Politica

Barbieri vuole incontrare Auchan. Foti al Governo: «Un nuovo ponte sul Po è tra i piani?»

Il sindaco cerca il confronto con la società “Auchan” dopo le polemiche delle scorse settimane. Il deputato di Fd’I interroga il Governo Conte sulla possibilità di un nuovo ponte con la Lombardia

il centro commerciale Auchan

Piacenza e la sponda lombarda. Rapporto piuttosto conflittuale negli ultimi tempi. Ma dai rapporti tesi delle ultime settimane si può ripartire. Di recente le cronache politiche hanno evidenziato le polemiche sul cartello autostradale “Piacenza Nord”, che verrà trasformato in “Basso lodigiano”. Da Piacenza la proposta è quella di una doppia intestazione: sia “Basso lodigiano” che “Piacenza Nord”. In seguito la diatriba si è allargata. Il consigliere comunale e deputato di Fratelli d’Italia Tommaso Foti se l’è presa con la società Auchan e il comune di San Rocco per l’assunzione di soli lodigiani nei nuovi spazi che il centro commerciale inaugurerà nei prossimi mesi. I nuovi assunti, secondo un accordo preso tra la società francese e gli enti locali lodigiani, saranno spartiti a metà tra residenti del comune di San Rocco e residenti nella provincia di Lodi. Stando a quanto stabilito, un residente di Piacenza non potrebbe essere assunto nei nuovi store. In tutto questo, l’allargamento di Auchan prevede diverse opere di compensazione per San Rocco al Porto, nessuna per la vicina Piacenza, che fa confluire migliaia di clienti dal ponte di Po.

Pare che il sindaco Patrizia Barbieri, dopo gli scambi di vedute a distanza tra Foti (che ha provocato lanciando l'ipotesi della chiusura del ponte) e gli amministratori del comune di San Rocco al Porto, abbia l’intenzione di confrontarsi con la società Auchan e riportare le criticità per la città di Piacenza a fronte degli accordi presi. L’allargamento del centro commerciale – verranno inaugurati nuovi negozi e store – porterà sicuramente un aumento di clienti e, di conseguenza, traffico stradale. Se San Rocco si sta attrezzando per agevolare il traffico, il rischio – segnalato da Foti – è di trovarsi alcune arterie stradali, nella prossimità del ponte di Po, intasate di auto che intendono “sbarcare” a San Rocco per raggiungere il centro commerciale. Al momento i contatti non sono ancora stati avviati, ma Barbieri non intende dare per morto questo problema.

 

«UN NUOVO PONTE DI PO, COSA NE PENSA IL GOVERNO?»

Il deputato Foti, intanto, ha già presentato una interrogazione al ministro delle infrastrutture e dei trasporti Danilo Toninelli. «Da atti del comune di Piacenza – è quanto ha scritto Foti rivolgendosi a Toninelli - risulta che, alla fine degli anni '80, venne redatto il progetto di massima relativo alla variante della strada statale n. 9 via Emilia, con secondo ponte sul Po, recepito nel protocollo di intesa sottoscritto il 7 giugno 1988 dalle regioni Emilia Romagna e Lombardia, unitamente alle province di Milano e Piacenza e i comuni di Piacenza, San Rocco al Porto e Guardamiglio. Detta variante risultava recepita nei principali strumenti di pianificazione e di programmazione degli enti competenti, in primis l'Anas.

Nella seduta della Camera del 19 dicembre 2001, il Governo accoglieva come raccomandazione l'ordine del giorno 9/1984/121 che impegnava il Governo stesso “in sede di individuazione delle priorità del piano triennale Anas, a tenere in particolare considerazione, sulla base del confronto con le Regioni interessate, la realizzazione del secondo ponte sul Po a Piacenza”.

Il 3 settembre 2003 veniva sottoscritta la convenzione tra Anas, regione Emilia- Romagna, regione Lombardia, provincia e comune di Piacenza per la redazione del progetto definitivo della variante. Detta convenzione, all'articolo 7, fissava in cinque anni il periodo di validità della stessa e prevedeva che, a un anno dalla stipula, “Anas spa” dovesse ultimare le procedure necessarie per l'affidamento dell'incarico di progettazione, mentre il progetto relativo all'opera avrebbe dovuto essere ultimato entro il termine di 18 mesi dalla data di aggiudicazione (al netto delle necessarie sospensioni dei termini di legge per il rilascio delle autorizzazioni di legge).

La progettazione preliminare veniva approvata da Anas con delibera del 1° marzo 2005 per un importo pari a 147 milioni di euro, con la prescrizione che il ponte avrebbe dovuto essere di particolare pregio architettonico.

Rispondendo il 29 settembre 2005 all'interrogazione n. 5-04771, il rappresentante del Governo dell’epoca affermava che “...La procedura di gara per l'affidamento della progettazione definitiva è già avviata ed è stata conclusa la fase di prequalifica. Al momento è in corso la predisposizione della lettera di invito. L'Anas presume che il completamento delle procedure concorsuali possa avvenire entro il corrente anno, mentre per quanto riguarda i tempi di realizzazione il bando di gara prevede un periodo di 120 giorni per lo sviluppo del progetto definitivo”. Successivamente, il rappresentante del Governo, rispondendo l'8 febbraio 2006 all'interrogazione n. 5-05175 informava che Anas avrebbe avviato a breve “la predisposizione del progetto preliminare tramite i propri uffici interni, anziché mediante l'affidamento a progettisti esterni, a seguito di una scelta gestionale mirata a contenere i costi ed i tempi di elaborazione”, precisando, altresì, che la gara per l'affidamento della progettazione definitiva era stata annullata.

Dal 2003 al 2008 intercorreva un'intensa corrispondenza tra l'Anas e gli enti interessati, volta alla definizione dei progetti per la realizzazione del nuovo ponte sul Po. Detti enti, pur avendo tempestivamente assunto gli obblighi finanziari di cui all'evocata convenzione, li facevano decadere a causa degli inadempimenti di Anas. La ricostruzione del ponte sul Po che collega le provincie di Piacenza e Lodi, seguita al crollo di un'arcata avvenuta il 30 aprile 2009, non può essere ritenuta sostitutiva della realizzazione del nuovo ponte». Foti perciò chiede quali siano gli orientamenti del Governo al riguardo e se la realizzazione della infrastruttura rientri ancora nei piani di Anas, tenendo conto che dovrà essere finanziata con fondi statali.


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