Politica

Case popolari, ritoccati i punteggi per premiare la residenza da più anni in città

L’assessore Sgorbati e la maggioranza: «Prima i piacentini, fatto il possibile per premiarli». Graduatorie chiuse e più attenzione alla residenza (e anche agli ascendenti). L’opposizione: «Solo uno slogan, non cambia nulla, gli stranieri entrano lo stesso». Cugini (Pd): «Un grande bluff»

Gli alloggi popolari di Acer di via Capra

«Nel nostro programma elettorale abbiamo detto “prima i piacentini”, indicando così la volontà di premiare chi ha “costruito” questa città. Chi è residente storico acquisisce da ora maggiori punteggi nella graduatoria, più punti a scalare in base agli anni di residenza. Ci siamo mossi su questo orientamento, stando nella cornice della legge regionale». Così l’assessore ai servizi sociali Federica Sgorbati ha motivato le modifiche al regolamento per l’assegnazione degli alloggi popolari di Piacenza. Diverse le correzioni al testo, ma quelle più sostanziali riguardano un cambiamento dei punteggi sulla residenzialità di chi effettua la domanda. Il regolamento è passato nelle commissioni 1 e 3 con il voto compatto di tutta la maggioranza (per la prima volta Gloria Zanardi si è seduta tra i banchi di Fratelli d’Italia) e la non partecipazione di tutte le forze di minoranza. Verrà così portata in Consiglio una degli atti a cui la maggioranza, in particolare il Carroccio, tiene di più. «Si accusa l’Amministrazione di non avere riguardo nei confronti dei piacentini più fragili – è stata la puntualizzazione di partenza dell’assessore Sgorbati - e di non pensare a dare un tetto sopra la testa di tutti. Non voglio fare “bracci di ferro”, solo dare qualche numero. Il 15 dicembre è uscita la graduatoria Erp e da allora sono state fatte 80 assegnazioni di alloggi. Poi il 13 gennaio un’altra, poi il Bando affitto, poi la delibera per 25 alloggi d’emergenza a dicembre per il freddo. Abbiamo riconvocato 40 nuclei e proceduto ad altre 14 ulteriori assegnazioni. L’ufficio abitazioni da dicembre a oggi si è molto impegnato».

LE MODIFICHE APPROVATE IN COMMISSIONE

Innanzitutto la graduatoria da “aperta” diventa “chiusa”: il primo febbraio e il primo agosto le date “X”. Si raccolgono le domande raccolte nei mesi precedenti (nel primo caso dal 1 settembre al 1 novembre; nel secondo caso dal 1 marzo al 2 maggio) e si procede al calcolo per poi assegnare. Poi occorre ripresentare la domanda anche per il turno successivo, se non si è stati oggetto di assegnazione. È stato modificato il primo scaglione del valore di Isee, quello per le famiglie più indigenti: era da 0 a 5mila euro, ora arriva fino a 7500 euro, la fascia è così stata aumentata di 2500 euro. A queste famiglie un punteggio di partenza di 35 punti. Per presentare domanda prima serviva la residenza in città da almeno tre anni, ora da cinque. Da cinque a dieci anni si prendono 5 punti, da dieci a quindici anni 15 punti, oltre i vent’anni 20 punti. Premiato con altri 10 punti chi dimostra la residenza continuativa della famiglia d’origine – gli ascendenti di primo grado, i genitori –. Poi, qua e là, alcuni ritocchi che esulano dal discorso della residenza: più punti agli anziani, ai disabili in carrozzina. Ed è stato eliminato il punteggio per i figli maggiorenni a carico che non studiano o che superano i 27 anni. E dieci punti per i genitori separati.

LE CRITICHE DELLE MINORANZA: «NON CAMBIA MOLTO»

Stefano Cugini (capogruppo Pd) ha chiesto all’assessore il motivo delle graduatorie chiuse. «Nella graduatoria aperta – ha replicato l’assessore Sgorbati - succedeva che le domande rimanevano lì e si trascinavano nel tempo con punteggi basse. Così ora si risponde meglio alle emergenze abitative e si evita il trascinamento di domande che sono lontane dalla possibilità di ottenere l’alloggio. Nulla vieta ai cittadini di ripresentare domanda se le proprie condizioni consentono di ottenere un punteggio migliore». Il consigliere dem ha fatto però notare che ogni presentazione di domanda costa 16 euro. Diverse invece le contestazioni formali di Luigi Rabuffi (Piacenza in Comune) al regolamento, che va migliorato. Ma sono anche altre le critiche arrivate al regolamento, più politiche. «Non c’è alcun “prima i piacentini” – ha aggiunto Cugini -, con questo regolamento gli stranieri saranno premiati lo stesso, almeno quelli che hanno la residenza da anni. Stavolta, anzi, mettete dentro più stranieri negli alloggi che in passato. State cercando di far passare solo il vostro slogan». «Da bambino giocavo nei campi di Villa Grilli e di altri palazzoni popolari – è il ricordo personale di Andrea Pugni (Movimento 5 Stelle) - Erano amici che non avevano cognomi piacentini, eppure sono cresciuti e hanno lasciato quegli alloggi dopo qualche anno». «Il “prima i piacentini” è un derivato del “prima gli italiani” – è la riflessione di Sergio Dagnino (Movimento 5 Stelle) - e questo è il primo atto dell’Amministrazione concreto che va in questa direzione». «“Prima i piacentini” è diverso da “Prima gli italiani” – ha preso la parola Mauro Monti (Liberi) - non ha senso da un punto di vista logico, non si premia la piacentinità così. È un equivoco, un cortocircuito che rende stucchevole le rivendicazioni politiche della maggioranza».

 

LA MAGGIORANZA SODDISFATTA: «ERA NEL PROGRAMMA ELETTORALE»

La Lega è orgogliosa del regolamento. «Bene le segnalazioni di Rabuffi – ha osservato il capogruppo leghista Carlo Segalini - meglio correggere subito per non trovarsi poi 18 emendamenti in Consiglio. Comunque il 70% delle ultime assegnazioni sono andate a stranieri, residenti da tempo a Piacenza, integrati. La Lega non ce l’ha con loro, ma con i clandestini». «Questo era il nostro programma elettorale», ha aggiunto il capogruppo di Forza Italia Sergio Pecorara. «Serviva un punteggio più elevato per chi ha molti figli, è invece l’osservazione di Michele Giardino (Gruppo Misto). Lodi all’iniziativa dell’assessore da parte del collega di partito (Fi) Francesco Rabboni. «Ci sono i controlli della Polizia Locale – è l’osservazione di Lorella Cappucciati (Lega) sulle reali residenze? Comunque dire “prima i piacentini” non significa farli passare davanti, ma tutelare quelli che, tra loro, hanno i requisiti. Ci sono stati piacentini che nelle graduatorie si vedevano passare davanti da residenti da poco tempo in città. Sono contenta di vedere questo nuovo regolamento. Lo vediamo anche dal reddito di cittadinanza, che premia più gli stranieri che gli italiani, bisognava fare qualcosa».  Massimo Trespidi (Liberi) ha subito colto la palla al balzo: «Peccato che il reddito di cittadinanza lo ha votato la Lega in Parlamento…». Ha votato a favore, ma ha punzecchiato l’Amministrazione, il consigliere leghista Nelio Pavesi. «Quando si dice in quest’aula “prima i piacentini” – è l’intervento di Pavesi - tutti guardano i banchi della Lega. Vado controcorrente, non vedo in questo regolamento questo principio. Ricordo invece che la Giunta ha tolto il bus gratuito agli over 65, che sono quasi tutti piacentini. E c’è stato un calo dell’utilizzo dei bus da parte degli anziani piacentini, e ci vedo invece tanti stranieri, che non pagano il biglietto». «È ovvio – è intervenuto anche Davide Garilli (Lega) - che uno straniero residente in città da anni viene premiato, però c’è anche l’ascendenza, ovvero la residenza dei genitori, e questi 10 punti di punteggio aiutano a premiare le famiglie storiche piacentine. Abbiamo fatto il possibile, per un discorso di equità, per privilegiare gli italiani e i piacentini. Si poteva però mettere nel regolamento, e manca (probabilmente ci penserà lo stesso Garilli con un emendamento in Consiglio per intervenire su questo passaggio, nda), la possibilità di non dare alloggi a stranieri che hanno già proprietà nei Paesi d’origine». L’assessore Sgorbati ha precisato che il regolamento comunale «ha fatto lo slalom tra i paletti fissati dalla Regione». Perplesso anche Antonio Levoni (Liberali): «Avranno più assegnazioni gli stranieri comunque».

L’opposizione ha messo in luce le presunte contraddizioni del regolamento. «Il grande bluff della campagna elettorale della Lega – ha polemizzato ancora Cugini (Pd), si è svelato oggi. Non c’è “prima i piacentini”, ma “prima i requisiti”. Però quanto detto ora è diverso da quello che fu detto per ottenere il consenso, ed è diverso da quello che dice Cappucciati in aula. Mettetevi d’accordo».


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