Politica

«Chi chiede le sale comunali deve aderire ai valori della Costituzione»

Dopo la discussa (e cancellata) presentazione del libro di Stefano Delle Chiaie il sindaco Barbieri prende un impegno nei confronti del Pd, che aveva presentato un ordine del giorno: «Modificheremo il regolamento degli spazi e delle aree pubbliche»

Giulia Piroli, Stefano Cugini e Giorgia Buscarini (Pd)

Il Consiglio comunale s’impegna, entro il 25 aprile di quest’anno, a correggere con una modifica il regolamento degli spazi e delle aree pubbliche, per impedire la concessione degli immobili comunali a favore di eventi politici che promuovano le idee e gli ideali dei “regimi totalitari”. Il Partito Democratico ha ritirato la sua proposta in sede di discussione degli ordini del giorno al bilancio dopo che è venuto a patti con la maggioranza e il resto dell’opposizione. Il motivo della proposta del Pd è evidente. Nei giorni scorsi il dibattito si è infiammato sulla concessione della Casa delle Associazioni di via Musso – gestita da Auser ma di proprietà del Comune – alla presentazione del libro di Stefano Delle Chiaie, fondatore del movimento estremista di destra Avanguardia Nazionale. La concessione della sala è stata poi revocata: i presenti attesi erano in numero nettamente superiore dello spazio a disposizione.

La proposta era arrivata da Giulia Piroli (Pd). Nell’atto si chiede a chi richiede l’utilizzo di una sala di sottoscrivere una dichiarazione di adesione ai valori della democrazia costituzionale, ripudiando il fascismo. Piroli ha ricordato l’impegno di Piacenza durante la lotta di Liberazione, «sono queste le nostre origini», occorre mettere «punti fermi», «non bisognare arretrare di fronte a questi segnali preoccupanti». «Era un ordine del giorno inammissibile – ha risposto il sindaco Patrizia Barbieri -, perché non è il nostro compito oggi fare questo regolamento. Però volevo che il Consiglio si esprimesse in un dibattito, non siamo un’Amministrazione che toglie voce a nessuno. Nei vari regolamenti ci sarà il rispetto della Costituzione».

«Dobbiamo tenere conti di queste azioni e iniziative», ha segnalato Mauro Monti di Liberi. «Non è chiaro il concetto di antifascismo che dovrebbe accomunarci – è intervenuto Luigi Rabuffi (Piacenza in Comune) -. Questo ordine del giorno nasce dall’uso improprio delle sale comunali, c’è chi si è sacrificato per combattere le dittature fasciste e naziste. Per questo si esaltano questi valori il 25 aprile, la Repubblica Italiana è nata dall’antifascismo. A Piacenza vediamo atteggiamenti razzisti e violenti, manifesti in giro per la città, aperture di sedi di partiti fascisti: dobbiamo fare argine a questa avanzata. Per fortuna l’iniziativa con Delle Chiaie è stata fermata, il sindaco non ha colpe però si deve impegnare in futuro a impedire questi eventi».

 

Davide Garilli (Lega) ha risposto all’opposizione. «L’ultima manifestazione piacentina con episodi di violenza squadrista – ha dichiarato in aula - è stata quella contro l’apertura della sede di CasaPound nel febbraio 2018, in cui è stato ferito un poliziotto. Questa crescente diffusione di iniziative fasciste in Italia, invece, non le vedo. Non vedo questa orda nazista e fascista che sta crescendo in città. E perché in questa proposta del Pd non si citano tutti i regimi totalitari? Anzi, si parla solo di “fascismo” nel documento, neanche di nazismo. Così uno potrà parlare del Mein Kampf». Dopo l’intervento di Garilli, il Pd ha presentato un emendamento in cui si indica non pi solo il fascismo, ma tutti i regimi totalitari.

«Parteciperò al 25 aprile per la prima volta – è la dichiarazione a sorpresa di Tommaso Foti (Fratelli d’Italia) - dopo 59 anni. Però è impossibile per la Giunta modificare adesso il regolamento. Incredibile, però, che le Giunte di sinistra negli anni scorsi non ci abbiano mai pensato prima di adesso. Però Delle Chiaie poteva anche parlare nella nostra città. Il presidente di Anpi Stefano Pronti poteva leggersi qualche libro in più sulla vicenda di Delle Chiaie: è stato ospitato alla Camera dei Deputati nel 1987, interrogato come persona che ha avuto un certo ruolo, e poi nel ’97 viene nuovamente audito in Senato per due volte. Quando una persona del genere lo si fa entrare più volte nel Parlamento italiano per raccontare, non vedo il problema. Era più dignitoso che qualcuno vietasse l’evento pubblico senza utilizzare un “ignobile scusa” come quella dell’agibilità della sala, ma per motivi di “ordine pubblico”. Altrimenti si faccia un provvedimento per cui Delle Chiaie non può girare per l’Italia a parlare».

«Vero – ha ripreso Giorgia Buscarini (Pd) - la scusa della sala è ridicola. Bisognava prendere una posizione di ordine pubblico. «Dal corteo violento – il capogruppo Pd Stefano Cugini ha risposto al leghista Garilli - ci siamo subito dissociati. Anzi, la Digos mi invitò proprio a non partecipare perché ero a rischio anche io, partecipando a quel corteo. Il motivo per cui è citato solo il “fascismo” nel documento che abbiamo presentato, deriva dal fatto che è l’unica dittatura che abbiamo vissuto in Italia. Non mi preoccupa il fascismo dichiarato di Foti, ma quello che va oltre, promosso da molti giovani. A me questi allarmi preoccupano».

«Tutti noi – ha aggiunto Sergio Dagnino (Movimento 5 Stelle) -  dovremmo portare avversione ai totalitarismi. Bisogna misurare le parole in politica, ci sono tanti esaltati in giro nei bar, noi politici dobbiamo stare attenti a ciò che diciamo». «Il libro di Delle Chiaie - è intervenuto anche Michele Giardino (Gruppo Misto) - è stato pubblicato da un editore importante, sarebbe stato sequestrato da tempo se fosse stato così proibito. Libertà di idee, siamo in una democrazia». «Sono un liberale – ha incalzato Andrea Pugni (Movimento 5 Stelle) - si possono ascoltare le opinioni di tutti. Poi è chiaro che i totalitarismi sono il peggio». «È pericolosa l’ignoranza storica di molti – è il parere di Massimo Trespidi (Liberi) -, non le idee. Bisogna porre un argine ai facinorosi. Non mi preoccupa quello che dice Delle Chiaie, ma l’ignoranza diffusa. E questa ignoranza si vede a destra come a sinistra, si veda sul caso di Cesare Battisti». «A me spaventa anche la violenza – ha preso la parola Lorella Cappucciati (Lega) - e le minacce fatte al ministro Matteo Salvini. Guardiamo anche a queste situazioni: vengono bruciati fantocci di Salvini, sono più spaventata da questo che da Delle Chiaie che viene a Piacenza a parlare». «Condanno tutti gli estremisti – è la sintesi dell’intervento di Filippo Bertolini (Fratelli d’Italia) - chi lo è, è un cretino. Ma una persona che chiede una sala comunale può vedersi rifiutare l’evento, ma non su indicazione dei consiglieri comunali. Delle Chiaie non è stato comunque condannato ed è protagonista di una vicenda che abbiamo studiato sui libri di storia».

La sostituzione, nel documento, dell’indicazione della sola ideologia fascista con “le ideologie totalitarie” ha fatto sì che la maggioranza s’impegnasse in una promessa nei confronti del Pd. «Ci sta bene un patto tra gentiluomini su questo tema – ha rimarcato Cugini (Pd) -, presentiamo tutti insieme una mozione che va in questa direzione e la votiamo. Noi lo ritiriamo, ma entro il 25 aprile – data simbolica -, occorre votare questa mozione. Non è però negoziabile il riferimento a Piacenza “medaglia d’oro della Resistenza”». Al termine del dibattito, che ha visto il ritiro della proposta, il sindaco Patrizia Barbieri ha preso l’impegno a nome di tutta la maggioranza.


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