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Galleria Alberoni, visita guidata speciale "Natura Incisa"

Proseguono gli appuntamenti della mostra evento L’ultimo albero che sta riscontrando un ottimo interesse da parte del pubblico, proponendo alla città un ricco calendario di eventi dedicati ai segreti della natura, ai cambiamenti climatici e alle responsabilità dell’uomo, tra arte, storia e scienza.

Domenica prossima 24 novembre alle ore 16 la Galleria Alberoni propone una visita guidata speciale che condurrà il pubblico alla scoperta degli alberi raffigurati, incisi, stampati, nelle pagine dei più antichi e preziosi libri dell’immenso Fondo librario alberoniano.

Il percorso prevede un ingresso ridottissimo di €. 3,50 e permetterà anche la visione della mostra L’ultimo albero.

Un percorso da non perdere per gli amanti della natura e dei libri.

Da L’Ultimo albero di Romano Bertuzzi, integralmente dipinto di bianco con un nido alla sommità, altro più di 7 metri che accoglie il pubblico nella Sala degli arazzi, l’itinerario condurrà in Collegio svelando una ricca varietà di alberi raffigurati in autentici tesori librari della Biblioteca alberoniana.

Dall’albero della conoscenza inciso in quel vero e proprio gioiello che è Liber chronicarum” di Hartmann Schedel, stampato nel 1493 a Norimberga, alle piante raffigurate nel commento a Dioscoride di Pietro Andrea Mattioli e nelle opere del naturalista Ulisse Aldovrandi (secolo XVI), dagli alberi raffigurati nella storia delle piante di Giacinto Ambrosini stampata a Bologna nel 1666, a quelle contenute nell’opera libraria di Rempert Dodoens stampata nel 1616 ad Anversa, corredata da più di mille xilografie, e così via in un itinerario di visita che giungerà, secolo dopo secolo, libro dopo libri e albero dopo albero, fino al XIX secolo, mostrando in questo modo sia l’evoluzione dell’illustrazione botanica d’impostazione scientifica sia l’evoluzione delle tecniche di rappresentazione: dalla xilografia, alla calcografia, alla litografia.

Un’occasione da non perdere dunque per un percorso attraverso gli alberi e le piante di carta che vuole essere anche un viaggio tra arte, scienza e storia del libro.

La densa simbologia dell’albero

Come scrive Carlo Francou nel saggio dedicato all’Ultimo albero di Romano Bertuzzi, “l’albero ha sempre rappresentato un richiamo forte sia in ambito letterario che sotto l’aspetto religioso. Nell’epica omerica è il segno del talamo nunziale scolpito in un tronco di ulivo saldamente fissato nel terreno, segreto sponsale che permetterà a Penelope di riconoscere il suo amato e tanto atteso Odisseo. Sotto un albero di fico Siddhārtha Gautama, il Buddah, giunse all’illuminazione. Ma simbolo per eccellenza è quello dell’albero della conoscenza nel giardino dell’Eden descritto dalla Bibbia: quello del frutto proibito punto cruciale nella storia del genere umano. Albero che rimanda a un altro legno, quello della Croce,  diventato segno tangibile del sacrificio divino.

Ma l’albero è anche poesia. E’ l’essenza stessa del desiderio di elevarsi, di guardare in alto, oltre quel cielo che appare incommensurabile, ma che sa aprirsi allo sguardo di chi non rinuncia ai propri sogni”.

Fin dalle origini il destino degli uomini fu associato a quello degli alberi e già molto prima della comparsa dell’uomo sulla terra un albero gigantesco si innalzava fino al cielo, asse dell’universo. Ritroviamo quest’albero cosmico in quasi tutte le tradizioni e, come scrive Robert Graves, “lo studio della mitologia… si basa decisamente sulla scienza degli alberi e sull’osservazione stagionale della vita dei campi”.  

L’albero bianco di Romano Bertuzzi, L’ultimo albero, con i rami desolatamente spogli protesi verso il nulla ed il suo nido vuoto, richiamando alla memoria gli alberi mitologici, fa riflettere sul rapporto, davvero vecchio quanto il mondo, fra l’uomo e l’albero e sulle diverse espressioni artistiche che la consapevolezza della “presenza” degli alberi nella vita dell’umanità ha ispirato.

Un’opera concettuale e contemporanea che ha suggerito un viaggio fra le raffigurazioni di alberi, che illustrano alcuni dei volumi più affascinanti custoditi nella Biblioteca del Collegio Alberoni.

L’itinerario di visita

Il percorso non poteva che cominciare dalle origini, dal giardino dell’Eden e dall’albero della conoscenza incisi nel Liber chronicarum” di Hartmann Schedel stampato nel 1493 a Norimberga.

Ma disegnare un albero significa soprattutto conoscerlo a fondo; il disegno e la pittura altro non sono che strumenti per conoscere meglio la natura che ci circonda, per questo fin dal Cinquecento la più grande varietà di immagini la si trova nei testi di botanica e di scienze naturali.

In Italia il commento a Dioscoride del medico senese Pietro Andrea Mattioli propone, già a partire dall’edizione del 1554, successivamente migliorata, immagini “tirate dalle naturali e vive piante”.

Nella stessa direzione il naturalista bolognese Ulisse Aldrovandi, afferma la necessità di “dipingere vivamente” le diverse specie di piante ed animali, “acciocché per quei potiamo venire alla vera cognitione di essi”. Questo nuovo strumento di analisi diretta delle ‘cose di natura’ segna il superamento delle immagini stilizzate che illustravano i codici e gli erbari dipinti in epoca medievale, in cui le specie risultavano spesso difficilmente riconoscibili.  

Oltre alle opere di Mattioli e di Aldrovandi, saranno visibili volumi dal XVI al XIX secolo, rappresentativi dell’evoluzione dell’illustrazione botanica d’impostazione scientifica sia nello stile che nella tecnica, dalla xilografia, alla calcografia, alla litografia.

Di Giacinto Ambrosini, medico bolognese, professore e prefetto dell’orto botanico di Bologna, sarà visibile la PHYTOLOGIA, una storia delle piante stampata a Bologna nel 1666.

Nel suo STIRPIUM HISTORIAE PEMPTADES SEX, Rempert Dodoens mostra un intento più marcatamente sistematico: egli ordina le piante in base alle loro proprietà e al loro utilizzo, ma allo stesso tempo combina tale criterio con quello morfologico.

La copia che verrà mostrata è stata stampata nel 1616 ad Anversa ed è corredata da più di mille xilografie.

Gli studi naturalistici vennero incentivati anche dalle nuove scoperte geografiche e dalla maggiore facilità a viaggiare connessa all’attività capillare della Compagnia delle Indie. Con i confini del mondo si ampliavano a dismisura anche le specie e varietà vegetali ed animali da catalogare e riprodurre, dando origine ad una serie di pubblicazioni riccamente illustrate che ritraevano piante la cui descrizione, frutto di improbabili resoconti di seconda o terza mano, appare oggi alquanto fantasiosa.

Ne sono testimonianza la RARIORUM STIRPIUM HISTORIA del 1742 con l’albero Pernambuco, il DE INDIAE UTRIUSQUE RE NATURALI ET MEDICA compilato dal medico olandese Willem Pies, ed il VIAGGIO DE TRE REGNI CONGO, MATAMBA ET ANGOLA NELL’ETIOPIA, stampato a Milano nel 1690 e compilato da Giovanni Antonio Cavazzi da Montecuccolo.

Fra gli altri verrà mostrato anche il THESAURUS ZEYLANICUS EXHIBENS PLANTAS ININSULA ZEYLANA NASCENTES che l’autore, Johannes Burman, nel 1737 si fece finanziare dalla Compagnia delle Indie orientali e che illustra il regno vegetale della Nuova Zelanda.

Questi testi, sempre più sontuosamente incisi, mostrano come il passaggio dalla xilografia alla calcografia abbia generato opere di pregio, sempre più ambite da un pubblico che ne apprezzava soprattutto le immagini artistiche, ma estremamente costose.

In effetti lo stesso Linneo, pur approvando la presenza di immagini a corredo dei testi, ne raccomandava la semplicità, preferendo le più stilizzate xilografie alle calcografie, chiaroscurate e tridimensionali. La sua preferenza non era solo di ordine scientifico; i testi di botanica erano diventati così costosi che i naturalisti non potevano più permetterseli.

Con la fine del XVIII secolo nasce una nuova tecnica che soppianterà le precedenti perché più semplice e rapida, oltre che più economica: la litografia.

Corredati da splendide immagini litografiche dai colori pieni e pastosi, si potranno ammirare i due volumi de LA VITA DELLE PIANTE di Kerner di Marilaun stampato a Torino nel 1892, ed il secondo volume della STORIA DELLA TERRA di Melchiorre Neumayr (Torino 1897).


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