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Barbieri: «Vicenda dolorosa, tra una settimana i sostituti». Foti: «Ritroviamo la coesione»

La maggioranza prova a superare l’impasse di questi giorni dopo la revoca di Polledri e le dimissioni di Garetti e Putzu. Barbieri vuole trasmettere forza: «Se venissi sfiduciata io, mi ricandiderei domani mattina» Cavalli (Lega): «L’allenatore dopo venti minuti ha già fatto tre sostituzioni, ma la partita è ancora lunga». Pecorara (Fi): «Se ci ripresentiamo prendiamo il 70%». Levoni: «Il sindaco non è ostaggio dei partiti»

Il sindaco Patrizia Barbieri

«Lunedì prossimo dirò chi sono i nuovi assessori del Comune di Piacenza. E la ridefinizione delle deleghe». Si è limitata a questa scarna comunicazione il sindaco Patrizia Barbieri, in apertura di Consiglio, sul futuro della sua squadra amministrativa. La sua Giunta ha perso tre pezzi da 90 nelle ultime ore: lunedì mattina le dimissioni dell’assessore Filiberto Putzu, terzo assessore (dopo la revoca di Massimo Polledri e le dimissioni di Paolo Garetti). Il Consiglio comunale del 22 ottobre si è così trasformato in un’ampia e articolata riflessione dell’opposizione e della maggioranza. Nei confronti dei tanti giudizi negativi delle minoranze, hanno risposto gli esponenti più in vista del centrodestra che hanno provato a gettare acqua sul fuoco.  

«Stimo da sempre il sindaco Patrizia Barbieri – ha esordito per la maggioranza il capogruppo dei Liberali Antonio Levoni -, e in questi giorni dimostra coraggio e stoffa da primo cittadino. È facile andare avanti a “toc e bucon”, invece si prende carico di fare delle scelte importanti. L’Amministrazione non è ostaggio dei partiti come si dice: sono stati loro a unirsi attorno alla figura di Patrizia Barbieri quando venne candidata a sindaco. Poi hanno fatto un passo indietro nelle scelte, per il bene della città. Oggi non ci troviamo di fronte al fallimento del sindaco: ha dimostrato di scegliere e se fosse preda dei partiti io di certo non appoggerei la sua Amministrazione». Levoni, in seguito, ha voluto replicare a Trespidi, che si era detto perplesso su uno dei nomi dei possibili sostituti di Putzu: il sindaco di Lugagnano e commissario provinciale di Fi Jonathan Papamarenghi. «Sarei d’accordissimo se si scegliesse Papamarenghi. Una persona equilibrata e capace come lui, rieletto a Lugagnano e con esperienza amministrativa, può portare aiuto e rappresenta un partito. Magari anche gli altri due sostituti fossero al livello di Papamarenghi».

«Sono stupito – ha osservato Francesco Rabboni di Forza Italia - da questi attacchi: comprendo il ruolo dell’opposizione, ma sono sorpreso dalle critiche nei confronti del sindaco, che lavora giorno e notte per la città. In questi 15 mesi abbiamo risolto situazioni che erano lì da anni, come quartiere Roma, Borgotrebbia. Vedo un grande impegno per le frazioni, riconosciuto da tutti. Forza Italia crede e sposa ancora questo bellissimo progetto».

«Le opere concordate dall’Amministrazione Barbieri – ha rilevato il capogruppo leghista Stefano Cavalli - verranno portate a termine: sappiamo che ci sono dei tempi tecnici da rispettare. Uno dei tre assessori coinvolti dal rimpasto, Massimo Polledri, è del mio partito. Io ho fatto l’amministratore in passato, in tanti ruoli, e so che bisogna lavorare di squadra. Lui e il sindaco non lo hanno fatto, non è scattato il feeling. Diciamo che come centrodestra siamo una squadra di calcio, con un allenatore che ha fatto tre sostituzioni nei primi venti minuti di gioco: per colpa di infortuni, per problemi vari. Ma la partita dura ancora molto».

Su una cosa detta dall’opposizione il capogruppo di Forza Italia Sergio Pecorara è d’accordo. I sostituti dei tre assessori devono essere a tempo pieno. «Nessuno – ha poi aggiunto rispondendo a un’osservazione di Gloria Zanardi del Gruppo Misto - in Forza Italia ha chiesto la rimozione dell’assessore Putzu, nessun esponente, né il commissario provinciale. Non abbiamo mai chiesto di cacciare il nostro assessore. E la maggioranza non è in stato confusionale. E se facciamo le Elezioni domani mattina, il sindaco Barbieri vince non più con il 60%, ma con il 70%. E vedremo le sue capacità anche alla Provincia di Piacenza».

 

FOTI (FD’I): «RITROVIAMO LA COESIONE»

Molto lungo e articolato il discorso di Tommaso Foti di Fratelli d’Italia, che per tutta la seduta ha ascoltato le critiche dell’opposizione. In passato era stato proprio il parlamentare a punzecchiare i rimpasti dell’ex sindaco Paolo Dosi (che mandò a casa quattro assessori in un colpo solo: Francesco Cacciatore, Pierangelo Romersi, Giovanna Palladini e Paola Beltrani). «Si manca di sensibilità nei confronti del sindaco – ha detto Foti in aula - se si pensa che sia stato fatto tutto dai partiti. Barbieri si è impegnata fin dal principio della campagna elettorale 2017 per non avere esclusi eccellenti dalle liste che si sono presentate alle Comunali. Poteva cacciare i vecchi come me e Polledri. Ma chiese la loro esperienza al servizio delle liste. La vicenda di questi giorni mi amareggia molto: resto amico di tutti e tre gli assessori uscenti. Il sindaco però non ha ucciso o fatto suicidare una parte della sua Giunta». Foti ha dato la sua spiegazione agli addii eccellenti. «Non erano stati raggiunti gli obiettivi sperati e non avevano una corrispondenza d’amorosi sensi con la squadra. Ma i partiti non c’entrano, si sappia. Anzi, le forze politiche – Forza Italia, Lega, Fratelli d’Italia e Liberali - all’inizio del mandato si erano promesse di condizionare il meno possibile il sindaco. Volevamo fare 5 assessori dei partiti e 5 scelti da lei: ma le quote rose hanno impedito questo, così abbiamo optato per 4 e 6, permettendole di designare anche il vicesindaco. E i partiti non si sono arruffati: la Lega chiese soltanto di essere rappresentata maggiormente rispetto agli altri – legittimamente, visti i voti – e non ci sono stati mai problemi». Foti ha ammesso che la situazione si poteva risolvere molto tempo prima. «Tutta questa vicenda si poteva evitare se si fosse agito, per tempo, quando il sindaco ha manifestato in una riunione le sue perplessità. A complicare le cose il fatto che le perplessità del sindaco formulate ai partiti sono state lette per filo e per segno sui giornali. Già ad aprile eravamo d’accordo in maggioranza che i partiti avrebbero spronato i loro esponenti più a rischio, ma dopo sei mesi le cose non sono cambiate ed è successo quello che è successo». Foti però vuole andare avanti. «Non c’è una frattura programmatica e politica all’interno della maggioranza. C’è stato solo un problema di funzionalità della Giunta, da persone di maggiore esperienza da cui il sindaco si aspettava di più. Invito però tutti i componenti della maggioranza a mettere da parte spiriti vendicativi per ritrovare una coesione. C’è gente che ha fatto campagna elettorale nel 2017 senza chiedere niente, come Carlo Mazzoni – storico esponente di Forza Italia scomparso il giorno del voto del primo turno, nda -. Mi auguro che, finito questo momento di amarezza, ognuno ritrovi la voglia e le energie per battersi per quelle idee per cui siamo stati votati ed eletti».

IL SINDACO BARBIERI: «VICENDA DOLOROSA, IL PROGETTO DEL CENTRODESTRA VA AVANTI» 

Dopo le parole di Foti, anche il sindaco ha voluto dire la sua su quanto avvenuto in Giunta. «Ci sono rimasta male – ha spiegato Patrizia Barbieri - per le persone che sono coinvolte da questa vicenda. Non è che ho parlato poco perché ritengo la vicenda superficiale, è perché provo dolore, è una vicenda dolorosa. A Polledri, Putzu e Garetti va il mio rispetto, hanno comunque lavorato, li reputo tre amici se loro lo vorranno continuare ad essere. Quando abbiamo cercato tutti insieme di fare questo progetto amministrativo – vedo in aula dei consiglieri che hanno lavorato da mattino a sera in campagna elettorale – ci credevano anche i tre assessori che non faranno più parte del Consiglio comunale. Un progetto che dobbiamo portare a termine. Non è comunque simpatico che tutte le discussioni interne finiscano sui giornali, ho pensato anche di avere un registratore in Comune, perché è stato riportato tutto che ci dicevamo al nostro interno». Barbieri però ritiene sufficiente l’azione amministrativa del primo anno e mezzo.  «Non accetto che si dica che non è stato fatto niente. Anche gli assessori uscenti hanno fatto. Non mi sono piaciute neanche le critiche della minoranza ai liberi professionisti impegnati in Giunta. Chi fa l’assessore deve sacrificare famiglia e lavoro, le persone sedute qui ne stanno dando esempio. Il rimpasto di Giunta è stata una costante delle Amministrazioni, tutte vicende dolorose per chi è coinvolto. Sono dispiaciuta per quello che si è verificato in questi giorni, ma andremo avanti per la nostra strada per dare risposte che già stiamo dando e che continueremo a dare. Chi chiede le dimissioni del sindaco – si riferisce ad alcuni attivisti del Movimento 5 Stelle citati dal grillino Andrea Pugni - faccia una mozione di sfiducia e se ha i voti, me ne vado a casa. Ma si sappia che mi ripresenterò il giorno dopo alle Elezioni».

Nelle ultime tre foto, gli ex assessori Massimo Polledri, Paolo Garetti e Filiberto Putzu


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