Politica

Acer: Losi ancora nel mirino del Pd per spese, incarichi, viaggi e assegnazioni

Cugini (Pd) e Meneghelli (Cda Acer in quota Pd) attaccano il presidente Losi in commissione: «Spese, rimborsi, incarichi, assegnazioni fuori controllo». Il presidente (in quota Fi): «Non c’è un singolo atto contestato dai tre organi di controllo del mio operato»

Al centro, Patrizio Losi

Stefano Cugini e Patrizio Losi. Il capogruppo del Pd in Consiglio comunale (ex assessore ai servizi sociali) e il presidente di Acer, in quota Forza Italia. Un battibecco che va avanti da mesi sui giornali e a colpi di atti ispettivi e che ha visto nella giornata di ieri in commissione 3 un lungo e aspro confronto. Il capogruppo dem ha chiesto l’audizione del presidente Losi per chiarire i tanti dubbi del Pd – e dell’opposizione in generale, anche se ieri è intervenuto solo il gruppo piddino – sull’operato del forzista, chiamato a presiedere la società pubblica che gestisce gli alloggi popolari. Cugini nel corso di questi mesi si è rivolto alla magistratura ravvisando gli estremi per falso in atto pubblico e omissione di atti d’ufficio. Nel mirino del capogruppo dem il caso della donna che si è vista assegnare un appartamento su garanzia di don Stefano Segalini (per il pagamento del canone). Per Cugini l’assegnazione in questione è in barba al regolamento. Poi c’è il lungo capitolo – più volte riportato dalle cronache del Consiglio comunale – delle spese e dei rimborsi dell’attività del presidente Losi. Sottolineatura anche per la trasformazione dell’organismo di vigilanza di Acer da tra componenti a uno solo e l’atteggiamento manifestato nei confronti della rappresentante del Pd nel Cd’A, Lucilla Meneghelli, ostacolata – a detta di Cugini – nella sua attività di controllo.

Ma Losi respinge al mittente tutte le contestazioni. «Ho la sensazione – ha replicato il presidente - che non ci sia peggior sordo di chi non vuol sentire. Acer non è struttura monocratica, le decisioni possono venire da una persona ma poi c’è un Cda, una Conferenza degli enti e un collegio sindacale. Tutti gli atti del presidente sono stati autorizzati in questi tre passaggi, non c’è un solo atto che abbia visto il diniego di uno di questi organismi. Non c’è mai stata così tanta trasparenza, mando tutte le delibere di Acer ogni tre mesi ai consiglieri comunali». Losi ha sottolineato che «non risulta indagato dalla magistratura», nonostante le segnalazioni di Cugini alla Procura di Piacenza. «La signora dell’alloggio citato da Cugini è rimasta lì un anno. Acer e il sacerdote hanno agito nell’obiettivo dell’azienda: dare una mano a chi ha più bisogno. Le norme sono state seguite».

Ha dato manforte a Cugini nel contestare l’operato del presidente l’esponente del Pd presente nel Cda di Acer, Lucilla Meneghelli. «Non sono d’accordo con Losi: sono state compiute irregolarità. Il regolamento impone di usare il mezzo pubblico e lui non l’ha mai fatto, ha sempre viaggiato con l’auto aziendale. Addirittura per un viaggio a Parigi ha usato l’auto aziendale, per un convegno ha viaggiato e pernottato due giorni consumando sei pasti. Ha raddoppiato i costi per l’addetto stampa da 25mila a 50mila per due anni. Costi che si sono aggiunti ad altre spese come l’acquisto del computer da mille euro per l’addetto stampa, i biglietti da visita, il rifacimento del logo aziendale, la stampa di manifesti per una compagna pubblicitaria, 16mila euro per un incarico al direttore di Acer Parma per rifare l’organigramma aziendale che ha portato due modifiche: l’inserimento dell’addetto stampa al pari dei quadri dell’azienda e il demansionamento del legale di Acer». «Poi ha dato 30mila euro di incarico a un dipendente andato in pensione e messo in pratica modalità non chiare per me per il meccanismo della selezione di una figura amministrativa. Ho chiesto chiarimenti al riguardo e da quel momento il presidente ha accusato il mio operato, come si può leggere nei verbali».

 

IL DIBATTITO IN COMMISSIONE

«Molti dei meccanismi citati da Cugini – ha difeso Losi il consigliere di Fratelli d’Italia Tommaso Foti - non riguardano il Consiglio e la commissione n.3, c’è la conferenza degli enti che è preposta a queste discussioni. Se ci sono irregolarità rilevanti c’è la magistratura, dopo di che si rischia anche di calunniare con le accuse. Acer in passato è stata in piedi con accordi tra centrosinistra e centrodestra e non c’erano tutti questi problemi politici. Da qualche tempo si sta facendo un processo pubblico per ogni delibera in cui i componenti del Cda non sono d’accordo. Se poi avessimo preteso da tutti gli inquilini le garanzie che ha dato il sacerdote per il pagamento dei canoni, ora non avremmo crediti per 4 milioni di euro da riscuotere».

«Sento tanta cattiveria – ha gridato Antonio Levoni dei Liberali, accompagnando il suo intervento, come di consueto, da diverse espressioni in dialetto - in questi interventi da parte dell’opposizione». «Mi sembrano tanti 25mila euro all’anno per l’addetto stampa di Acer – ha rilevato Giulia Piroli (Pd) - quando il portavoce della Giunta Barbieri prendere 11mila euro per un part time».

«Con Acer avrei affrontato altri temi – ha detto con amarezza Michele Giardino (Gruppo Misto) e problemi. Cosa volevano fare i proponenti di questa commissione, inquisire Losi? Ci pensa la magistratura per queste cose, e mi pare che denunce ed esposti siano già fioccati. Perciò questo è un incontro politico che vuole evidenziare azioni di piccolo cabotaggio, come il biglietto da visita, per mettere Losi sotto una cattiva luce. Sarà pure una società pubblica, ma Acer è comunque un’azienda e chi la guida compie delle scelte, di cui si assumerà le responsabilità alla fine del mandato. Il Pd vuole continuare con questo stillicidio? Da Cugini e Buscarini sento toni che rievocano il “tintinnar di manette”».


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