Affidi familiari e in comunità, il Consiglio vuole rivedere conti e spese
Dalla discussione sulla variazione di bilancio in commissione emerge la volontà di approfondire le voci di spesa sui servizi sociali dell’ente. Trespidi e Migli: «Squilibri tra quanto il Comune spende per le famiglie e quanto per le comunità»
Affidi familiari e alle comunità, se ne parla ancora a Palazzo Mercanti. La discussione sull’ultima variazione di bilancio – approvata con i voti della sola maggioranza – ha virato dopo alcuni interventi sul tema delle risorse economiche stanziate dal Comune per fare fronte al tema affidi.
I servizi sociali del Comune di Piacenza nel corso del 2019, fino al 31 ottobre, si sono occupati di 109 affidi familiari, ovvero di minori dati in affidamento a famiglie che si sono dichiarate disponibili ad ospitarli. A ognuna di queste famiglie il Comune riconosce un contributo di 590 euro al mese, che può aumentare in caso di particolari disabilità. A questi si aggiungono altri 164 minori ospitati in strutture. In questi casi lo stanziamento di risorse economiche si fa più ingente: il comune capoluogo riconosce una media di cento euro al giorno alle
Nel 2018 gli affidi familiari registrati dal Comune furono 109, mentre 150 i minori affidati alle comunità. Numeri importanti per una città come Piacenza, che costringono l’ente anche a fare più di due conti economici. Se nel 2018 Palazzo Mercanti aveva messo sul piatto un milione e 500mila euro per la questione degli affidi, nel 2019 si supererà molto probabilmente – secondo le stime degli uffici comunali – la spesa di due milioni di euro: due terzi per il collocamento negli istituti, la parte rimanente per il sostegno alle famiglie affidatarie. Nel primo caso l’ente vuole rivedere qualcosa e sta pensando di individuare un gruppo di strutture comunitarie - con i corretti requisiti - con cui accordarsi per risparmiare sui costi. Almeno questa è l’intenzione dell’assessore ai servizi sociali Federica Sgorbati, che ha palesato questa volontà durante la discussione sul regolamento affidi, approvato nei giorni scorsi a Palazzo Mercanti.
Anche una parte dell'opposizione vuole andare a rivedere i numeri del sociale sulla questione affidi. «Abbiamo tutti detto che alle famiglie affidatarie bisogna dare più risorse – ha fatto notare Massimo Trespidi (Liberi) in commissione - in questa variazione però si tolgono 38mila euro. Sui minori sappiamo che c’è uno squilibrio di risorse tra quelle che spendiamo per le
ALTRE VOCI DI SPESA DALLA VARIAZIONE
Il Comune ha rivisto alcuni stanziamenti: 50mila euro in più per la per sezione romana dei musei civici di Palazzo Farnese, 20mila per i rivestimenti delle sedie per la Sala dei Teatini, 49mila euro in più per la manutenzione delle telecamere in città, 35mila per il certificato di prevenzione incendi per Borgo Faxhall.
Da registrare a bilancio anche due sentenze che vedono il Comune soccombere, entrambe legate ad ex dipendenti che hanno fatto causa all’ente. Il Comune deve infatti risarcire due anni di stipendi (più altre spese) a un dipendente licenziato e poi reintegrato dal Tribunale del lavoro di Piacenza: 80mila euro. Altri 25mila euro da scucire, oltre ai 167mila già impiegati, per la “vicenda Mangiarotti”. «Il caso Mangiarotti – ha sottolineato ancora Trespidi - è come il Duomo di Milano, anzi, come la Sagrada Familia a Barcellona: non finisce mai, è una scandalosa vicenda del 2014, di cui colpa non è di nessuno. Curioso che Mangiarotti dopo essere stato assolto si sia ripresentato per un altro concorso del nostro Comune. Intanto, però, paga pantalone».