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«La nostra grande opera? Non aver aumentato le tasse ai piacentini»

Approda in Consiglio il bilancio 2020. Centrodestra convinto: «Liberate più risorse economiche rispetto al passato, avanti con la manutenzione». L’opposizione critica: «Vendute inutilmente le quote Iren, avanzati troppi soldi e manca una visione di città»

L'assessore Paolo Passoni

«Prima dell’arrivo di questa Amministrazione non c’erano tutte queste risorse. Nel 2018 e nel 2019 per scuole, strade e marciapiedi abbiamo speso 6,8 milioni di euro. Nel 2017, ultimo bilancio della Giunta Dosi, un milione e 700mila euro. Nel 2018, per fare un esempio, 3,8 milioni: esattamente il doppio. Se non ci fosse stata la vendita delle quote Iren non potevamo finanziare tutte queste strade e altre opere». È approdato in Consiglio comunale il bilancio previsionale 2020, presentato dall’assessore Paolo Passoni. Sono già stati depositati 193 emendamenti da parte delle minoranze, ma Giunta e centrodestra sono convinti del documento.

Passoni ha rimarcato le differenze con il recente passato. «Non abbiamo solo asfaltato strade. Nel 2017 il bilancio della Giunta Dosi stanziò 500mila euro per la manutenzione scolastica. Nel 2019 un milione e 250mila euro. Sono numeri». Passoni si è voluto subito togliere il dente. «Qualcuno dice che un bilancio da duecento milioni può sopportare nuovi mutui per progetti importanti? Oggi il Comune di Piacenza – ha detto Passoni - non è in grado di sostenere una cosa del genere, diversamente non avremmo venduto le quote di Iren. Il patrimonio immobiliare dell’ente è diverso rispetto a vent’anni fa, il mercato, la situazione. Potremmo soltanto aumentare le tariffe, i tributi, per fare cassa».

L’assessore ha ricordato anche il piano delle opere pubbliche: 600mila euro per la rotatoria di Cà del Ponte-Pittolo sulla Statale 45, il rifacimento delle strade comunali per un milione di euro, 500mila euro per marciapiedi e selciati, 200mila per la segnaletica, 100mila per le telecamere, 335mila per la pavimentazione della scuola Calvino, 500mila per l’adeguamento degli edifici comunali, 500mila per gli edifici comunali, 250mila per il tetto di Palazzo Farnese, 200mila per gli impianti sportivi, 250mila per la gestione del riscaldamento. E ancora: la realizzazione di una piazzetta a Gerbido (136mila), telecamere a Ivaccari (70mila), la ciclabile strada Gragnana-Canale della Fame con un ponte (85mila).

TRESPIDI: «NON SAPETE SPENDERE I SOLDI»

«Menomale che i soldi di Iren – ha però osservato Massimo Trespidi (Liberi) - li avete spesi, altrimenti sarebbe stato un suicidio politico. Ma comunque potevate evitare di vendere le quote e fare le stesse cose. Qua mancano idee, una visione di città e il coraggio per attuarle». Le entrate dell’ente stanno aumentando dal 2016, le spese rimangono pressoché stabili dal 2016. Il rappresentante di Liberi ha evidenziato così «una capacità di spesa non utilizzata». «Stiamo parlando, per il 2020, di 6,8 milioni di euro di avanzo. Nel 2021, 4,4 milioni. Nel 2022, 3,9 milioni. Se i soldi di Iren sono stati utilizzati, come mai c’è questo avanzo amministrativo? Dove saltano fuori questi soldi? Vuol dire che non siete capaci di spendere i soldi, che vengono mandati in avanzo. Lasciamo i soldi dove sono, nelle tasche dei piacentini. Vi consiglio di abbassare piuttosto». Per Trespidi ci sono «annunci e proclami, ma poi si arriva alla fine dell’anno senza aver fatto partire i lavori. I numeri del bilancio dicono cose diverse rispetto a quelle dell’Amministrazione. E il welfare va rivisto, non confermato senza modifiche, perché i bisogni nel corso del tempo cambiano. Non avete ancora fatto partire la riforma degli istituti comprensivi scolastici né stanziati risorse per le tagesmutter». Positivo, invece, aver ringiovanito il personale.

 

IL CENTRODESTRA SODDISFATTO: «NON ABBIAMO AUMENTATO LE TASSE»

Il centrodestra è soddisfatto del lavoro svolto. «C’è chi aveva previsto – ha preso la parola Giancarlo Migli, capogruppo di Fratelli d’Italia - che avremmo portato al dissesto finanziario l’ente, ma i fatti dimostrano il contrario. Si può fare un bilancio di Piacenza senza ritoccare all’insù le tasse: non abbiamo messo le mani nelle tasche dei cittadini. Abbiamo efficientato la spesa corrente, il livello dei servizi è inalterato e crescono gli investimenti. Sono dati inoppugnabili». D’accordo anche Sergio Pecorara (Gruppo Misto). «Continuiamo a rispondere con i fatti – ha detto l’ex Forza Italia - con le opere, ai cittadini che attendevano da anni. Stiamo facendo quella piccola e grande manutenzione che dopo tre legislature i cittadini ci chiedevano. L’assessore Tassi mi ha detto che sono stati aperti di recente 56 cantieri stradali. Con 18 milioni di euro di debiti e mutui ancora attivi fino al 2024 abbiamo fatto bene a non accenderne altri». «Non sono mai stato interpellato per questo bilancio – ha rilevato il leghista Nelio Pavesi - i giochi erano già fatti. Non sono convinto di alcuni aspetti, come il contributo pubblico alle università private (Cattolica e Politecnico) e il fatto che non abbassiamo le tasse».

PD E 5 STELLE NON CONVINTI DAL BILANCIO

«È un bilancio fatto talmente bene – ha osservato il capogruppo del Pd Stefano Cugini - che sono stati presentati quasi duecento emendamenti, molti sono errori formali, evidentemente ci sono assessori che non leggono nel dettaglio i documenti. Non c’è un’impronta di destra, ma solo qualche taglio, al sociale, alla cultura». «La maggioranza non è compatta e coesa come vuol far credere – ha aggiunto Giulia Piroli (Pd) -. Avete fatto uno sforzo sugli investimenti ma sull’edilizia scolastica i numeri sono diversi da quelli del passato. Mettete 500mila euro all’anno, nel 2014 si parlava di un milione e 400mila, nel 2015 425mila con altri 850mila euro solo per il rifacimento del Vaiarini». «Che fine ha fatto – ha chiesto Sergio Dagnino (Movimento 5 Stelle) - la riqualificazione di piazza Cittadella? Abbiamo perso tempo per un parcheggio interrato che da mille posti è diventato di duecento. Così come il progetto di Terrepadane, su cui non dite chiaramente i tempi».

 

DOMENEGHETTI: «LA NOSTRA GRANDE OPERA? NON AVER AUMENTATO L’IRPEF»

«Siamo a metà mandato – è il discorso del capogruppo leghista Carlo Segalini - e questo bilancio è la fotografia del nostro operato e di quello che faremo. Quello che avevamo promesso, lo stiamo facendo. Possiamo aver avuto dei momenti di sbandamento, come la gestione del verde. Non ho visto nessuno adesso dire “bravo Mancioppi, le cose vanno bene”. Zandonella e Tassi hanno portato cose bellissime per la città: abbiamo gli attraversamenti pedonali ben illuminati in città e più sicurezza». «Stanno aumentando sempre di più – è il parere di Michele Giardino (Gruppo Misto) - le cose fatte da questa Amministrazione e credo che diminuiranno le contestazioni nei prossimi anni. C’è forse uno spirito un po’ impiegatizio dell’attività amministrativa: siamo a tre quarti del nostro programma, eppure la percezione dei cittadini è diversa. Ci vorrebbe un po’ più di passione comunicata da parte della Giunta».

Roberto Colla (Piacenza Oltre) ha invitato la Giunta a pensare di accendere un mutuo, «ma serve comunque un progetto importante e meritevole e l’opera pubblica necessita di ulteriori spese correnti». Da Colla anche l’invito a far crescere e formare il personale interno: «Quando vanno in pensione dobbiamo saperli sostituire». Nicola Domeneghetti (Fratelli d’Italia) ha replicato alle minoranze. «Ci parlate di “grande opera”. Bene, il segno di questo mandato, la nostra grande opera è aver lasciato 13 milioni di euro nelle tasche dei piacentini, non aumentando l’Irpef come invece aveva deliberato la Giunta Dosi. Abbiamo liberato risorse economiche per la città». «Asfaltare non è governare – ha punzecchiato Antonio Levoni (Liberali Piacentini) – ma va bene così. Poi però bisogna controllare i lavori, verificare. È il momento migliore per fare dei mutui, i tassi non sono mai stati così bassi». 

LA REPLICA DEL SINDACO: «RAGGIUNTO IL 70% DEL PROGRAMMA»

L’assessore Passoni ha ricordato che l’avanzo di amministrazione «è frutto del fondo crediti di dubbia esigibilità». Ovvero ogni anno l’ente deve accantonare cifre consistenti per far fronte a quelle entrare tributarie che mancano all’appello. Al termine della seduta ha parlato anche il sindaco Patrizia Barbieri. «Quando critico la nostra mancanza di comunicazione con i cittadini e con la stampa – ha pronunciato - mi riferisco soprattutto a me stessa. Sto dalle 8 alle 20 a lavorare nel mio ufficio e faccio fatica a comunicare, non dò la colpa agli altri assessori. Potrei fare l’elenco di tutte le strade asfaltate, non lo faccio per non essere ridondante, ma si sappia che sono tante perché abbiamo stanziato nel 2019 quasi due milioni di euro». Il primo cittadino rimarca le promesse sul fronte fiscale. «Ha ragione Domeneghetti, la nostra grande opera è non avere aumentato l’Irpef, significa non aver tolto dalle tasche dei piacentini 13 milioni di euro». Anche il sindaco si dice soddisfatta del lavoro svolto. «Gli obiettivi sono chiari, abbiamo forse già raggiunto il 70% del programma elettorale. Non accetto che si dica che “asfaltare non è governare”, perché i cittadini ci hanno votato per questo, l’abbiamo scritto nel programma che non avremmo mai fatto grandi opere ma ci saremmo dedicati alla manutenzione».


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