Politica

Il Comune proverà a far dialogare Fondazione e Ricci Oddi per palazzo ex Enel

Approvata la risoluzione dei Liberali Piacentini, anche se emendata e ammorbidita (contro solo Pd e Rabuffi): si chiede alla Fondazione di valutare la possibilità di mettere a disposizione “una parte” di palazzo ex Enel alla galleria e ad altri soggetti. Dall’aula la richiesta di promuovere sinergie tra gli enti e critiche alla governance della galleria

L'assessore alla cultura Papamarenghi parla in aula davanti ad Antonio Levoni (Liberali)

Nessuna forzatura nei confronti della Fondazione e una rivisitazione un po’ più morbida della risoluzione presentata da Antonio Levoni (Liberali Piacentini). «Non diamo ordini, siamo in casa d’altri», ha ricordato d’altronde il sindaco Patrizia Barbieri. Però la maggioranza non chiude la questione e chiederà a Fondazione di Piacenza e Vigevano e alla Galleria d’arte moderna “Ricci Oddi” di discutere allo stesso tavolo la possibilità di mettere a disposizione, da parte della prima, la sede di palazzo Ex Enel, per la seconda. «Far valutare di mettere a disposizione» - invece che auspicare, si legge questo nella risoluzione emendata dopo un lungo dibattito in Consiglio - non solo della Ricci Oddi, ma anche di altri soggetti, una parte di palazzo ex Enel per esporre le opere chiuse nel deposito (circa mille, mentre sono 250 quelle esposte) della galleria.

Così il Consiglio comunale – tranne Pd e Pc in Comune, che hanno votato contro la proposta di Levoni – ha suggerito all’Amministrazione di far dialogare Ricci Oddi e Fondazione intorno allo stesso tavolo. Un modo, per il centrodestra, per non polemizzare con la Fondazione e al tempo stesso non irritare i colleghi dei Liberali Piacentini, da qualche tempo spine nel fianco dell’Amministrazione. «Servono nuovi spazi nel vicino palazzo Ex Enel di via Santa Franca e un impianto di climatizzazione per la galleria – ha sottolineato Levoni, commentando la sua risoluzione -. Serve un “patto per la Ricci Oddi” per ammirare tutto l’anno le opere, e vedere altri quadri interessanti, ora nel deposito. Noi come comune possiamo solo auspicare che i soggetti istituzionali di Piacenza possano andare nella direzione della valorizzazione della galleria. Visto che da anni palazzo ex Enel è di proprietà della Fondazione, speriamo che almeno una parte dell’immobile venga messo a disposizione della Ricci Oddi».

L’ASSESSORE ALLA CULTURA: «SERVONO EVENTI, NON ESPORRE PIU’ OPERE»

A Levoni ha subito risposto l’assessore alla cultura Jonathan Papamarenghi. «Un grande polo piacentino – ha spiegato in aula - dedicato alle arti in grado di allargarsi, è un’idea importante. Oggi la Ricci Oddi sta in piedi con le risorse del Comune, che vanno per la quasi totalità al personale. Anche se ci fossero più risorse, dovrebbero essere impiegate per organizzare più eventi e far conoscere la galleria fuori dai confini piacentini, e non per gestire nuovi spazi. Gli accordi portati avanti dalle passate Amministrazioni sono un po’ traballanti, sono cambiati i tempi. L’allargamento della Ricci Oddi non prende in considerazione le spese di gestione della Ricci Oddi. Noi mettiamo 180mila euro quest'anno ed è già un grande sacrificio. La crescita della Ricci Oddi non può avvenire semplicemente esponendo più quadri di quelli che ci sono attualmente, ma occorre sfruttare meglio la potenzialità della galleria, organizzando veri e propri eventi al suo interno e riportare qui i riflettori nazionali».

«La Ricci Oddi – ha commentato Tommaso Foti (Fratelli d’Italia) - è un’istituzione importante di cui occorrerebbe avere rispetto. Non si può dire che “ha mille croste di poco valore” come ha fatto qualcuno: ci vorrebbe più buon senso. In vent’anni non siamo stati capaci di decidere cosa fare di Palazzo ex Enel. Ora si chiede alla Fondazione di dare in comodato d’uso gratuito alla Ricci Oddi, e non al Comune. Ci vorrebbe una gestione mista della struttura, secondo la risoluzione di Levoni, e il Comune si troverebbe a pagare le spese della galleria: se dovesse intervenire economicamente anche per palazzo ex Enel, non avrebbe più soldi per promuovere l’attività della Ricci Oddi. Il problema meritava un’intesa più vasta: temo che galleria rimarrà come prima, la Fondazione farà quel che crede e noi rimarremo sospesi».

 

RABUFFI: «IL SINDACO AVEVA PROMESSO IL RILANCIO NEL 2019»

Massimo Trespidi (Liberi), vent’anni fa era assessore alla cultura nella Giunta Guidotti. «Rimango coerente con le idee dell’epoca. Non tutto, ma l’utilizzo di una parte di palazzo ex Enel, è un’idea buona. Non mi sembra giusto spostare dalla galleria la sede dell’associazione “Amici dell’Arte”. Con buon senso da parte di tutti si può arrivare a una soluzione. L’immobile di Santa Chiara, di proprietà della Fondazione, può ospitare quella parte di palazzo ex Enel data alla Ricci Oddi. Con la buona volontà il cerchio si potrebbe chiudere. Così come servirebbe ospitare mostre a rotazione per la Ricci Oddi». «A settembre il sindaco Barbieri – ha ricordato Luigi Rabuffi (Piacenza in Comune) - disse che il 2019 sarebbe stato l’anno del rilancio della Ricci Oddi, stiamo aspettando. Intanto l’impianto di climatizzazione costa comunque 600mila euro e il Comune ne mette ogni anno 180mila solo per farla funzionare. La galleria ha bisogno di fondi e di uno statuto aggiornato e attuale. Il suo presidente ci ha detto che mancano le risorse minime per garantire la sua attività, si fanno ad esempio solo due sfalci d’erba all’anno nel giardino».

BUSCARINI (PD): «MAGGIORANZA SCHIACCIATA DAL BRACCIO DI FERRO»

«Solo il 10 per cento delle opere del magazzino – è il pensiero di Giulia Piroli (Pd) - sono capolavori, perché non mettere all’asta molte opere nel magazzino e ricavare risorse? Questa risoluzione non ha senso perché non c’è un vincolo di mandato tra il Comune e il suo rappresentante nel Cda, non possiamo dire al nostro membro del Cda cosa fare».  «Per valorizzare un negozio in crisi da tempo – è la metafora utilizzata dal capogruppo del Pd Stefano Cugini - si prova a mettere in mostra la merce per anni tenuta nel magazzino? Non mi sembra la soluzione corretta. Se fossero reali capolavori, perché non si è deciso negli anni di fare una turnazione o trovare altri spazi per le opere? E chiedo: esiste il diritto dell’associazione degli Amici dell’Arte di occupare una parte della Ricci Oddi come propria sede per sempre?». Per Giorgia Buscarini (Pd) la maggioranza è schiacciata da una querelle sviluppata fuori da Palazzo Mercanti. «È in corso uno scontro tra soggetti esterni all’Amministrazione – è il suo intervento, riferendosi a Fondazione e Banca di Piacenza, nda - che si vogliono contendere il primato culturale della città e che invece dovrebbero lavorare maggiormente insieme per l’interesse della città. Invece di far vedere chi è il più bravo, giocano a braccio di ferro e l’Amministrazione rimane in mezzo. Non vorrei che questo argomento fosse lo strumento per tenere insieme la maggioranza del centrodestra».

PUGNI: «IL PRESIDENTE DELLA RICCI ODDI SI FACCIA SENTIRE»

«È l’impianto di climatizzazione la chiave per un rilancio – ha rilevato Roberto Colla (Piacenza Oltre) - altrimenti nessun museo italiano ci presta un’opera. In questi casi Piacenza sembra non dialogare». «Son d’accordo con Trespidi – ha aggiunto Andrea Pugni (Movimento 5 Stelle) - comunque servirebbe parlarsi in faccia. Io non sapevo manco chi fosse il presidente, non si fa vedere e sentire. E il Comune intanto sborsa». «Ci vuole più coordinamento – ha detto il collega grillino Sergio Dagnino - tra gli enti culturali della città». «Oggi è difficile fare soldi con la cultura, però bisogna lavorare maggiormente in rete», è il commento di Gianluca Bariola (La Pc del futuro).

 

GIARDINO: «IL PROBLEMA NON SONO GLI SPAZI, MA LA GOVERNANCE»

«Il problema della Ricci Oddi – ha preso la parola anche Michele Giardino (Gruppo Misto) - è la "governance", il motore è malfunzionante ed è inutile sistemare la carrozzeria. Finché non si riesce a mettere mano sulla governance... Intanto il Comune continua a metterci soldi. Così non andiamo da nessuna parte: e se la Fondazione desse domani la piena disponibilità del suo immobile, il Comune avrebbe enormi difficoltà a mantenerlo». «Possiamo dare qualsiasi cosa alla Ricci Oddi – ha rilevato il capogruppo della Lega Carlo Segalini – ma noto che pochi conoscono questa eccellenza piacentina. Quante scuole vengono portate a vedere la galleria? Arrivano solo ventimila euro all’anno di biglietti dalla Ricci Oddi, dove vogliamo andare? Se continua così, se ne riparlerà sempre, ogni anno, del suo rilancio».

Questi due interventi hanno provocato la reazione di Massimo Trespidi (Liberi). «Da due anni l’Amministrazione Barbieri è al governo della città e ora la sua maggioranza dice che è tempo di cambiare la governance. C’è del “benaltrismo” qui: si indica un problema per spostare l’attenzione da un altro. Risolviamoli questi problemi: utilizziamo una parte dei soldi della vendita delle quote Iren per la galleria, per comprare l'impianto di climatizzazione e tenerla aperta tutto l'anno, invece che continuare a dire che non ci vanno visitatori. E il presidente della Galleria s’impegni per dare un’offerta culturale migliore». Da Trespidi è arrivato un ulteriore invito. «Togliamo dal campo i tifosi e gli ultras di Fondazione e Ricci Oddi e facciamo questo patto, ora che arrivano i soldi dalla vendita di Iren». «C’è Santa Chiara a disposizione – ha aggiunto Nelio Pavesi (Lega) - per fare ciò che occupa palazzo ex Enel».

L’EMENDAMENTO DELLA MAGGIORANZA PER AMMORBIDIRE LA RICHIESTA DEI LIBERALI

È stato un emendamento proposto dalla maggioranza (dai tre partiti del centrodestra, Fi, Lega e Forza Italia) a correggere un po’ il tiro della proposta dei Liberali. «Valutare di mettere a disposizione» - invece che auspicare - non solo a favore della Ricci Oddi, ma anche di altri soggetti, una parte di palazzo ex Enel, è – in sintesi – il contenuto dell’emendamento». «In casa d’altri – ha motivato il sindaco Barbieri - non possiamo dare ordini. Preso atto che la Fondazione sta ristrutturando il suo immobile di via Santa Franca, contiamo molto sulla collaborazione tra gli enti. Ma il nostro può essere solo un auspicio, perciò non chiediamo che la Fondazione utilizzi la struttura solo per la Ricci Oddi, ma anche per altri soggetti, come il Conservatorio Nicolini. Perciò deve essere la Fondazione a valutare il destino di palazzo ex Enel. Magari si possono fare anche mostre insieme, una della Ricci Oddi e una di Palazzo ex Enel. Vogliamo una sinergia positiva». Il primo cittadino ha ricordato anche l’impegno del Comune: 180 mila euro nel bilancio 2019, la volontà di pensare a risolvere il problema della climatizzazione e del restyling esterno della struttura, più la nomina di un direttore da parte del Cda. L’emendamento ha visto la bocciatura dell’opposizione (astenuto Bariola) e l’approvazione della maggioranza (con anche Giardino e Zanardi del Gruppo Misto). C’è stato ancora tempo per qualche commento. «L’accordo tra Ricci Oddi e Fondazione – ha dichiarato Gian Paolo Ultori (Liberali Piacentini) - è fondamentale per la città, si deve trovare un’intesa. Palazzo Ex Enel e la Galleria sono lontani una porta, queste due realtà devono collegarsi. Ma serve anche un direttore capace e esperto. Impensabile che la seconda galleria d’arte moderna d’Italia sull’800 non abbia una figura del genere. E poi c’è Santa Chiara che può ospitare altre manifestazioni, non perdiamo questo momento e speriamo che le parti si trovino per parlare in serenità». La risoluzione di Levoni, così emendata, ha ottenuto il voto di tutto il Consiglio ad eccezione del disco rosso alzato dal Pd e da Piacenza in Comune.


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