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L’opposizione diserta le Provinciali: «Barbieri non riuscirà a svolgere i due incarichi»

Tutti i gruppi consiliari (tranne il Misto) di minoranza del comune di Piacenza non si recheranno al voto delle Elezioni Provinciali: «Non c’è un programma, le Elezioni sono una farsa. Barbieri fatica già a fare il sindaco del capoluogo, come potrà amministrare un altro ente?»

L'opposizione compatta: non voteranno

Il 31 ottobre, dalle 8 alle 20, gli amministratori locali (sindaci e consiglieri dei 46 comuni) si recheranno presso l’ente di via Garibaldi ai seggi per votare il nuovo presidente della Provincia. Che sarà Patrizia Barbieri, sindaco di Piacenza: è l’unica candidata in corsa, per il centrodestra. Ma non riceverà alcun voto dai consiglieri comunali d’opposizione del comune da lei guidato. Tutti i gruppi consiliari delle minoranze (ad eccezione di Gloria Zanardi del Misto) sono d’accordo: Barbieri, secondo loro, fatica già a gestire la Giunta e la maggioranza di Piacenza. Ancora più complicato mettersi alla guida di un ente – come la Provincia – con poche risorse, senza assessori e tante problematiche.

«A queste Elezioni Provinciali – ha esordito Luigi Rabuffi di Piacenza in Comune - non parteciperemo, consapevolmente, per motivi di merito e di metodo. Sono molte le cose che ci dividono da questa maggioranza. E queste sono elezioni farsa, da quando si è deciso di far eleggere il presidente della Provincia da sindaci e amministratori. Il sindaco Barbieri non ha affrontato molte questioni da primo cittadino del capoluogo che si troverà ad affrontare anche come presidente provinciale. Si sta andando a votare al buio, perciò l’opposizione non si reca alle urne. Ed è complesso portare avanti due incarichi così importanti part time».  

«Siamo molto preoccupati per il comune di Piacenza – ha detto il capogruppo del Pd Stefano Cugini - è evidente che c’è si pone sempre questo tema del part time: sindaco e assessori del capoluogo non sono a tempo pieno. Se anche il sindaco di Piacenza, già part time con il suo lavoro di avvocato, si divide anche per l’incarico della presidenza della Provincia, che non è proprio uno scherzo... La riforma delle Province è stata pasticciata e occorrono amministratori a tempo pieno in quell’ente. Abbiamo la certezza che Barbieri non potrà far altro che peggiorare la situazione, visto che anche il rimpasto di Giunta ha portato altri assessori part time». Il Pd non ha presentato un candidato di bandiera: si era parlato del sindaco di Castelvetro Luca Quintavalla. Sarebbe stato impossibile vincere le Elezioni, quando il centrodestra controlla i comuni più importanti. «Come partito – commenta Cugini -, abbiamo fatto una scelta pragmatica. Mettere il rappresentante di facciata, in una elezione farsa e scontata, di secondo livello, non aveva senso. Giusto invece rilanciare il messaggio di Rolleri, che richiama a una questione collegiale dell’ente tra tutte le forze politiche e i sindaci». «Abbiamo assistito al Consiglio comunale di ieri – ha detto Christian Fiazza (Pd) - a un surreale dibattito che allontana i cittadini dalla politica. La maggioranza consiliare difende tutti quei principi smentiti dalla nomina della prima e della seconda Giunta. Questa Amministrazione e il sindaco sono impantanati e ora Barbieri si assume una responsabilità delicata. Un sindaco che porta a casa scarsi risultati, si assume l’incarico di gestire un ente di 280mila abitanti».

 

«Abbiamo sempre criticato questa anomalia del voto delle Provinciali – ha spiegato da par suo il grillino Andrea Pugni -. Sindaco e Giunta stanno avendo difficoltà e stanno moltiplicando i ruoli e gli impegni. Il sindaco fatica già ad amministrare la città e non ha presentato alcun programma per quanto vorrà fare. Ci sarebbe piaciuta un’alternativa alla candidatura di Barbieri». «Queste Elezioni Provinciali sono un altro episodio – è il commento di Sergio Dagnino (Movimento 5 Stelle) - che allontana ancora di più la popolazione dalla politica. C’è una distanza abissale, eppure la politica fa finta di niente. La Provincia è un ente vittima di una riforma pasticciata e incompiuta: gli eletti non sono veramente eletti, ma nominati. Se Barbieri riuscisse a fare il sindaco e il presidente della Provincia, dimostrerebbe di avere un “fisico bestiale”».

«L’opposizione è unita su questo: meglio far bene una cosa che farne male due». Così Massimo Trespidi di Liberi. «È opportuno concentrarsi – è il suggerimento di Trespidi, presidente della Provincia dal 2009 al 2014 - sulle questioni del Comune di Piacenza: progetto Terrepadane, Bando Periferie (“su cui l’ente non è minimamente pronto”), parcheggio piazza Cittadella, il nuovo ospedale (“non c’è ancora un bando di individuazione dell’area che ospiterà il nosocomio”), i 14 milioni di euro di lavori pubblici spostati dal 2018 al 2019, la situazione degli uffici (“non abbiamo il dirigente dell’urbanistica e quello ai lavori pubblici”), la vicenda di Borgo Faxhall, la questione “Boat” su cui ci sono notizie di reato, la situazione delle Farmacie Comunali che esploderà tra poco, tre assessori nuovi – forse era meglio lasciare quelli di prima -, due dei quali hanno condanne della Corte dei Conti. Credo che sia il caso di rimanere a fare il sindaco di Piacenza». Trespidi ben conosce l’ente di via Garibaldi. «Posso assicurare per esperienza che fare il presidente della Provincia non è uno scherzo, sono stato l’ultimo eletto dal popolo. Credo che il presidente della Provincia poi lo farà il direttore generale Vittorio Silva, Barbieri non potrà certo girare i comuni. Si limiterà a firmare solo le carte ogni tanto. Purtroppo abbiamo una Giunta comunale in città composta da persone non a tempo pieno, anzi, a tempo perso. Per questo non andremo a votare domani, come gesto di attaccamento al Comune di Piacenza, che vediamo malridotto». «Siamo in un momento storico – è il parere di Mauro Monti (Liberi) - in cui è difficile avere competenze in politica. È difficile impegnarsi in una politica pasticciata, con regole strane. Per questo la Giunta fatica a trovare persone in grado di amministrare. La politica ha una crisi di idee: perciò l’interesse per andare a votare è zero». Dello stesso avviso anche Roberto Colla (Piacenza Oltre) e Gianluca Bariola (Con Rizzi la Piacenza del futuro).


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