Politica

Girometta (Fi): «Consumare e comprare italiano sarà un ottimo modo per far ripartire la nostra economia»

Le riflessioni del commissario provinciale di Forza Italia, Gabriele Girometta

Gabriele Girometta

«Cosa ci insegna il Coronavirus? Credo che sia lecito e doveroso chiederselo per prepararci a quella che sarà la situazione una volta che l’emergenza finirà. Dal punto di vista sanitario è chiaro che ci si dovrà attrezzare in termini di ospedali, medici, specialisti e infermieri per meglio affrontare una eventuale nuova epidemia. Questo sarà un argomento di discussione di cui tutti i livelli politici istituzionali si faranno sicuramente carico, dai Sindaci, vero imprescindibile baluardo in prima linea nei momenti di emergenza, per passare dalle Regioni arrivando al Governo». Così il commissario provinciale di Forza Italia, Gabriele Girometta, interviene. «Ma quello che deve far riflettere tutti i cittadini è: cosa possiamo fare noi in concreto facendo tesoro di ciò che è successo? La Protezione Civile deve avere mezzi e Dpi sufficienti per affrontare almeno 60 giorni di emergenza sanitaria per non dover rincorrere materiale in tutto il mondo rischiando di non averlo in tempi utili. Dobbiamo dotarci di una rete di produzione italiana per tutti questi materiali dopo aver assistito a dinieghi di spedizione o sequestro di materiale da parte degli stati esteri per forniture che erano destinate all’Italia. Ma la riflessione più importante è quella legata a tutte le filiere produttive italiane, partendo da quella più importante che è l’agroalimentare. Dobbiamo preservare le nostre eccellenti produzioni agroalimentari privilegiando il consumo di queste scegliendole mentre si va a fare la spesa. Non possiamo permettere che l’Italia perda addetti e aziende che producono per aumentare la quota di importazioni dall’estero. Già molti marchi storici sono passati in mani straniere ma se si privilegia il consumo del Made In Italy si evita che venga portata via la produzione dall’Italia. Cosa potrebbe succedere in caso di una carestia alimentare per un evento eccezionale? Dopo il sequestro delle mascherine figuratevi se non verrebbero trattenute le derrate alimentari. Una riflessione si impone anche sui canali della distribuzione. Oggi appare evidente quanto sia importante la rete dei negozi di vicinato e dei mercati per garantire l’approvvigionamento quotidiano per chi ha problemi a spostarsi o quando la ridotta mobilità viene imposta per esigenze sanitarie. E questi ragionamenti valgono per tantissimi prodotti o produzioni chiusi in Italia a favore di Paesi Esteri. Ora che siamo tutti in casa, invito a riflettere tutti insieme su questi spunti perché alla ripresa dovremo dimostrare al mondo intero che non siamo secondi a nessuno, che, pur rispettando i nostri Partner europei, dobbiamo recuperare o mantenere settori strategici indifferibili che in momenti come questo sono fondamentali: inoltre, consumare e comprare italiano è già di per sè un ottimo modo per far ripartire dal basso la nostra economia».


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