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Bando Periferie, il Consiglio: «I comuni con i progetti pronti devono poter ottenere i finanziamenti»

Sì bipartisan e quasi unanime di Palazzo Mercanti (non ha partecipato al voto solo il Movimento 5 Stelle) a una risoluzione che chiede di rivedere a Roma il rinvio dei finanziamenti per i comuni che hanno pronti i progetti a breve. Ok sofferto della Lega che si allinea al resto della sua maggioranza dopo un confronto serrato

i banchi della Lega in Consiglio. Sotto, Tommaso Foti e Christian Fiazza

Il Consiglio comunale ha detto la sua sul Bando Periferie. Il taglio da 1,6 miliardi di euro ai comuni – che avevano ottenuto quei soldi dai governi Renzi-Gentiloni per riqualificare alcune zone urbane dei comuni capoluoghi di provincia – è stato votato al Senato in agosto durante gli emendamenti al Milleproroghe. Di mezzo c’è finita Piacenza, che attendeva 8 milioni di euro da Roma, a cui si aggiungevano 2,7 milioni di euro di investimenti privati (1,5 milioni provenienti dalla società Terrepadane). Il Consiglio (e il sindaco Patrizia Barbieri) ha preso posizione nella serata del 24 settembre, dopo due documenti presentati: una mozione del Pd e una risoluzione di Tommaso Foti e Gian Carlo Migli (Fratelli d’Italia). La risoluzione di Fd’I è stata votata quasi all’unanimità (non ha dato parere positivo solo il Movimento 5 Stelle) e chiedeva di esprimere, da parte della Giunta e del Consiglio, la necessità di permettere l’ottenimento dei finanziamenti del Bando ai comuni che presentano i progetti esecutivi entro il 31 dicembre di quest’anno. 

Fratelli d’Italia e Pd sono all’opposizione a livello nazionale, anche se su fronti opposti in Consiglio comunale. Nessun problema ad andare contro alle volontà del Governo Lega-5Stelle. Così come per Forza Italia e Liberali Piacentini e per altre forze civiche presenti a Palazzo Mercanti. Ben diverso il discorso per la Lega: si trova in maggioranza a Piacenza, ha quindi bisogno dei fondi del Bando per dare vita ai cantieri della Giunta Barbieri, ma si trova così a correggere la rotta di un Governo nazionale (che la vede grande protagonista) che non ha ritoccato il alcun modo quanto deliberato sul Bando Periferie. Dopo lunghi conciliaboli e discussioni tra i banchi del Carroccio, si è deciso - non senza sofferenza - di appoggiare la richiesta di Fratelli d’Italia (tranne il consigliere Nelio Pavesi, che non ha partecipato al voto) ed esprimere il dissenso del territorio verso una decisione "romana".

FRATELLI D’ITALIA E PD CHIEDONO A SINDACO E GIUNTA DI PRENDERE POSIZIONE

Tommaso Foti, che è anche parlamentare di Fratelli d’Italia, ha spiegato il suo intento. «Il mio atto sulla vicenda è scevro di valutazioni politiche, ha la sola finalità di consentire al sindaco di esprimere la posizione del Consiglio comunale. Penso che l’emendamento votato al Senato sul Bando Periferie è stato un principio giusto, ma declinato nel mondo sbagliato. Se tu comune non ti attivi per quei progetti, io Stato non ti faccio arrivare i soldi. Purtroppo sono state coinvolte tutte le richieste presentate (tra cui Piacenza), senza guardare alle condizioni. Il Comune di Piacenza non è legato ai finanziamenti privati, che possono essere slegati e indipendenti, come invece qualcuno ripete da 25 giorni». «Noi di Fd’I non polemizziamo politicamente. Si è detto a Roma nella seduta del Parlamento del 12 settembre che il Governo finanzierà in base allo stato di avanzamento dei lavori e ai progetti cantierabili. Tutti hanno riconosciuto che al principio è seguita una interpretazione sbagliata, d’altronde l’emendamento lo avevano votato tutte le forze politiche rappresentate in Parlamento. La norma non dice che si posticipa tutto al 2020, ma in base allo stato di avanzamento dei progetti. Piacenza non si vede posticipata al 2020. Non era fissato il finanziamento al 2018, ma al 2019-2020, e quindi si vedrà posticipare al 2020-2021». «Non è che questa risoluzione – ha precisato Foti - dà il via al progetto di Terrepadane così com’è. Ma dice che il Comune vuole andare avanti per la sua strada. E i privati, vedendosi posticipare gli interventi, possono decidere se investire ancora o sottrarsi. E il loro intervento economico può essere anche sostituito da uno sforzo pubblico. Oggi non chiediamo di votare il progetto dell’ex Consorzio Agrario».

Anche il Pd ha presentato un suo documento: in una mozione i consiglieri Christian Fiazza, Stefano Cugini, Giulia Piroli e Giorgia Buscarini hanno chiesto al sindaco di prendere posizione contro «lo scippo» in corso d’opera. «Non vediamo quali possano essere gli impedimenti nei confronti di questi due documenti – ha spiegato Fiazza - che vogliono dare mandato al sindaco di esprimere la posizione del Comune di Piacenza al Governo nazionale sulla vicenda. Non vogliamo oggi fare polemiche sulla reattività e i tempi del sindaco Barbieri sulle novità del Bando Periferie. Speriamo che nessun consigliere si sia fatto influenzare da esponenti partitici più in alto di lui. In questo caso dobbiamo guardare a un’unica stella polare, il bene di Piacenza. Il Bando Periferie è una grande opportunità di recupero di aree del lungo Po e delle sue mura. Il rischio di perdere 11 milioni di euro è grave, stiamo parlando di una cifra pari a quanto spende l’assessorato ai lavori pubblici in cinque anni. Bisogna avere voglia di giocare squadra, che però non vedo in alcune creative dichiarazioni dei parlamentari della Lega. Elena Murelli e Pietro Pisani dicono al Pd di “stare sereno”, che i “soldi non ci sono mai stati”, per poi annunciare che i soldi del bando verranno dati come avanzi di bilancio ai comuni. Diciamo che il centrodestra piacentino ha due tipi di parlamentari: c’è chi rappresenta Piacenza e il territorio come Foti, e c’è chi tutte le mattine si alza e accende un cero a Matteo Salvini perché faceva il consigliere di minoranza a Podenzano (Murelli, nda) e chi stava sulla poltrona a casa mentre è arrivato dodicesimo nella lista della Lega (si riferisce a Pisani, nda)».

IL SINDACO BARBIERI: «CHI HA I PROGETTI PRONTI DEVE PARTIRE»

Il sindaco Patrizia Barbieri non si era ancora espressa sulla vicenda. Lo ha fatto durante il dibattito. «Dobbiamo fare delle scelte per la città, siamo consiglieri della nostra città, non dei partiti. Ci hanno votato per amministrare Piacenza e i suoi beni. Si è detto che il mio silenzio è stato assordante: io lavoravo per la città. Noi siamo dentro Anci, ci sono sindaci di ogni partito. L’emendamento è stato votato da tutti, anche da quelli che oggi gridano “al lupo, al lupo”. Evidentemente c’è stato qualche problema al momento del voto al Senato. Noi come Giunta chiediamo che chi presenta i progetti entro la fine dell’anno abbia la possibilità di vederseli subito finanziare. Chi ha amministrato fino ad oggi, facendo degli sforzi importanti, perché non può portare a casa i risultati? Ecco perché si sta agendo in questa direzione». Barbieri si sta sentendo con gli altri primi cittadini. Per l’Emilia-Romagna il referente è soprattutto Michele De Pascale, sindaco di Ravenna e presidente regionale Anci.

Ha detto la sua anche Massimo Trespidi di Liberi. «Noi votiamo sempre sulle questioni e negli interessi di carattere generale. La risoluzione di Foti mette il dito nella piaga. L’applicazione di questo principio è stata errata: stupisce che 270 senatori a Roma non si siano accorti che stavano sbagliando. Ci andrei cauto – ha detto rivolgendosi al Pd – a giudicare i parlamentari piacentini, visto che qualcuno ha mandato a Roma onorevoli che erano alle prese con la passate di pomodoro (si riferisce a Paola De Micheli, deputata Pd con un’esperienza da manager di una coop dell’agroalimentare). Per arrivare ad avere i progetti esecutivi, pronti per la fine dell’anno, non basta più camminare ma occorre correre. Mi auguro che la Lega voti convintamente, anche per rimediare alle parole dei suoi due parlamentari piacentini, che hanno detto delle inesattezze».

ACQUE AGITATE IN MAGGIORANZA QUANDO SI PARLA DI TERREPADANE

Il consigliere di Forza Italia Mauro Saccardi, ogni qual volta si tocca il tema del Bando Periferie, prende le distanza da uno dei progetti coinvolti indirettamente dal bando: la riqualificazione (privata, a carico della società Terrepadane) dell’area dell’ex Consorzio Agrario di Piacenza. «Se il progetto è quello che abbiamo visto – ha puntualizzato Saccardi, che contesta l’insediamento di nuove aree commerciali -, io non sono particolarmente felice. Chiedo che venga ripresentato il progetto in maniera diversa su Terrepadane». L’ennesima precisazione di Saccardi su questo aspetto ha provocato la reazione stizzita del collega di maggioranza Giampaolo Ultori (Liberali): «Stiamo parlando del Bando Periferie, non del progetto Terrepadane. Vorrei che Saccardi studiasse bene le cose prima di parlare». I due sono andati avanti a discutere animatamente per loro conto anche a microfoni spenti. Anche Francesco Rabboni di Forza Italia ha rimarcato la posizione del gruppo e quella del “ribelle” azzurro: «Saccardi è coinvolto emotivamente, parla a titolo personale». «Sono coinvolto come tutti – la pronta replica del diretto interessato -. Voterò a favore oggi per non perdere il finanziamento, spero che con i soldi l’Amministrazione sappia fare il bene del centro».

CAVALLI DETTA LA LINEA: OK A FD’I E AL SINDACO

Come detto, destava curiosità il parere della Lega, essendo l’unica forza di maggioranza a Palazzo Mercanti al Governo nazionale. E i parlamentari Murelli e Pisani avevano difeso a spada tratta le decisioni di Senato e Governo sulla questione. A sparigliare le carte, dopo lunghe discussioni tra assessori e consiglieri leghisti, ci ha pensato il capogruppo Stefano Cavalli. «Abbiamo discusso molto su questo tema. Prima voglio dire se il nostro movimento ha scelto in modo legittimo i nostri rappresentanti, significa che hanno la nostra fiducia. Chiediamo il rispetto nei confronti parlamentari, non vedo Einstein nelle fila degli altri. Il Bando Periferie serve per migliorare la nostra città. Abbiamo presentato un emendamento a Foti, ma lui ha rifiutato correzioni al testo. Crediamo comunque che la città ha bisogno di migliorarsi e riqualificarsi in alcune aree. Ci sono però altre città italiane che hanno in mente speculazioni edilizie che non meritano i finanziamenti. Il Pd con questo Bando Periferie - voluto dai precedenti Governi Renzi e Gentiloni, nda - ha fatto marchette elettorali in molte città». Ma, secondo la Lega, Piacenza merita una mano: perciò ha votato contro una decisione presa dal suo stesso Governo. «Servono soldi pubblici per sistemare Piazza Cittadella e la stazione ferroviaria. Potevamo, su questo documento, astenerci o uscire dall’aula: vogliamo dimostrare alla nostra città che vogliamo renderla più accogliente e vivibile. Votiamo a favore alla risoluzione di Foti».

IL PD RITIRA LA SUA MOZIONE

«Per fortuna – ha dichiarato Giorgia Buscarini del Pd - la Lega stavolta raccoglie l’appello del sindaco. Il Carroccio che chiede rispetto per i suoi parlamentari fa sorridere: cerchiamo i post sui social e non solo quelli su come ci definite voi. Non ci interessa la nostra mozione, va bene anche il voto a quella di Foti. Purché si facciano gli interessi della città». E infatti Christian Fiazza ha poi annunciato il ritiro della mozione dem: «Ci riteniamo soddisfatti del voto a quella di Foti, va bene così», ha commentato lo stesso Fiazza. «Murelli e Pisani hanno approcciato il tema in maniera sbagliata – ha aggiunto Giulia Piroli (Pd) - forse perché sono alla prima esperienza parlamentare. Ho apprezzato l’intervento del sindaco Barbieri. Se questi soldi non arrivano si tratta di un vero scippo, in Emilia-Romagna si attendono ben 120 milioni di euro». 

Davide Garilli (Lega) ha già fatto capire che il mal di pancia di Saccardi su Terrepadane non sarà l’unico, ma questo sarà un tema da ridiscutere in futuro. «Ok al Bando Periferie, poi rivedremo il progetto Terrepadane e il suo 1,5 milioni di euro di investimento privato».

Roberto Colla di Piacenza Oltre si è complimentato con il capogruppo del Carroccio Cavalli.  «Ho visto tanta fibrillazione nella Lega, ma poi hanno fatto bene a votare per Piacenza». Soddisfazione anche da parte di Antonio Levoni dei Liberali Piacentini: «Un gran bella giornata per il Consiglio comunale, ho apprezzato gli interventi di tutti. Comunque Bando Periferie e Terrepadane sono due così non legate, della seconda se ne riparlerà».

Molto duro Luigi Rabuffi (Piacenza in Comune): «Solo il mago Houdini avrebbe saputo far meglio della politica lega-stellata, che ha fatto sparire tutti quei soldi – 1,6 miliardi di euro – per le periferie italiane. Il premier Conte ha promesso un aiuto ai sindaci, ma lui non conta nulla. Siamo stati tutti derubati».

Il Movimento 5 Stelle di Piacenza, l'altro partner del Governo nazionale, non ha partecipato al voto, rimanendo però in aula. «Nei dettagli il Bando Periferie – è il parere di Sergio Dagnino - e i suoi progetti per Piacenza non ci piacciono, come alcune cose non piacciono alla stessa Giunta Barbieri. Per noi il Bando non renderà più bella Piacenza». «Sarebbe stato facile uscire dall’aula per me – ha detto grillino Andrea Pugni – e per Dagnino e scappare dal voto. Il Bando non ci è mai piaciuto, lo abbiamo ereditato. Non parteciperemo al voto, a malincuore. Con coraggio ci esprimiamo così». 


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