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Michela Cescon porta in scena “L’Attesa” con Anna Foglietta. Il 7 e l'8 marzo al Teatro Municipale

Michela Cescon porta in scena “L’Attesa” di Remo Binosi, testo che fece conoscere l’autore veronese al grande pubblico nella storica messa in scena del 1994 diretta da Cristina Pezzoli, con due interpreti molto amate dal pubblico, Anna Foglietta e Paola Minaccioni, per la prima volta insieme sul palco per dare corpo e voce alla nobildonna Cornelia e alla serva Rosa.

Lo spettacolo sarà in scena al Teatro Municipale di Piacenza martedì 7 e mercoledì 8 marzo alle 21 per la Stagione di Prosa 2022/2023, direzione artistica di Diego Maj, la diciannovesima edizione organizzata da Teatro Gioco Vita con Fondazione Teatri di Piacenza e il sostegno di Fondazione di Piacenza e Vigevano e Iren e il contributo di Mic e Regione Emilia-Romagna. 

Dopo essersi misurata nella sua prima regia teatrale con la trasposizione scenica dell’ultimo romanzo di Alberto Moravia “La donna leopardo”, Michela Cescon ha scelto nel 2022, con il Teatro di Dioniso, di affrontare “L’attesa” di Remo Binosi ventisei anni dopo la storica messa in scena della Pezzoli, anche come necessario recupero di un materiale forte per ritrovare un repertorio italiano importante al pari dei classici.

A differenza della versione del 1994, si è voluti partire dalla prima stesura del testo del 1992, scritta a macchina dall’autore stesso - con una punteggiatura spesso ossessiva dopo ogni singola parola, ogni singolo articolo - e con la dedica alla moglie Anna nella seconda pagina del dattiloscritto. Partire quindi dall’idea originale e, grazie alla disponibilità delle eredi, lavorare sulla prima stesura di Binosi che - a differenza della versione del 1994 - esalta la relazione tra le due protagoniste e rende marginale l’intervento di un terzo personaggio, quello della nutrice, che infatti si è poi arrivati a togliere per concentrare tutto sullo sviluppo della relazione delle due donne. Un dualismo moderno da teatro del ‘900, tra personaggi, ma anche drammaturgico tra il teatro di Rosa in lingua veneta e la letteratura ricca di immagini e inconscio di Cornelia. 

Il testo di Binosi ha una grande forza drammatica e di coinvolgimento, a cui è difficile rimanere indifferenti e - nonostante l’azione sia ambientata nel '700 - i temi e i contenuti trattati sembrano parlare di noi, come se non fosse cambiato nulla: la differenza di classe, il rapporto serva-padrona, il doppio, l’amore, il piacere, la maternità, il peccato, la punizione, il femminile, il male, la morte, la seduzione. Tutto viene raccontato con continui cambi di registro narrativo, tenendo in equilibrio tra loro commedia e dramma. Il linguaggio è originale e sorprendente, bello da recitare ad alta voce, con una naturale vis comica che garantisce una presa certa sul pubblico, paragonabile a quella dei testi di Goldoni e di Eduardo. Ad accompagnare il progetto si affianca alla regia un’importante équipe artistica: Dario Gessati, che firma le scene, Pasquale Mari, il disegno luci, Giovanna Buzzi, i costumi, e Piergiorgio De Luca, il suono. Elisabetta Sgarbi ha curato la pubblicazione del testo con la sua «La Nave di Teseo».


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