Politica

Alluvione a Roncaglia, «Il Comune non ha responsabilità»

È terminato dopo 4 mesi il lavoro della commissione d’inchiesta sull’alluvione che ha colpito le frazioni di Roncaglia e Borghetto. Il presidente Garetti: «Protocollo d'emergenza inadeguato, ma il Comune non ha colpe»

«In base al protocollo d’emergenza esistente il Comune ha agito secondo le norme e non ha responsabilità. L’uscita del fiume a Roncaglia con allagamento è un evento non prevedibile. Il protocollo comunque è inadeguato, Aipo sta valutando nuovi investimenti sui modelli aggiornati che comprendano anche piene centenarie e millenarie. Il protocollo proposto dal sindaco di Rottofreno Veneziani è stato apprezzato in Provincia, si possono avere risultati migliori di quelli esistenti». Così ha detto Paolo Garetti, presidente della commissione d’inchiesta sull’alluvione che ha colpito le frazioni del Comune di Piacenza Roncaglia e Borghetto, scagionando l’ente e l’amministrazione da ogni colpa.

La commissione d’inchiesta nel pomeriggio del 20 gennaio ha infatti terminato il suo compito, dopo 4 mesi di riunioni e sedute. Era stata costituita per ricostruire minuto per minuto – dalla sera del 13 settembre 2015, alle prime ore di luce della mattina del 14 - l’intervento del Comune in relazione ai rapporti e ai contatti avuti con gli altri soggetti coinvolti: protezione civile, Aipo e il Servizio tecnico di bacino. Presieduta da Garetti (vicepresidenti Andrea Gabbiani dei 5 Stelle e Rino Curtoni del Pd) e composta da un rappresentante per ogni partito o lista eletti a Palazzo Mercanti, da ottobre a dicembre ha ascoltato il parere di diversi responsabili di enti, come l’ingegner Mirella Vergnani e l’ingegner Massimo Valente di Aipo, il sindaco di Piacenza Paolo Dosi e l’ingegner Gaetano Fedele (dirigente della protezione civile cittadina), l’ing. Francesco Capuano del Servizio tecnico di bacino, Maurizio Mainetti (direttore regionale della protezione civile) e Raffaele Veneziani (coordinatore provinciale Anci).

La commissione accoglie così la ricostruzione del dirigente Fedele. «Tra le ore 4 e le 5 - si legge nel documento finale - circa è stato attivato e inviato il tecnico reperibile per l’attuazione del protocollo riguardo le chiusure stradali programmate in caso di emergenza idraulica Trebbia -Po-Nure (in precedenza erano giunte notizie dalla Prefettura riguardanti esclusivamente il rilascio dalla diga di Boschi in Val d’Aveto). Tra le ore 5 e le 7 circa sono state eseguite le previste transennature dei tratti stradali esondabili in prossimità del Trebbia (via Foppiani e due accessi a foce Trebbia) e del Nure (in località Roncaglia presso il sottopasso del viadotto dell’A21 in prossimità del cimitero); nello svolgimento di quest’ultima transennatura, il tecnico reperibile incontrava una pattuglia di AIPo intenzionata a svolgere la stessa mansione e informava la medesima dell’avvenuta messa in sicurezza della suddetta area di Roncaglia; lo stesso tecnico reperibile verificava inoltre che in quel momento il fiume Nure risultava asciutto e nonostante la constatazione provvedeva ad allertare alcuni insediamenti particolarmente esposti al rischio di esondazione del Nure; in seguito si attivava inoltre un tecnico della Protezione Civile Comunale il quale procedeva mediante avviso ad alcuni residenti ritenuti particolarmente esposti al rischio esondazione del Nure ubicati su via Ferdinando di Borbone e nella golena chiusa di Boschi Celati.

Tra le ore 7 e 7,30 circa si verificava l’evento di piena in località Roncaglia conseguente ad una deviazione del Nure dal proprio alveo, pertanto esondando con modalità non prevedibili cioè in un’area ritenuta non a rischio a parere della sia della Protezione Civile che di AIPO. Inoltre l’Agenzia Regionale di Protezione Civile ha ritenuto di dover avvertire il Comune di Piacenza solo quando in possesso di dati certi e non solo previsionali e quindi in stretta prossimità dell’evento dichiarando che fuori procedura è stato inviato un “primo giro di SMS” alle 3,53 per il fiume Nure ai comuni rivieraschi con esclusione di Piacenza; proprio durante l’elaborazione dei dati (tra le 3 e le 4 di mattina) si verificava nella zona tra Ferriere e Farini la precipitazione eccezionale presupposto dello stato di allarme comunicato anche al Comune di Piacenza alle 4.48. Quasi contemporaneamente 7,30 – 8,00 in località Case di Rocco avveniva l’evento di piena del Trebbia che esondava invece secondo modalità prevedibili».

La commissione ritiene ormai superato il sistema di comunicazione e di allerta tra gli enti, basato su sms, fax e e-mail con allegati. Al riguardo è apprezzato il lavoro del sindaco di Rottofreno Veneziani per elaborare un nuovo sistema, chiedendo inoltre di aumentare il numero di addetti all’emergenza.

«Come evidenziato – è la conclusione della relazione - anche dai responsabili degli organi preposti alla gestione delle acque e delle relative difese, in sede di audizione in commissione, una riflessione occorre proporre ai decisori regionali e nazionali, circa l’assoluta necessità di passare da una prospettiva di intervento emergenziale, legato cioè a risolvere i problemi messi in luce dall’emergenza, verso una programmazione di progetti di difesa del suolo organici e sistematici supportati da adeguati finanziamenti. In particolare per quel che riguarda il nostro territorio è palese la necessità di inserire nel piano degli interventi anche: l’innalzamento degli argini secondo modelli di piena a periodicità minore ed aggiornata alla portata degli eventi più recenti (aumento sensibile di esondazioni in passato definite eccezionali ma purtroppo diventate frequenti negli ultimi anni); controlli della pulizia dei canali, dei rivi e delle zone golenali di deflusso coinvolgendo i Consorzi di Bonifica nella manutenzione e adeguamento dei propri rivi irrigui e di scarico».

Tutti i consiglieri presenti all’ultima seduta della commissione hanno approvato il testo, mentre risultavano assenti Massimo Polledri (Lega Nord), Carlo Pallavicini (Sinistra per Piacenza) e Marco Tassi (Pdl). A differenza delle “normali” commissioni, in questo caso i consiglieri hanno rinunciato al gettone di presenza. Ora la relazione verrà esaminata in consiglio comunale nelle prossime settimane.


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