gianfranco Berardi, attore pugliese non vedente, lavorando in una produzione di e con Marco Manchisi, incontra sulla scena l’attrice Gabriella Casolari, emiliana, con la quale inizierà un percorso che, dopo varie esperienze con diverse realtà produttive di calibro nazionale ed internazionale nel settore teatrale, cinematografico e radiofonico, convoglierà a maggio 2008 nella Compagnia Berardi Casolari. La poetica espressa dal gruppo appartiene a quella branca teatrale generalmente riconosciuta come teatro contemporaneo ed in particolar modo affonda le sue radici in quella corrente detta “nuova drammaturgia”. La compagnia, infatti, fino ad oggi ha sempre messo in scena opere originali di drammaturgia contemporanea, scritte dagli stessi Berardi e Casolari.

L’indagine di “In fondo agli occhi” parte e si sviluppa da due differenti punti di vista: uno reale, in cui la cecità, malattia fisica, diventa filtro speciale attraverso cui analizzare il contemporaneo, e l’altro metaforico, in cui la cecità è la condizione di un intero Paese rabbioso e smarrito che brancola nel buio alla ricerca di una via d’uscita. Chi è più cieco di chi vive, senza avere un sogno, una prospettiva davanti a sé, di chi essendone consapevole, non può far altro che cedere alla disperazione? Un paese cos’è in fondo se non le persone che al suo interno vivono e si muovono? Un paese non sono le case, non sono le chiese, né i bar o le istituzioni ma la gente che al loro interno abita e ne dà il valore. Un paese malato quindi è fatto da gente malata, come noi. Ma come raccontare tutto questo poeticamente, ironicamente, senza essere retorici o superficiali?

Qui l’incontro con Cesar Brie, nelle parole del regista: “l’autobiografico e l’universale vanno di pari passo: quando mi parli precisamente di te, mi parli del tuo paese, quando mi parli del tuo paese mi parli esattamente di te”.

L’illuminazione allora: la cecità, la malattia di Gianfranco Berardi, maniera autentica e necessaria, di condividere empaticamente il nostro tempo; metafora attraverso cui raccontare la crisi, in quanto fonte di dolore ma al contempo di opportunità per rivalutare l’essenziale e mettersi in gioco in prima persona, svelando ciò che si è così come si è. Inevitabile quindi è diventato affrontare l’aspetto complementare della malattia: la cura, reale esperienza che Gabriella Casolari, in scena e nella vita, vive. Come ogni punto di forza può essere nella vita, punto di debolezza, allo stesso modo la fragilità, in scena, può divenire perno su cui esprimere tutto il proprio potere. È nata così la voglia di costruire, a partire da noi, da ciò che sta in fondo ai nostri occhi, un affresco del contemporaneo.

In scena una barista, Italia, donna delusa e abbandonata dal suo uomo, e Tiresia, suo socio ed amante, non vedente, raccontano la propria storia, i propri sogni mancati, le proprie debolezze e le proprie speranze in un bar, metafora di un paese dove: “…non è rimasto più nessuno… perché ci vuole talento anche per essere mediocri…”. Sono stati, sono e saranno sempre in “crisi” come il paese in cui vivono, logorati dalla propria esistenza oltre che dal proprio rapporto. La finzione, il mescolamento di vissuti da bar, di frammenti autobiografici e di fantasie drammaturgiche e registiche ci hanno portato qui “in fondo agli occhi” quelli di chi scrive, quelli di chi ascolta, quelli di chi legge, quelli di chi piange, quelli di chi ride, di chi guarda ma non vede, quelli di chi sogna, quelli di chi vede ma non si accorge, quelli di chi cerca, quelli di chi un giorno finalmente rivedrà!

L’ALTRA SCENA OFF

Come ogni venerdì e sabato, al Palazzo Ex Enel spazio a “L’altra scena off”, proposto in collaborazione con Dubliner’s Irish Pub e My_Service. Apertura in via Santa Framca 56 alle ore 21.30, live music dalle ore 22.30.

Venerdì 28 ottobre in programma Altri Suoni_Dabasscrew djset.

Sabato 29 ottobre chiusura con i concerti di Fratelli Tabasco e Cow Sin’s.

Ultimi giorni, quindi, per visitare la mostra di immagini del Fillmore dal 1994 al 2005, con fotografie di Pier Paolo Ferreri e Antonello Mori. Scatti per ricordare, istantanee per un sogno, fotogrammi di un film che non ha ancora perso il suo fascino: quello di un luogo speciale com’è stato il Fillmore di Cortemaggiore.  In “vetrina” i volti di chi ha fatto e continua a rappresentare la storia della musica rock nazionale ed internazionale: da Vasco Rossi a Joe Zawinul, da Francesco De Gregori a Mike Stern, passando per Tuck and Patti, Caparezza, Afterhours, Patty Smith, Paul Weller, fino a Brian Auger e Michel Petrucciani.

INFO

I biglietti per lo spettacolo “In fondo agli occhi” costano 10 euro (intero), 8 euro (ridotto convenzioni) e 5 euro (ridotto studenti). I posti non sono numerati. La prevendita è in corso alla biglietteria di Teatro Gioco Vita in via San Siro 9, dal martedì al venerdì ore 10-16 e sabato ore 10-13 (tel. 0523.315578, biglietteria@teatrogiocovita.it). Il giorno dello spettacolo la biglietteria funziona al Teatro Comunale Filodrammatici (in via Santa Franca 33) dalle ore 20.

TEATRO COMUNALE FILODRAMMATICI via Santa Franca 33 - telefono 0523.315578
Per informazioni: Teatro Gioco Vita, tel. 0523.315578, info@teatrogiocovita.it


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